Spesso si dice che noi usiamo solo il dieci per cento delle nostre capacità cerebrali. In realtà non è corretto affermare che usiamo il nostro cervello solo al cinque per cento, o al dieci per cento, o al venti per cento per la semplice ragione che non sappiamo qual è il cento per cento.
Il cervello non è come un'automobile, per cui andando a 15 km all'ora sappiamo che sfruttiamo solo il 10 per cento della velocità potenziale dell'auto che è di 150 km all'ora.
Tuttavia è innegabile che ognuno di noi usa solo in parte le proprie potenzialità. Ma quanto "pedale" rimane per raggiungere il massimo della "velocità" cerebrale? La risposta potrebbe rivelarsi paradossale, nel senso che man mano che si raggiunge una certa velocità, rimane sempre abbastanza"pedale" per continuare ad accelerare.
In altre parole uno stesso individuo, sia esso nato e cresciuto in una caverna oppure in un eccellente ambiente culturale, avrà sempre ulteriori possibilità di migliorare le proprie prestazioni mentali. Sia per capire sia per imparare più cose. Perché?
Il bambino e Aristotele
Vediamo come vanno le cose in pratica. Si calcola che ogni 15 o 20 anni vi sia un raddoppio della quantità delle conoscenze scientifiche.
Questo non significa che ogni 10 o 20 anni gli scienziati (o gli studenti) debbano raddoppiare la loro capacità di imparare o raddoppiare gli anni di studio. Significa semplicemente che imparano più cose (o cose più complesse) con lo stesso sforzo mentale. Per esempio, non era più facile prendere una laurea in ingegneria o in medicina cinquant'anni fa di quanto lo sia oggi. Eppure la quantità di conoscenze che si sono accumulate nel frattempo è enorme. Mentre il numero degli anni di studio è rimasto lo stesso. In un certo senso si potrebbe dire che un bambino di terza media oggi sa più cose sull'Universo, sulla vita o sulla Terra di quante ne sapevano tutti i filosofi e gli scienziati greci riuniti insieme. Ciò ovviamente non significa che questo bambino sia più intelligente di Aristotele, o che sia mentalmente più sviluppato di lui. Significa soltanto che sa più cose di lui, perché è l'erede di tutta una catena di conoscenze che si sono susseguite.
Terza media, anno 3997
Analogamente, un bambino di terza media dell'anno 3997 saprà più cose sull'Universo, la vita o la Terra di tutti gli scienziati moderni messi insieme. Ciò non significa che la capacità del cervello sarà passata dal 10 per cento al 20 per cento, poi al 40 per cento, poi all'80 per cento eccetera. Forse si potrebbe dire che Aristotele ha usato il suo cervello al 100 per cento tenendo conto dei tempi in cui viveva e delle conoscenze di cui disponeva. E così tutti gli scienziati e i filosofi che si sono succeduti. In altre parole, la nostra capacità di imparare le cose, oggi, è facilitata dagli sforzi mentali di tutti coloro che ci hanno preceduti. Li portiamo tutti dentro di noi, per così dire. Non dobbiamo più inventare ogni volta la scrittura, la matematica, la chimica, oppure la ruota. Partiamo da questi livelli per procedere oltre.
Piero Angela
Giornalista e scrittore