Ripreso a Bologna il corso per indagatori di misteri

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  • 02-02-2020
  • di Stefano Ravazzolo
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Il weekend del 25-26 gennaio si è svolto il primo incontro del Corso per indagatori di misteri, organizzato dal CICAP quest'anno a Bologna. Il tema era "I ferri del mistero essenziali per un’indagine", con Massimo Polidoro, Luca Antonelli e Marco Morocutti a farci da relatori ed insegnanti.

Da trent’anni il CICAP si occupa di indagare presunti misteri. Per farlo in maniera efficace sono necessarie numerose competenze, che attingono ad ambiti diversi. Polidoro ci ha introdotti al CICAP, di cui ora è segretario nazionale, attraverso il racconto della propria storia personale. Curiosità e passione per illusionismo e misteri l'hanno portato ad incontrare Piero Angela ed essere allievo di James Randi, che con apertura e disponibilità l'hanno coinvolto nelle loro attività.

Con la chiarezza che lo contraddistingue, le sue esposizioni di sabato e domenica hanno fatto luce sugli inganni percettivi e del pensiero di cui noi tutti siamo vittima – scettici compresi! Tra video ed esperienze in prima persona, abbiamo avuto prova in diretta della "cecità al cambiamento" del nostro cervello e del fenomeno della pareidolia che continua a verificarsi anche dopo che siamo stati adeguatamente informati. Siamo anche tutti puntualmente "cascati" in un semplice gioco di prestigio nonostante fossimo pronti ad individuare l'inganno.

Se non possiamo fidarci dei nostri sensi, dobbiamo contare invece sul nostro intelletto. Farsi domande, verificare i fatti, non accettare passivamente quello che si legge o ci viene detto sono alla base del pensiero critico e metodo scientifico. Ed il Corso per indagatori è appunto un'occasione per farsi domande, imparare a farsi domande e capire quali domande è opportuno fare quando ci si imbatte in un (presunto) "mistero".

Fondamentale per l'attività del CICAP è applicare allo studio dei fenomeni paranormali e pseudoscientifici le tecniche normalmente adoperate nel campo della ricerca scientifica. Marco Morocutti ci ha intrattenuto con i suoi interventi dedicati alle Indagini del CICAP, attività che con il Gruppo Indagini persegue da molti anni. Perché si indagano i casi (presunti) paranormali, che cosa si cerca, cosa si trova – quando si trova qualcosa – e come vanno a concludersi le indagini? Anche tramite esempi derivati dalla sua esperienza sul campo, Morocutti ci ha esposto svariate tecniche per affrontare le indagini, che di sicuro ci torneranno utili in molti ambiti della nostra vita quotidiana, in famiglia ed anche in contesti lavorativi. Molto importante l'inquadramento teorico tramite cui classificare i vari misteri, che aiuta a ragionare con rigore e filtrare il "rumore" di spettacolarità e coinvolgimento emotivo che può inquinare la sana indagine scettica.

Ed a tal proposito, Morocutti ha sottolineato come lui preferisca definirsi "critico" anziché "scettico". Questo perché presentandoci come scettici rischiamo spesso di mettere sulla difensiva il nostro interlocutore, quasi volessimo "smontare" ad ogni costo qualunque teoria "non conforme" (anche se questo non fosse il caso). Presentandoci invece come critici saremo maggiormente legittimati ad esporre le nostre osservazioni, come un critico d'arte che può appunto criticare un autore anche molto apprezzato, pur senza automaticamente sminuirne la portata.
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Marco Morocutti.


Sabato pomeriggio abbiamo parlato, tra le altre cose, di telepatia, precognizione, psicocinesi, chiaroveggenza e medianità, mentre domenica mattina ci siamo divertiti con un simpatico caso di "pareidolia acustica" che ci ha definitivamente aperto... le orecchie sulla fallacia (dell'interpretazione) delle nostre percezioni. Sabato dopo cena Morocutti ci ha intrattenuti con una presentazione dedicata al famoso caso degli incendi di Caronia, un caso intrigante in cui lui ha avuto un ruolo decisivo in quanto uno dei primi – ed uno dei pochi – ad avere accesso a "reperti" prelevati direttamente nei luoghi interessati dai (ben poco) misteriosi avvenimenti. Il ruolo dei media e del "sentimento popolare" è stato caratterizzante in quel caso e lo è tutt'oggi in casi di cronaca e non solo, che a volte potrebbero essere facilmente risolti se si analizzassero i fatti con l'intento di capire anziché solo alla ricerca di uno scoop o di un "titolone" da "piazzare" in prima pagina.

Ancora una volta, Morocutti ci ha dato dei messaggi forti di cui faremo tesoro nella nostra vita. Il ruolo della fortuna (o del caso) anche in contesti di indagine scettica e come poterla proficuamente sfruttare. L'importanza di indagare, informarsi, farsi un'idea ma poi anche di cercare conferme esterne, da parte di chi è più esperto di noi nella specifica materia. Ed un aspetto fondamentale: avere il coraggio di sostenere a testa alta le proprie opinioni (che a questo punto saranno solidamente basate sui fatti), senza timore di essere sminuiti da chi eventualmente parlasse a vanvera, ma sempre pronti ad essere smentiti e disposti a cambiare idea nel caso nuove sopraggiunte evidenze lo richiedessero.

Fondamentale in ogni ricerca scientifica ed allo stesso modo per le indagini del CICAP è il rigore con cui progettare ed effettuare gli esperimenti. Luca Antonelli, matematico ed informatico, ci ha guidati alla scoperta di alcuni fondamentali concetti di base della statistica accompagnandoci con esempi tratti dalla vita reale e mostrandoci casi in cui la realtà oggettiva va contro il "senso comune".
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Luca Antonelli.


In particolare, sabato pomeriggio ci ha presentato un esperimento che anni fa il CICAP ha organizzato per testare i "poteri" di un sedicente rabdomante e radioestesista, che aveva contattato il CICAP per ricevere il famoso premio da un milione di dollari messo in palio da James Randi per chi si dimostrasse avere una qualche facoltà paranormale. Ripercorrere assieme la pianificazione dell'esperimento è stato un efficace espediente per comprendere come funzionano le sperimentazioni CICAP e per interiorizzare alcuni aspetti della statistica importanti per capire come manipolare correttamente i dati e per non essere invece manipolati da impostori. Un esperimento in aula ha ben impresso nelle nostre menti i concetti appresi nelle ore precedenti, ed espressioni come "doppio cieco" e "prova in bianco" ora non ci fanno più paura.

Molto interessanti, nella sua esposizione, anche i ragionamenti sul come interfacciarsi con il presunto rabdomante. È importante capire come lui si pone nei confronti dei poteri che sente di avere, esplorare con lui i loro limiti e comprendere eventuali spiegazioni che si è già dato o esperimenti che ha condotto. Quanto possiamo fidarci di ciò che lui afferma? Come mettere in discussione quello che lui percepisce come fattuale, senza però offenderlo rischiando di precludersi la sua collaborazione? Come orchestrare un esperimento che soddisfi le sue esigenze ed al contempo abbia rigore scientifico? È fondamentale essere corretti tanto quanto fare in modo che lui sia convinto degli esiti dell'esperimento, qualunque essi siano, in modo che li possa accettare senza sviluppare rancori nei confronti degli sperimentatori o dubbi sull'onestà del loro operato.

Domenica ci siamo salutati prima di pranzo con un suo intervento che ha fatto luce sull'importanza di applicare correttamente il teorema di Bayes per destreggiarci tra sensibilità, specificità, falsi negativi e falsi positivi. Ancora una volta in modo semplice e a partire da dati realistici, abbiamo visto come – in modo alquanto inaspettato perché non immediatamente intuitivo – la prevalenza di una patologia in una popolazione influenzi l'efficacia del test per rilevarla. Siamo tornati a casa con una maggiore consapevolezza, molto utile per districarci tra i mille inganni della odierna cattiva informazione.

Concludo il resoconto di questo primo weekend del Corso rimarcando, come ha fatto con noi Polidoro, la fondamentale differenza tra l'inspiegabile e l'inspiegato. Mentre sentiamo sempre usare il primo termine, che allude al fatto che la spiegazione di un certo fenomeno non c'è né si potrà mai trovare, sarebbe invece opportuno usare il secondo, perché anche se al momento la spiegazione non è nota, con impegno e determinazione quasi sempre la si può trovare.

Infatti, riportando alcune frasi pronunciate da Polidoro nel corso dei suoi interventi, "molti misteri rimangono tali solo se si rimane in superficie, non si approfondisce", che si ricollega a "il dovere del giornalismo è verificare i fatti, non ripetere qualsiasi scemenza!"

Ben detto Massimo, ben detto.

Fotografie di Enrico Zabeo
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