L'incredibile rito del sale rosso

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  • 04-08-2020
  • di Paola Dassori
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La vicenda che stiamo per raccontare non risale ai tempi più bui del Medioevo, ma è incredibilmente avvenuta in Francia nel dicembre 1957.

Già da sette anni Ida Voiele, contadina di Saint-Maixent, borgata agricola nel dipartimento della Sarthe, si sentiva perseguitata dalla sorte; ogni malattia del bestiame, ogni incidente per quanto banale che accadeva nella sua fattoria la convinceva sempre più di essere maledetta.

Nel 1950 suo padre, contrario al suo matrimonio con un bracciante, era morto, travolto da un cavallo imbizzarrito, e la ragazza non aveva nemmeno aspettato che passasse il periodo del lutto per sposare il suo Gabriel. Questo comportamento, però, aveva iniziato a pesare su di lei; il rimorso per la sua disobbedienza postuma si era ingigantito sempre di più. Se si fosse rivolta a un medico, o anche al parroco del paese, una buona parola avrebbe potuto guarirla. Ma purtroppo Ida preferì cercare consiglio presso un certo Peniguel, un “guaritore” che già da una quarantina d'anni si era stabilito a Saint-Maixent. Analfabeta ma furbissimo, la sua specialità era di speculare sulla dabbenaggine umana, e quando si trovò davanti la benestante Ida, Peniguel capì di trovarsi davanti alla gallina dalle uova d'oro.

Abilmente iniziò a coltivare il terrore nella donna; le disse che effettivamente potenze soprannaturali volevano rovinarla. Si fece pagare diecimila franchi e le diede un pacco di sale rosso, che comunemente veniva mescolato al foraggio delle bestie, raccomandando che tutti alla fattoria dovessero portare al collo un sacchetto pieno della sostanza. In una visita successiva l'obbligo di portare il sacchetto fu esteso anche agli animali della fattoria.

Ida continuava a far visita a Peniguel, ma la sua depressione era ormai invincibile, gli interventi del “guaritore” le davano un sollievo solo momentaneo dopo il quale ripiombava nelle sue paure.

Ai primi di dicembre, il proprietario delle terre su cui sorgeva la fattoria di Ida le comunicò che non intendeva più rinnovarle il contratto di affitto. Era un guaio grave, ma il contratto sarebbe scaduto dopo tre anni e questo le avrebbe dato il tempo di cercare un'altra sistemazione: Ida, invece, si vide in miseria, rovinata per sempre, a causa degli spiriti maligni e della maledizione da cui si credeva perseguitata.

Il mattino del 13 dicembre Ida trovò un vitello steso sulla paglia, ammalato. Una cosa banale, ma la donna lo interpretò come un ultimatum che le veniva dall'aldilà, qualcosa che richiedeva un atto di espiazione, e anche gli altri abitanti della fattoria, sua madre, suo marito e suo fratello Marcel, furono d'accordo: Ida ormai aveva comunicato a tutti la sua angoscia.

Un vicino, il mugnaio Beaumont, l'unico che non avesse perso la testa, suggerì giustamente di chiamare il veterinario, ma per gli altri l'unico intervento efficace non poteva essere che quello di Peniguel.

Il “guaritore”, chiamato, si rifiutò di venire alla fattoria e, nella notte, il vitello morì.

La mattina dopo, verso le nove, Marcel Voiele andò a chiamare Beaumont chiedendogli di venire alla fattoria perché c'era bisogno di lui, e questi acconsentì di buon grado; ma quando arrivò, si rese conto che c'era qualcosa di strano. Ida aveva appeso stracci rossi ad ogni porta e aveva ordinato alla famiglia di riunirsi nella sua stanza da letto, dove le imposte erano chiuse. Anche Beaumont fu fatto entrare nella stanza, e Ida chiuse la porta a chiave.

Quello che seguì fu raccontato alla polizia dal mugnaio, unico testimone sano di mente del tragico scongiuro.

La scena diventò allucinante. La madre di Ida, suo marito Gabriel col loro bambino, e Marcel erano tutti inginocchiati sopra il letto, al centro del quale stava una bacinella colma di sale rosso. Ida baciò uno a uno i suoi familiari e si mise a recitare strani scongiuri, poi ordinò ai presenti di ingoiare il sale.

Il mugnaio, a questo punto, giudicò prudente tagliare la corda e riuscì a calarsi dalla finestra; Marcel, che sino a quel momento era rimasto immobile, con un ghigno tra nervoso e incredulo, probabilmente tentò di imitarlo; certo è che, mentre Beaumont si allontanava correndo nell'aia, udì la voce di Ida che gridava al marito: «Gabriel, aiutami a tenerlo!»

Il vicino corse a chiamare i gendarmi che fecero irruzione nella fattoria, trovando il povero Marcel, 18 anni, ancora riverso sul letto con la bocca piena di sale, morto per soffocamento. Sua sorella e suo cognato, invasati e furibondi, glielo avevano cacciato in gola a forza; ora se ne stavano seduti tranquillamente a tavola in cucina, davanti alle scodelle di minestra, calmissimi e soddisfatti. Ormai non avevano più paura degli spiriti maligni, li avevano cacciati via per sempre col rito del sale rosso.
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