Non sono tre episodi perduti di Ai confini della realtà, la celebre serie televisiva dedicata alla fantascienza, ma tre storie realmente accadute. Potrebbero essere la prova che i protagonisti hanno accidentalmente trovato un modo per viaggiare nel tempo?
Una passeggiata a Versailles
È un pomeriggio pieno di sole quello del 10 agosto 1901; Anne Moberly e Eleanor Jourdain, dirigenti del St. Hugh’s College a Oxford, passeggiano in gita a Versailles in cerca del Petit Trianon, la villetta della regina Maria Antonietta.
Assorbite dalla conversazione, non si accorgono di essersi smarrite. «Avevo quasi l’impressione di camminare nel sonno, mi sentivo circondata da un’atmosfera opprimente, molto simile a un sogno» dirà in seguito Jourdain.
Le due donne incrociano dei giardinieri, che indossano lunghe giacche e un cappello a tricorno, e si fanno spiegare la strada. Poi si imbattono in altri due tizi dall’aria inquietante, uno avvolto in una mantella e un altro con abiti antiquati.
Giunte alla villetta, una donna sull’erba intenta a disegnare le fissa in maniera insistente. Le due entrano quindi nella villa e finalmente la comparsa di un corteo nuziale spazza via il senso di inquietudine che le aveva assalite.

Una visione del futuro

Dovranno passare quattro anni prima che la RAF inizi a dipingere i suoi aerei di giallo e gli operai a indossare tute di colore blu. Goddard si convincerà di essere incappato in un varco spazio temporale che gli ha permesso di vedere per qualche istante l’aerodromo di Dram come sarebbe diventato in futuro.
Viaggi nel tempo al cinema
Il fascino esercitato dall’idea di potere viaggiare nel tempo ha ispirato una vasta produzione cinematografica. Il tema, un vero e proprio sottogenere della fantascienza, arriva al cinema già alla sua nascita, una delle prime pellicole mute è la trasposizione cinematografica del 1921 del romanzo Un americano alla corte di re Artù di Mark Twain. Anche il classico di H.G. Wells, La macchina del tempo, diventa un film di George Pal nel 1960 intitolato L’uomo che visse nel futuro. E lo stesso Wells diventa il protagonista di L’uomo venuto dall’impossibile (1979). Ne La Jetée (1962) un sopravvissuto della Terza guerra mondiale, torna nel passato per impedire la catastrofe. Il film ispirerà nel 1995 L’esercito delle 12 scimmie di Terry Gilliam. Tra le commedie, in Ricomincio da capo (1993) Bill Murray rivive ogni giorno la stessa identica giornata, in Kate & Leopold (2001) un uomo del 1876 arriva nel presente e si innamora di una donna in carriera e in Midnight in Paris (2011) di Woody Allen un uomo di oggi torna nel 1920. Celebri serie che hanno i viaggi nel tempo al centro della trama sono anche Ritorno al futuro, Terminator, Superman, Dr. Who, Star Trek, Il pianeta delle scimmie.
Tre ragazzi a zonzo
Quando tre giovani cadetti della Marina inglese, impegnati una domenica in un’esercitazione di orientamento all’alba, entrano nel villaggio di Kersey, nel Suffolk, si accorgono che qualcosa non va. La campana della chiesa ha smesso di suonare, le anatre del laghetto sono immobili, nemmeno le foglie sugli alberi si muovono e gli uccellini si sono improvvisamente zittiti. Le strade sono deserte e, nonostante sia il 1957, non c’è una sola automobile in giro e non si vedono lampioni o cavi dell’elettricità.
Il villaggio sembra una città fantasma e il senso di inquietudine cresce quando, avvicinandosi alle finestre delle casette antiquate, non vedono anima viva al loro interno. Scossi, lasciano velocemente il villaggio e tornano da dove erano venuti. Sarà solo trent’anni dopo che due di quei ragazzi, ritrovatisi, rievocando l’episodio si renderanno conto di avere forse assistito a un fenomeno inspiegabile.
Lo studioso inglese Andrew Mackenzie si interessa alla storia e si convince che i tre ragazzi non videro Kersey com’era nel 1957, ma piuttosto come era stata sei secoli prima. Un altro involontario salto nel passato?
Sarà mai possibile viaggiare nel tempo?
Nessuno finora è riuscito a trovare il modo, ma potrebbe non essere impossibile. I viaggi nel futuro sono teoricamente già possibili: secondo la Teoria della Relatività ristretta di Einstein il tempo non scorre allo stesso modo per tutti, gli intervalli temporali si dilatano per osservatori che si muovono a velocità prossime a quelle della luce nel vuoto. I viaggi nel passato pongono invece una serie di paradossi: se potessimo farlo, potremmo uccidere i nostri antenati e dunque impedire la nostra stessa nascita. Ma come farlo se non si è mai nati? Secondo la visione a molti-mondi della realtà di Hugh Everett III, però, ogni volta che si guarda la realtà, l’universo si sdoppia creando una realtà parallela. Se tale ipotesi fosse confermata risolverebbe tutti i paradossi logici temporali. Al di là delle ipotesi, comunque, qualunque tipo di macchina del tempo richiederebbe tecnologie che, per il momento, sono ben lontane da quanto disponibile oggi sulla Terra.
Ipotesi ragionevoli
Storie come queste, che spesso mi diverto a raccontare nella mia serie “Strane Storie” sul mio canale YouTube, appaiono affascinanti, poiché lasciano intendere che, in circostanze straordinarie, il passato e il futuro possano essere percepiti, o addirittura vissuti, come se accadessero nel presente.
Prima di rivoluzionare la fisica ed elaborare nuove teorie sul continuum spazio temporale, tuttavia, conviene esaminare ogni singola storia e capire se sono possibili spiegazioni alternative.
Nel caso delle due dame inglesi, questa indagine fu condotta dagli esperti della Society for Psychical Research inglese. Esaminando la corrispondenza che Moberly e Jourdain avevano avuto con gli studiosi della SPR, si scoprì che i dettagli più intriganti e interessanti erano stati aggiunti solo anni dopo l’accaduto, quando le due si erano ormai documentate sulla storia del luogo. La straordinarietà del loro racconto, infatti, era tale poiché si credeva che, nel 1901, non avrebbero potuto fornire una descrizione così accurata della Versailles del 1789 se non avendola davvero vista.
È probabile, insomma, che le donne avessero visto qualcosa che le aveva molto colpite durante quel viaggio, magari furono testimoni involontarie di una festa in costume, forse una di quelle che il poeta Robert de Montesquiou organizzava proprio lì vicino. Tuttavia, è possibile che, volendo a tutti i costi essere credute, deliberatamente o meno abbiano migliorato sempre di più il loro racconto, rendendo così impossibile stabilire se l’incontro con Maria Antonietta (o qualcuno che le assomigliava) sia realmente accaduto o sia stato solo il frutto della loro immaginazione.
Quanto a Victor Goddard, per quanto esperto aviatore, è possibile che con la tecnologia del 1935 abbia perso l’orientamento e sia transitato a 150 km da Drem, su un aeroporto civile dove era plausibile trovare operai in tuta blu e biplani dai colori sgargianti.
Un’ipotesi ragionevole, ma che lo stesso Goddard si sarebbe probabilmente rifiutato di accettare, poiché era un fervente credente nel soprannaturale e fu anche protagonista di un altro caso celebre, in cui si disse convinto che in una foto di uno squadrone militare da lui ritrovata compariva anche il fantasma di un meccanico morto pochi giorni prima dello scatto.
Storie da brividi

Esistono addirittura documenti da cui si evince che al tempo della gita dei tre ragazzi, c’erano state petizioni per impedire che cavi elettrici e lampioni rovinassero “l’atmosfera d’epoca” di Kersey.
