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Complicazioni quantistiche
Serafino Vernucci
Risponde Silvano Fuso:
Gentile Serafino,
la meccanica quantistica è una branca della fisica moderna che, in quasi un secolo di esistenza, ha raccolto continue conferme da parte di tutti i ricercatori. Non si tratta quindi di un modo come un altro di vedere il mondo ma, come tutte le teorie scientifiche degne di questo nome, rappresenta un modello interpretativo della realtà basato su concrete evidenze sperimentali. La rimando al nostro sito, dove può trovare il mio articolo “Spettri, onde e particelle” per ulteriori approfondimenti. La meccanica quantistica, nonostante la sua indubbia complessità, non ci complica affatto la vita inutilmente. Essa, al contrario, ci consente di interpretare, in un quadro logico coerente, numerosi fenomeni che altrimenti non troverebbero alcuna spiegazione. Su un punto sono d’accordo con lei: sul fatto che una cosa appaia strana o normale a seconda del contesto in cui ci troviamo. La meccanica quantistica ha il suo dominio di applicabilità a livello microscopico. Noi siamo, viceversa, esseri macroscopici abituati a vivere in un mondo altrettanto macroscopico. È quindi abbastanza inevitabile che ciò che accade a livello microscopico ci appaia strano e controintuitivo.
Cerchi nel grano filmati?
Cristina
Risponde Francesco Grassi:
Gentile Cristina,
non essendo chiaro a quali filmati lei si riferisce esattamente, è impossibile dare una risposta precisa. Comunque, fra tutti i filmati, quello sicuramente più famoso è il video di Oliver’s Castle, l’unico filmato in cui si vedono delle sfere di luce che formano un crop circle al proprio passaggio. Quel video è un artefatto, è stato creato da John Wabe il quale ha ammesso di averlo realizzato ad arte diverse volte durante programmi televisivi. Una delle sue confessioni più recenti risale allo scorso anno (2005) nel documentario sui cerchi nel grano prodotto da National Geographic. Ci sono inoltre diverse argomentazioni tecniche che dimostrano che quel video è un falso; durante le mie conferenze ne parlo abbondantemente. Qualche mese fa, nella trasmissione L’incudine condotta da Claudio Martelli a cui ho partecipato, ho esplicitamente citato il video di Oliver’s Castle come un falso. Sul nostro sito è presente un breve articolo esplicativo. Su cropcircleconnector.com può invece trovare l’articolo più dettagliato in cui si smonta il falso video.
La pompa idrosonica
Luca Buttignol
Risponde Gianni Comoretto:
Il fenomeno della sonoluminescenza è reale, e viene studiato in molti centri di ricerca. Si tratta di un fenomeno complicato, che mette in gioco fisica dei plasmi, idrodinamica, e potrebbe addirittura aprire una finestra sulla elusiva “radiazione di vuoto”, fenomeno previsto dalla meccanica quantistica ma i cui effetti sono difficilissimi da osservare sperimentalmente. L’articolo presente su Wikipedia fornisce una buona panoramica del fenomeno e dei tentativi di spiegazione, anche se purtroppo richiede una buona conoscenza della fisica per poter essere compreso completamente. Non ho trovato da nessuna parte comunque affermazioni che nel fenomeno si rilasci più energia di quella fornita. Le altissime temperature che si osservano sono spiegabili pensando che l’energia sonora viene concentrata nella bolla in un volume microscopico. Si tratta quindi di un fenomeno “misterioso”, nel senso che anche se le spiegazioni fornite finora ci permettono di capirne qualcosa, una spiegazione finale ancora non esiste. Fortunatamente, di fenomeni del genere ce ne sono molti, e rendono interessante il lavoro dei fisici. Riguardo alla possibilità di utilizzare il fenomeno per ottenere le altissime temperature necessarie per la fusione nucleare, la cosa è interessante, ma siamo ancora lontani dal capire se sia possibile anche solo in teoria. La pompa idrosonica è un apparecchio serio, che effettivamente viene utilizzato per riscaldare in modo efficiente un liquido sfruttando meccanismi analoghi a quelli che operano per la sonoluminescenza, anche se molto meglio compresi. Alla sua messa a punto ha contribuito la NASA, in un programma di collaborazione tecnologica, e viene impiegata in diverse applicazioni di tipo industriale. Ha diversi vantaggi rispetto a metodi di riscaldamento tradizionale, in particolare l’assenza di depositi, e una migliore efficienza. L’affermazione secondo cui l’apparecchio produrrebbe più energia di quella immessa lascia molto perplessi. In rete esistono numerosi riferimenti a questo apparecchio, ma quelli che riportano questa affermazione sono tutti molto simili tra loro, in pratica si tratta della stessa storia copiata e riadattata. I siti provenienti da istituti scientifici accreditati (es. la NASA) parlano di “metodo efficiente”, ma non menzionano rese del 130 per cento. Rese del genere non sono menzionate neppure nel sito della casa madre. Visto che si tratterebbe di una scoperta da premio Nobel, il non parlarne mi sembra quantomeno strano, a meno che queste rese non esistano. Cercando informazioni sul professor Keizios, che avrebbe certificato rese del 180 e più per cento, non si trova che il solito articolo sulla pompa idrosonica. Cercando sue pubblicazioni in un database di articoli di fisica, non si trova assolutamente nulla, come non si trova nulla cercando articoli che parlino di una “hydrosonic pump”. Quindi non è semplicemente possibile esaminare l’affermazione. Vale in questo caso la regola generale per questo tipo di affermazioni: se qualcosa di rivoluzionario viene scoperto, la prima cosa da fare sarebbe quella di pubblicare un articolo scientifico su una rivista del settore, in cui si spieghi bene cosa si è trovato, per consentire ad altri di riprodurre il fenomeno, studiarlo, e criticarlo. Se questo non succede, i casi sono due: o il fenomeno non è mai stato osservato in modo accurato (in questo caso sembrerebbe probabile si tratti di una sorta di “leggenda metropolitana”, che si diffonde da un sito all’altro), o risulta impossibile per chiunque stabilire se il fenomeno sia reale. Nel sito indicato, quindi, come spesso succede, un fenomeno “misterioso” (la sonoluminescenza) viene utilizzato per dar credito e fornire una “spiegazione” in apparenza scientifica a una teoria balzana o a un fenomeno inesistente. È possibile in questo modo citare studi di università prestigiose, formule impressionanti, o frasi a effetto (“l’energia delle stelle”), tutte rigorosamente vere. Qui poi abbiamo a garanzia di serietà persino un apparecchio sviluppato anche dalla NASA, brevettato e venduto in tutto il mondo. Purtroppo, guardando da vicino, è tutto vero fuorché la cosa fondamentale, la produzione gratuita di energia.
Catene informatiche
Chiara Ruocco
Risponde Silvano Fuso:
Penso proprio che lei abbia visto giusto e non credo sia il caso di farsi venire sensi di colpa per non aver rispedito le e-mail. Internet è piena di catene di S. Antonio informatiche che circolano quotidianamente. Nella maggior parte dei casi si tratta di cose prive di ogni fondamento, in rari casi c’è un fondo di verità, ma spesso gli elementi reali vengono alterati e travisati, in altri casi si tratta di appelli reali che però continuano a circolare per anni dopo l’emergenza. Per fortuna in Internet si riescono anche a trovare fonti di informazione che permettono di far luce su questi insoliti fenomeni di comunicazione. Una fonte preziosa e attendibile è il sito www.attivissimo.net/antibufala di Paolo Attivissimo. Nelle sue pagine si possono trovare, costantemente aggiornate, notizie attendibili su tutte le principali bufale che circolano in rete, anche i principali appelli di carattere medico e umanitario. Viene anche spiegato perché non bisogna alimentare queste catene. Ogniqualvolta le capiterà di ricevere una mail del tipo descritto, le consiglio di consultare il sito di Attivissimo: eviterà di perdere tempo a rinviare le mail e, se non lo farà, eviterà sensi di colpa ingiustificati.
Il Papa sbagliato?
Cristiano Pala
Risponde Gian Marco Rinaldi:
Nell’epoca di cui parliamo, c’erano due papi, non uno. Clemente VII (avignonese), eletto nel 1378 e morto nel 1394, fu in seguito classificato come “antipapa”, ma era lui che aveva giurisdizione sulla Francia a tutti gli effetti. Per i canonici di Lirey o il vescovo di Troyes, il papa si trovava ad Avignone ed era appunto Clemente VII. Il successivo papa Clemente VII, quello di Roma, visse molti anni più tardi e di regola non c’è il rischio di fare confusione fra i due.