Era stata probabilmente la scoperta archeologica più rilevante del 2018 in Egitto quella effettuata a Saqqara, 30 chilometri a sud del Cairo, dalla missione egiziano-tedesca diretta dal compianto Ramadan Hussein (Università di Tübingen), morto prematuramente lo scorso anno: un laboratorio per l’imbalsamazione risalente alla XXVI dinastia (664-525 a.C.).
La struttura, situata pochi metri a sud dalla piramide di Unas, era composta da uno spazio multifunzionale in superficie (chiamato ibu), un ambiente sotterraneo per l’eviscerazione (wabet), un pozzo funerario con sepolture multiple di sacerdoti e funzionari, e soprattutto un ripostiglio in cui erano stati lasciati gli strumenti utilizzati nel trattamento dei cadaveri. Tra questi, spiccano 121 bicchieri e coppe in ceramica che ancora contenevano gli ingredienti per la mummificazione.
Ora uno studio pubblicato su [...]
La struttura, situata pochi metri a sud dalla piramide di Unas, era composta da uno spazio multifunzionale in superficie (chiamato ibu), un ambiente sotterraneo per l’eviscerazione (wabet), un pozzo funerario con sepolture multiple di sacerdoti e funzionari, e soprattutto un ripostiglio in cui erano stati lasciati gli strumenti utilizzati nel trattamento dei cadaveri. Tra questi, spiccano 121 bicchieri e coppe in ceramica che ancora contenevano gli ingredienti per la mummificazione.
Ora uno studio pubblicato su [...]
L'articolo completo, come alcuni di quelli pubblicati sugli
ultimi 4 numeri di Query, è
disponibile solo per gli abbonati. Se vuoi leggerlo per
intero, puoi abbonarti a
Query
Se invece sei già abbonato, effettua il login.
Tutti gli altri articoli possono essere consultati qui . Grazie.
Tutti gli altri articoli possono essere consultati qui . Grazie.