Un mondo di illusi

  • In Articoli
  • 24-08-2002
  • di Vittorino Andreoli

Nella rubrica "Info", su Io Donna del 16 marzo 2002 (in un testo raccolto da Anna Maria Speroni), lo psichiatra Vittorino Andreoli dedica il suo intervento alla vicenda della "maga" Caterina Andreacchio e cerca di fare il punto sul perché tanti si rivolgano ai truffatori della magia.

"Paura, insicurezza, irrazionalità" spiega Andreoli, "sono molte le ragioni che spingono migliaia di persone a consultare esperti dell'occulto. Che si arricchiscono. Pur non credendo affatto alla magia".

Esemplare il caso della Andreacchio. "Una grande, Caterina Andreacchio" dice Andreoli. "Strabiliante fantasia, organizzazione svizzera. A tal punto da poter inventare e gestire ben 19 identità diverse: Madame Sophie "misteriosa e solitaria sacerdotessa", Letizia Arcalli "miglior maga dell'anno 2000". E che dire di Renè Ortega, "massima esperta mondiale di magia caraibica"? Nelle pubblicità sulle riviste specializzate, a ogni nome corrispondeva un diverso numero di cellulare e un diverso volto, in genere foto rubate da giornali stranieri. Per gestire i clienti Caterina aveva quaderni (gliene hanno sequestrati ottanta) in cui annotava nomi, richieste, somme incassate. In cinque anni di prestazioni esclusivamente telefoniche ha raggranellato 15 milioni di euro (una trentina di miliardi di lire) e truffato 14 mila persone. È stata smascherata dalla Finanza grazie alla segnalazione di una signora settantenne caduta nella trappola.

"La storia, di qualche settimana fa, segue a ruota quella analoga di Vanna Marchi. Punte di un iceberg che comprende 70 mila "professionisti" e un giro d'affari di migliaia di miliardi. Perché tanta gente ci casca?

"Tutti noi pensiamo di avere il nostro piccolo bagaglio di poteri magici: fare le corna è un gesto ritenuto capace di allontanare la malasorte, come altre azioni scaramantiche. Questi poteri però servono solo per piccole cose. Quando i problemi sono troppo grandi occorre una persona con capacità superiori alle nostre in grado di modificare il corso degli eventi. Andare dal mago è diverso da leggere un oroscopo o voler conoscere il proprio quadro astrale. La prima è una forma di magia dinamica: chiediamo di cambiare le cose. La seconda è statica: cerchiamo di conoscere cosa succederà, di scoprire che cosa le stelle hanno scritto per noi. Più che credere alla magia, è credere nel destino. Tra questi due atteggiamenti, però, il passo è breve. E il rischio che dall'astrologa si passi alla maga vera e propria è piuttosto alto.

"Alla magia si fa ricorso da sempre, è vero. Ciò che stupisce è la quantità di persone che si rivolge ai maghi oggi, senza distinzioni di età, classe sociale, sesso. In parte dipende dal senso di insicurezza e di paura, comune in questa società. Paura di rimanere soli, di ammalarsi, di morire. L'insicurezza paralizza la ragione. Ha bisogno di soluzioni rapide e la risposta di un presunto esperto dell'occulto può sembrare quella giusta.

"D'altra parte la razionalità è in crisi non solo nella sfera privata. Pensiamo all'economia, a un Paese come il Giappone, fino a pochi anni fa considerato un esempio di efficienza straordinario e oggi al limite del tracollo. Oppure all'uso della parola speranza: si pronunciava solo nelle chiese, adesso è di moda anche in azienda. Calcoli e pianificazione non bastano più, i risultati dipendono sempre da qualcosa di indefinibile, che sfugge a ogni controllo.

"In generale, quindi, non domina più il principio di non contraddizione ("A" non essere "non A" nello stesso tempo e nello stesso spazio) alla base del pensiero razionale; ma il principio di partecipazione, alla base del pensiero magico: "A" può essere in un luogo e contemporaneamente in un altro, in questo tempo e in un altro ancora. E dunque può conoscere passato e futuro, e chissà quali segreti. Così il mago trova una sua giustificazione. In qualche modo ha sostituito i santi: una volta si ricorreva a loro per guarire da qualche disturbo o per proteggere un familiare in difficoltà, oggi questi riti sono un po' in ribasso. Ma almeno i santi non chiedevano denaro. E dietro di loro c'erano le strutture della religiosità. Dietro ai volti dei maghi, invece, c'è solo gente che vuole arricchirsi sulle pene degli altri. E che alla magia non crede per niente."

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