Come valutare le prove: il caso di Quantares

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  • 16-05-2021
  • di Domenico Minicozzi
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Un'immagine dello negozio online di Quantares.
Nel manuale operativo su come va impostato un ask e gestita l’eventuale risposta, si legge: «Chiedi le Prove non è un mezzo per far vedere di essere più intelligenti e non è uno strumento per ridicolizzare gli altri. Un ask è un processo dialettico volto ad indagare e far luce su affermazioni incomplete e dare la possibilità a colui che fa un’affermazione di esprimersi in modo esauriente e preciso[1]».

Questo principio permette a chi è autore di un’affermazione di fornire tutto il materiale di supporto o i chiarimenti che ritiene opportuni anche a distanza di tempo. Per esempio, potrebbe voler fornire degli studi che sono stati completati in un momento successivo alla pubblicazione del resoconto di un asker. Chiedi le Prove, è infatti sempre disponibile ad aggiornare una storia già pubblicata, per permettere a chiunque di esplicitare al meglio e nella maniera più chiara possibile quanto affermato.

Un esempio in questo senso è il caso di Quantares, una ditta che produce braccialetti che sarebbero in grado di riequilibrare la postura producendo una serie di effetti positivi tra cui la «riduzione di eventuali infiammazioni o dolori di origine muscolo-scheletrica».

L’azienda, che tra i suoi testimonial vanta diversi noti sportivi, come ad esempio l’intera nazionale di pallanuoto femminile, promuove, sulla propria pagina web, due modelli di braccialetti: il Q-Sport, studiato per gli sportivi e il Q-On utilizzabile nella vita di tutti i giorni. Sempre sul sito dell’azienda, viene spiegato che i braccialetti agiscono tramite emissioni di onde elettromagnetiche a bassa intensità, generate da un sistema brevettato che fa uso di nanotecnologie. Questi impulsi elettromagnetici, si legge, inducono «una decontrazione selettiva dell’apparato muscolo-scheletrico, riequilibrando quindi le tensioni muscolari».

L’asker Sonia, incuriosita da una pubblicità dei braccialetti, ha deciso di contattare Quantares per chiedere maggiori informazioni sulla nanotecnologia utilizzata. In particolare ha richiesto delle pubblicazioni peer-reviewed in cui fosse illustrato, in maniera dettagliata, il principio di funzionamento dei braccialetti e le basi scientifiche dell’affermazione che attraverso i campi elettromagnetici è possibile «modificare la postura, migliorare la simmetrizzazione dell’appoggio plantare, ridurre le dismetrie delle creste iliache, ottimizzare l’occlusione mandibolare». (nota: le creste iliache sono le porzioni superiori delle ossa del bacino)

La risposta della Quantares non tarda ad arrivare: gli studi scientifici sulla tecnologia applicata ai braccialetti sono iniziati nel 2010 ma sono ancora in corso e non possono essere diffusi perché ancora non sono stati pubblicati. L’azienda informa però Sonia che tali studi sono già stati inoltrati al Ministero della Salute al fine di ottenere il marchio di dispositivo medico di prima categoria e che la tecnologia utilizzata dai braccialetti è brevettata e registrata nel Registro Europeo dei Brevetti. L’unico documento inviato dall’azienda è una tesi di laurea nella quale vengono discussi alcuni test effettuati sui braccialetti.

Alla luce della risposta ottenuta da Sonia, occorre chiarire che il marchio di dispositivo medico di prima categoria, come quello CE, non è una prova sufficiente a dimostrarne l’efficacia. Infatti, la certificazione non richiede alcuna indagine medica specifica: è sufficiente un’autocertificazione (Allegato X. D. lgs 47/96).

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Tra le prove presentate dall'azienda il fatto che la tecnologia è brevettata e registrata nel Registro Europeo dei Brevetti.
Neppure un brevetto rappresenta una prova scientifica della validità di un’invenzione: infatti è possibile ottenerlo anche senza dimostrarne il funzionamento o senza fornire alcuno studio scientifico.

Per quanto concerne poi la tesi, si tratta di una tesi di laurea specialistica in odontoiatria e protesi dentaria discussa presso l’Università di Sassari. Per valutare la scientificità dei contenuti, Chiedi le Prove ha coinvolto due esperti, una dottoressa del gruppo tematico CICAPMED e un fisico.

Per quanto riguarda l’impianto teorico, la dottoressa ha rilevato che il concetto di “Anatomia energetica umana” citato dalla tesista non è presente nella letteratura scientifica e che la magnetoterapia, a cui si ispira il dispositivo, non ha mai trovato conferma in studi clinici adeguati[2]. Secondo la tesi, il funzionamento della tecnologia Quantares troverebbe le sue fondamenta nella meccanica quantistica. Il fisico interpellato da Chiedi le Prove ha però rilevato nella tesi molte inesattezze nel presentare i principi di meccanica quantistica a cui ci si riferisce. Per esempio, nella tesi si legge che «un’informazione olografica di un principio attivo utile» viene immagazzinata in un hard disk sotto forma di file in modo da mantenerla «stabile e al riparo dalla decoerenza all’interno dei bit» del disco. Secondo la tesi questo avrebbe consentito di salvare sul computer una «banca dati di elettroni informati sotto forma di file gestibili», e si sarebbe potuto inizializzare il prodotto «caricando» lo stato quantistico ritenuto più opportuno.

L’affermazione è però in palese violazione del teorema «no cloning quantistico[3]». Si tratta di un teorema derivato dai principi fondamentali della Meccanica Quantistica secondo cui se lo stato non è classico o comunque con delle proprietà molto particolari, qualunque copia venga fatta non potrà mai essere identica all’originale. Intuitivamente: per copiare uno stato è necessario misurarlo e operare delle opportune manipolazioni a un altro stato, ma per il principio di indeterminazione di Heisenberg appena vengono fatte le prime misure si perde l’informazione su alcune quantità dette «coniugate».

Per quanto riguarda l’esperimento descritto nella tesi, la dottoressa ha invece rilevato che data la mancanza di un gruppo di controllo, e di un protocollo in doppio cieco, i risultati dei test non hanno validità. Affinché i risultati siano attendibili occorre infatti che gli sperimentatori e i soggetti esaminati siano liberi da bias, come per esempio quelli legati alle aspettative dei partecipanti e di chi conduce la ricerca[4]. Usando un protocollo doppio cieco si sarebbero suddivisi i soggetti in due gruppi, uno che utilizza il braccialetto in esame, e l’altro un braccialetto apparentemente identico, ma privo delle caratteristiche terapeutiche (placebo). Né i soggetti né gli sperimentatori dovrebbero sapere chi sta usando l’apparecchio testato e chi il placebo. In questo modo, il desiderio che alcuni potrebbero avere di gratificare gli sperimentatori e degli sperimentatori stessi di ottenere dei risultati positivi non impatterebbe sull’esito del test.

La storia, accompagnata dai commenti alla tesi dei due esperti coinvolti, fu pubblicata da Chiedi Le Prove, classificandola come priva di evidenze adeguate a sostenere le affermazioni relative all’efficacia del prodotto.

Dopo qualche mese, la redazione di Chiedi le Prove è stata contattata via mail dall’Amministratore Delegato dell’azienda Quantares, il quale ha chiesto la rimozione della storia dal sito in quanto presentava una «recensione» negativa del prodotto. L’amministratore delegato spiegava che le prove da loro stessi fornite «erano state sommariamente e superficialmente inviate» e che l’efficacia del prodotto era stata verificata da uno studio pubblicato sul Journal of sports medicine and physical fitness in un articolo dal titolo “Effects of nanotechnologies-based devices on postural control in healthy subjects[5]”. La mail si concludeva affermando che «per chiunque abbia un minimo di conoscenza di cosa si parla, una pubblicazione medica su riviste di tale importanza costituisce il giudizio più esaustivo per ogni tipo di perplessità».

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L'articolo inviato dall'azienda Quantares e pubblicato su Sports Medicine and phisical fitness.
Chiedi le Prove ha accolto positivamente la disponibilità da parte dell’azienda di voler condividere ulteriore materiale sull’argomento. La storia è stata quindi aggiornata riportando le considerazioni dell’azienda e chiedendo agli esperti già coinvolti di valutare il nuovo materiale reso disponibile. La loro conclusione è però stata che uno studio singolo, pubblicato su una rivista di basso impact factor, non consente di arrivare a conclusioni certe[6]. Al di là di questa considerazione di ordine generale, altri elementi non consentono di considerare l’articolo in questione una prova adeguata. In primo luogo, la bibliografia su cui l'articolo si basa è datata, oppure comprende studi pubblicati su riviste di scarso valore scientifico, come “Acupunct Meridian Studies”. Inoltre, alcuni degli studi citati si riferiscono ad apparecchi a raggi infrarossi e non ad apparecchiature a mini-campi elettromagnetici. Riguardo la procedura sperimentale, il test descritto nello studio consiste nel misurare la postura ad occhi aperti e ad occhi chiusi. Il campione, composto da 15 soggetti, non è adeguato per poter misurare un effetto nelle due condizioni previste. E infatti, i risultati non mostrano alcuna differenza nel caso del test a occhi chiusi, e le piccole variazioni che sono state rilevate nella condizione ad occhi aperti fanno parte delle normali variazioni che si registrano in un gruppo così ristretto o abitualmente nella popolazione normale.

Nonostante l’aggiornamento, quindi, non si è modificata la nostra valutazione: mancanza di prove solide sul funzionamento dei braccialetti. Le stesse conclusioni dell’articolo in effetti indicano che: «Sono necessarie ulteriori ricerche neurofisiologiche per supportare i nostri risultati, i quali sono basati sul calcolo delle forze di reazione del terreno... Data l’esiguità del campione esaminato e l’assenza di disturbi posturali, le nostre conclusioni dovrebbero venire confermate da altri studi».

Dopo circa due anni, Quantares ci ha scritto nuovamente per segnalarci che esiste uno «studio pubblicato su Pubmed con conclusioni positive». Si tratta, però, della stessa ricerca ricevuta due anni prima, e nel frattempo indicizzata su Pubmed che è un motore di ricerca. A distanza di tempo, evidentemente, nessun nuovo studio si era aggiunto.

L’articolo pubblicato sul sito di Chiedi le Prove è stato aggiornato più volte nei tre anni dalla pubblicazione, ma la ditta produttrice non ha ancora fornito prove sufficienti a confermare scientificamente la validità delle affermazioni fatte. Chiedi le Prove resta però come sempre disponibile a ricevere nuove comunicazioni in questo senso da Quantares.

Chiedi le Prove non ha infatti l’obiettivo di compiere indagini unilaterali, ma di dialogare con gli autori delle affermazioni in analisi. Ciò permette agli asker di ottenere le risposte ai propri dubbi e a chi afferma qualcosa di dimostrare con evidenze scientifiche la robustezza di quanto sostiene. I contributi di tutte le parti coinvolte in una storia vengono pubblicati così come sono ricevuti, il ruolo di Chiedi le Prove non è quello di “giudicare” un prodotto o una affermazione, ma di fornire quanti più elementi possibili per permettere ad ognuno di farsi le proprie idee in modo consapevole. Per questo motivo noi non selezioniamo le prove che ci vengono inviate, ci limitiamo a valutarne la robustezza. Se, ad esempio, chi promuove un prodotto ritiene che la sua efficacia sia dimostrata da teorie alternative non accettate dalla scienza ufficiale, queste vengono riportate, ovviamente accompagnate dalla nostra analisi. Per questo motivo siamo anche sempre impegnati a stringere nuove collaborazioni con esperti di diverse discipline che possano fornire una valutazione della qualità scientifica del materiale ricevuto.

Note

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