Esercizi di logica omeopatica: alcool, acqua e cluster

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  • 25-05-2024
  • di Rossana Garavaglia
Parlando di omeopatia, i profani della materia richiamano alla mente il concetto di “memoria dell’acqua” e gli scettici quello di “acqua distillata”.
Le revisioni sulla efficacia dei prodotti omeopatici condotte da enti sanitari nazionali[1][2][3][4][5][6] e dal network internazionale indipendente Cochrane [7][8][9][10][11][12][13] hanno sottolineato la mancanza di dati solidi e replicati sull'efficacia dei prodotti omeopatici.
In questo articolo vediamo come dall’alcool si sia passati all’uso dell’acqua e come i ricercatori omeopati affrontino la questione della interazione biologica con il corpo umano attraverso la teoria, una delle teorie, dei cluster o clatrati.

Samuel Hahnemann, fondatore dell'omeopatia (termine coniato nel 1807 hómoios –simile- e pathos -sofferenza), scrisse 6 edizioni dell’Organon (la sesta pubblicata postuma nel 1921).

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Nella sesta edizione[14] si parla solo di alcool (etilico CH3CH2OH) che veniva utilizzato sia per l’estrazione da macerazione dei ceppi omeopatici sia per le successive diluizioni (paragrafi dal 266 al 271). Per alcuni tipi di ceppi omeopatici non solubili, la lavorazione prevedeva una prima operazione di triturazione in lattosio a cui seguiva l’estrazione e la diluizione. Dopo la macerazione e la prima diluizione decimale, il prodotto, chiuso in bottiglie ermetiche al buio, poteva essere conservato senza che la fermentazione rovinasse il ceppo omeopatico. Dopo ogni diluizione si procedeva a due succussioni (che Hahnemann aveva verificato essere il numero di succussioni che garantiva la maggior potenza del preparato). Inoltre Hahnemann sottolineava anche che un solo prodotto omeopatico andasse usato sul paziente e che la bravura del medico stava proprio nella sua capacità di individuare il sintomo cardine a cui far corrispondere questo unico prodotto.

Per approfondire come nel tempo si sia evoluto il pensiero di Hahnemann, prendiamo spunto dal documento di Hughes (1878)[15]. Dal 1796 al 1798 i prodotti venivano somministrati in dosi di qualche grano, quindi mg. Nel 1799, si passò alla diluizione dei prodotti in proporzione di 1:2.000 con somministrazione di una decina di gocce. Nelle pubblicazioni dal 1801 al 1806, le diluizioni arrivarono fino al titolo di 1:1.000.000. Nel 1809 si approdò alla standardizzazione delle diluizioni seriali decimali (D) e centesimali (CH) che ancora oggi vengono usate. Anche la teoria della potenza variò nel tempo, arrivando ad affermare che l’attività farmacologica aumentasse all’aumentare della diluizione per effetto delle succussioni ed introducendo così il concetto di potenza.

Sembra che l’acqua distillata sia stata introdotta da Nicolaievitch Korsakov (1788-1853, consigliere di stato russo)[16] il cui metodo di diluizione, identificato dalla lettera K e definito a “flacone unico”, prevede l’effettuazione delle successive diluizioni svuotando, dopo la succussione, il flacone in modo da lasciare il solo principio attivo adeso alle pareti e procedendo quindi a riempire di nuovo il flacone con acqua distillata. Procedendo ancora e ancora così, con successive diluizioni e succussioni, si ottengono le diverse potenze.

“Sulle pareti del flacone si presuppone che sia rimasta adesa una quantità di sostanza pari a 1/100 del suo precedente contenuto. Dopo di che si riempie lo stesso flacone con acqua distillata, la cui quantità è pari a 99 volte la quantità di sostanza rimasta sulle pareti del flacone, si effettuano le 100 succussioni e si ottiene così la prima diluizione korsakoviana 1K”[16].

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Quindi a Korsakov, dobbiamo anche la determinazione di 100 succussioni dopo ciascuna diluizione.

Assumendo che la potenza terapeutica derivi dalla dinamizzazione ottenuta con la succussione dopo ogni diluizione, è semplice capire come il fatto di non contenere alcuna molecola di principio attivo non infici quella che gli omeopati considerano l’efficacia dei prodotti omeopatici e che gli scettici definiscono monossido di di idrogeno cioè acqua.

Secondo gli omeopati, altra conseguenza rilevante del potere della dinamizzazione è: “Ad esempio, una 7CH si avvicina maggiormente a una D7, che non a una D14 (che equivarrebbe a una 7CH in base alla mera diluizione). Esse infatti hanno la stessa dinamizzazione, avendo subito un uguale numero di succussioni, pari a 7 x 100 = 700 e quindi hanno effetti terapeutici simili.”[16].

Dal sito Boiron svizzera si evince che, oggi, i prodotti in formulazione liquida (p.e. sciroppo) sono a base idroalcolica (p. e., “alcool (0,4% V/V) e acqua” o “alcool (1,15% V/V)” con il grado espresso percentualmente in Volumi di alcool contenuti in 100 Volumi, mentre i granuli sono prodotti vaporizzando 5 ml di soluzione idroalcolica diluita omeopaticamente su 5 kg di granuli di saccarosio e lattosio: per i granuli la dose raccomandata è espressa in peso di granuli, cioè in peso di zucchero. Alcuni prodotti sono formulati in compresse contenenti diversi ceppi omeopatici in specifiche diluizioni CH (4, 6, 9, etc.), altri in globuli. Alcuni ceppi omeopatici vengono diluiti seguendo il metodo Korsakoviano che, come abbiamo visto, dovrebbe prevedere la sola acqua distillata come diluente.

Per quanto riguarda il numero di succussioni dopo ciascuna diluizione, oggi Boiron usa 150 “scosse” in 7,5 secondi .
Il Professor Boiron concorda sul fatto che i principi attivi non siano più presenti nei prodotti omeopatici, e che la potenza sia da attribuire alle succussioni, ma, non sapendo ancora spiegare il perché ed il come questa potenza nasca e agisca, fa ricorso ad una possibile teoria che coinvolga la fisica quantistica [17]: ipotesi mai confermata e senza plausibilità alcuna.
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Al fine di spiegare la potenza delle alte diluizioni, Bellavite (2014)[18] ipotizza alcuni meccanismi tra i quali quello della formazione di strutture sovra molecolari di acqua, i cluster o clatrati, intorno alla molecola di principio attivo che funge quindi da centro di nuclezione. Nelle conclusioni si specifica che il problema è ancora lontano da una soluzione ma la struttura dell’acqua e dei suoi soluti potrebbe giocare un ruolo rilevante.

Il Dr. Bruno Galeazzi afferma che “L’energia per l’autorganizzazione delle molecole d’acqua in cluster può venire dalla succussione della soluzione e queste nanostrutture possono continuare ad esistere anche quando le molecole del soluto sono completamente asportate mediante diluizioni progressive” e aggiunge che “Questo peculiare comportamento delle molecole d’acqua, di formare strutture aggregate (cluster) viene accentuato dalla presenza di etanolo (alcol)”[19].

Dopo anni di studi e pur con nuove tecnologie a disposizione, siamo ancora nel campo delle ipotesi non suffragate da alcuna evidenza o plausibilità.

In conclusione:

1 - Le evidenze sperimentali dell'efficacia clinica dei prodotti omeopatici sono state smentite da Autorità sanitarie nazionali [1][2][3][4][5][6] e da gruppi di ricerca indipendenti tra i quali la Cochrane [7][8][9][10][11][12][13]
2 - La ricerca di un possibile meccanismo d’azione che spieghi perché le alte diluizioni, potenziate dalla succussione, potrebbero avere un effetto sui sistemi biologici sono ancora lontane dal segnare un punto consolidato e validato dal mondo scientifico.
3 - Ad oggi, l’effetto placebo [20] è il meccanismo d’azione che spiega gli effetti clinici dei prodotti omeopatici.
Crediti immagini
File:A glance at Hahnemann and homoeopathy (IA b28404993).pdf - Wikimedia Commons This work is in the public domain in its country of origin and other countries and areas where the copyright term is the author's life plus 100 years or fewer.

Nicolaievitch Korsakov https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Korsakov01.jpg#/media/File:Korsakov01.jpg By Unknown author - http://www.homeoint.org/biograph/korsakov.htm , Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=4146597

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Cold_titration_with_a_pipette_in_a_bowl_(Alessa... By valeg96 - Alessandri, P. E. Analisi Volumetrica Applicata Ai Prodotti Commerciali e Industriali; Ulrico Hoepli: Milano, 1895. OCLC: 635717336, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=93487040



Biografia dell’autrice: Laureata in Medicina e Chirurgia, specializzata in Psichiatria e Master in Patologia Genetico Molecolare. Ha esperienza pluriennale come medico di base, come Psichiatra e nella sperimentazione clinica di farmaci e vaccini. Si veda il profilo Linkedin per maggiori dettagli
Bibliografia
7) Mathie R.T., Frye J., Fisher P., Homeopathic Oscillococcinum(®) for preventing and treating influenza and influenza-like illness , in Cochrane Database Syst Rev, Cochrane Collaboration, dicembre 2012.
8) McCarney R. W., Linde K., Lasserson T. J., Homeopathy for chronic asthma. , in Cochrane Database Syst Rev, Cochrane Collaboration, ottobre 2008.
9) Munar A., Gamboa O. A., Ortiz N. I., Homeopathy for osteoarthritis , in Cochrane Database Syst Rev, Cochrane Collaboration, ottobre 2008.
10) Coulter M. K., Dean M. E., Homeopathy for attention deficit/hyperactivity disorder or hyperkinetic disorder , in Cochrane Database Syst Rev, Cochrane Collaboration, gennaio 2009.
11) McCarney R., Warner J., Fisher P., Van Haselen R., Homeopathy for dementia , in Cochrane Database Syst Rev, Cochrane Collaboration, luglio 2009.
12) Kassab S., Cummings M., Berkovitz S., van Haselen R., Fisher P., Homeopathic medicines for adverse effects of cancer treatments. , in Cochrane Database Syst Rev, Cochrane Collaboration, agosto 2012.
13) Smith C. A., Homoeopathy for induction of labour ., in Cochrane Database Syst Rev, Cochrane Collaboration, marzo 2010.
18) High-dilution effects revised.1.Physicochemical aspects. P Bellavite, M Marzotto, D Olioso, E Moratti, A Conforti. Homeopathy. 2014 Jan;103(1):4-21. doi: 10.1016/j.homp.2013.08.003.
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