Sei donne in lotta con l'illusionismo "al maschile"

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Incantagioni. Storie di veggenti, sibille, sonnambule e altre fantasmagoriche liberazioni
Mariano Tomatis
Nero, Roma, 2022
pp. 256, euro 19,00


Da molti anni Mariano Tomatis presenta l’illusionismo come un linguaggio attraverso cui denunciare le contraddizioni della società e proporre strumenti per affrontarle. Nel 2013 ha realizzato il documentario “Donne a metà” nel quale sottolineava come uno dei trucchi più famosi dei prestigiatori, quello della donna segata a metà, trasmettesse un inequivocabile messaggio di predominio maschile: tradizionalmente il protagonista degli spettacoli di magia è un uomo e la donna sul palco non ha la sua stessa dignità, ma è un oggetto passivo su cui liberamente infierire. Ora in questo nuovo libro Tomatis racconta le storie di sei donne che “hanno rifiutato di finire sotto la sega del mago”, cioè che, grazie a tecniche di illusionismo, sono diventate protagoniste della propria vita e non semplici accessori di un prestigiatore che le manipolava a piacimento. Le loro vicende si svolgono tra Settecento e Ottocento, tra la Francia e l’Italia settentrionale e hanno tutte un legame con la prestigiazione.

Le sei donne sono: Rosalie Lefèvre, la “Sibilla moderna”, una sonnambula (cioè che entra in uno stato di trance nel quale dà dimostrazioni di chiaroveggenza) che all’inizio si esibisce insieme al marito per poi intraprendere una lunga carriera da veggente; Carlotta Bongioanni, una semplice cuoca che riesce a convincere il re Carlo Alberto di Savoia di poterlo mettere in contatto con lo spirito della defunta Maria Clotilde; Jeanne Rochette, un’altra sonnambula che, sottoposta a mesmerismo per fini curativi, incanta i suoi terapeuti (maschi) con un’intricatissima narrazione dell’aldilà; Léonide Pigeaire, una bambina che, simulando doti di chiaroveggenza, non riuscirà a persuadere gli scienziati più scettici, ma guadagnerà l’ammirazione di personaggi come George Sand e Théophile Gauthier; Prudence Bernard, anche lei sonnambula, che conquista i pubblici italiani e francesi nonostante i suoi trucchi vengano più volte svelati; Hersilie Rouy, la figlia di un illiusionista, rinchiusa in sei manicomi con l’accusa di essersi dedicata «allo studio dei misteri del sonnambulismo e del magnetismo animale» prima di riuscire ingegnosamente a liberarsi.

La forma narrativa oscilla tra il saggio, il diario personale e il racconto: quello dei tentativi di fuga di Hersilie Rouy si legge come un thriller. Da esperto di illusionismo, Tomatis identifica senza difficoltà i trucchi usati dalle veggenti per simulare facoltà extrasensoriali. Ma il debunking non è il suo obiettivo principale. La sua priorità, simile a quella del collettivo Wu Ming con il quale ha collaborato, è di natura politica e militante. Tomatis ambisce a scardinare il frame attraverso il quale guardiamo ai rapporti tra uomini e donne nell’illusionismo, e in generale nella società, e a ricostruirlo in una forma aliena da pregiudizi di genere e di classe.

A questo scopo, con la sua consueta abilità nel trovare collegamenti e similitudini tra contesti completamente diversi, propone audaci paralleli tra personaggi e situazioni del passato e del presente, per spronare il lettore a mettere in discussione i propri pregiudizi. Vengono così messe a confronto le sex worker, che oggi iniziano faticosamente a far valere i propri diritti, con le veggenti, ancora colpite dallo stigma della disapprovazione sociale. Il destino del sensitivo Gustavo Rol, maschio e borghese, tuttora celebrato, viene messo a contrasto con quello di Carlotta Bongioanni, che usava gli stessi trucchi ma, colpevole di essere donna e proletaria, fu imprigionata e addirittura cancellata dalla memoria collettiva. Prudence Bernard, che smise di esibirsi insieme al marito e decise di presentare gli spettacoli con il nome da nubile, viene avvicinata all’iniziativa #ReclaimHerName, che recentemente ha riproposto con i nomi delle autrici in copertina 25 libri pubblicati originariamente con nomi maschili (compreso quello citato di George Sand, cioè Aurore Dupin).

Alcuni di questi confronti appaiono più riusciti di altri, ma nel complesso l’obiettivo di provocare una riflessione critica sui temi affrontati è certamente raggiunto: leggere Incantagioni farà guardare con occhio diverso tanto i prestigiatori più patinati quanto le cartomanti televisive e forse non solo loro. Il libro si conclude con una normale bibliografia ma in parallelo Tomatis ha autoprodotto Incantagioni – Il dossier, un volume che contiene una ricchissima raccolta di immagini e articoli di approfondimento.
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