Lo ha detto la televisione!

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Il 21 novembre si festeggia la Giornata Mondiale della Televisione. Per la venticinquesima volta: l’ONU infatti istituì questa giornata nel 1996, in occasione del primo World Television Forum, tenutosi a New York quell’anno.

In realtà, la televisione, come mezzo di comunicazione, è ben più antica. Non è possibile stabilire con certezza chi realizzò per primo gli specifici apparati necessari per trasmettere e ricevere immagini oltre ai suoni, per i quali già esisteva la radio. Infatti è ben noto come, sebbene a noi appaiano immagini in movimento, la televisione e il cinema siano una sequenza di immagini ferme.
In Italia, dopo una breve sperimentazione sotto l’egida dell’Ente Italiano Audizioni Telefoniche (Eiar) nel 1939-1940, dal 3° gennaio 1954 la Rai diede l’avvio alla programmazione rivolta al pubblico. Nei primi anni gli abbonati furono molto pochi e i televisori rappresentarono un elemento socialmente aggregante. La gente si spostava per andare a vedere la televisione al bar, a casa di qualche amico, se non in piazza. L’ing. Filiberto Guala, primo amministratore delegato RAI, definì la televisione come “il focolare del nostro tempo”.
Alla fine degli anni ’50, con la nascita del telegiornale e la maggiore diffusione, la televisione divenne un chiaro esempio del principio di autorità. Per ribadire la veridicità di una propria affermazione si usava una tipica esclamazione: «Lo ha detto la televisione!», che zittiva i molti critici.

A quei tempi la televisione era incentrata sull’intrattenimento ma anche sull’informazione, con poca e regolata pubblicità. Quando nacque “Carosello” (1957), il primo contenitore di pubblicità, la regola era chiara: il nome del prodotto pubblicizzato poteva essere nominato solo all'inizio e alla fine di uno sketch della durata di 2 minuti e 15 secondi! Attori noti partecipavano a questi sketch, che erano quindi scenette quasi teatrali.
La funzione di servizio pubblico era svolta in maniera egregia. Negli anni ’60 quella prima televisione aiutò migliaia di italiani a uscire dall’analfabetismo, grazie alla trasmissione “Non è mai troppo tardi”, con quello straordinario personaggio che fu il maestro Alberto Manzi.

Con il tempo la televisione è diventata sempre più commerciale e ha perso il suo ruolo di “autorità”, passato prima al web e poi ai social media. Tanto è che se oggi si usasse la frase «lo ha detto la televisione!» per ribadire la veridicità di una propria affermazione la risposta sarebbe più o meno: «E allora?».
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