L’E-Meter, di base (mi riferisco qui a una terminologia adottata anche da Hubbard), è in realtà un dispositivo noto come ponte di Wheatstone, inventato nel 1833 dallo scienziato britannico Samuel Hunter Christie e migliorato e divulgato un decennio più tardi dal suo collega e concittadino Sir Charles Wheatstone (da cui il nome). Contiene una batteria a bassissimo voltaggio e consta fondamentalmente di un circuito elettrico; quando la batteria viene attivata e il circuito elettrico viene chiuso, per esempio prendendo in mano gli elettrodi (le lattine), la lancetta connessa al circuito reagisce alla resistenza del corpo attraverso cui fluisce la corrente. Fino a questo punto della spiegazione anche un fisico può essere d’accordo. A detta di Hubbard, però, l’E-Meter può essere usato per localizzare gli engrammi, e segnalare che sono stati eliminati, poiché tali memorie negative hanno una “massa” e una “resistenza”[2].
Il primo E-Meter fu progettato da Volney Mathison, uno scrittore e chiropratico, che fu influenzato dalle lezioni di Hubbard e faceva parte della sua cerchia della prima ora. L’invenzione sembrò loro rivelare e confermare la presenza degli engrammi. Volney rifiutò di cedere il brevetto a Hubbard, che per un po’ pensò di eliminarlo dalla pratica, sostenendo che la depersonalizzasse. In seguito Hubbard elaborò, probabilmente con l’aiuto di altri, la propria versione, brevettata sotto il suo nome qualche anno più tardi, e l’E-Meter tornò una volta per tutte a rivestire un ruolo centrale nell’auditing. Come chi legge potrà facilmente verificare consultando i brevetti su internet, l’E-Meter non fu registrato facendo riferimento alla sua interpretazione secondo Dianetics, ma piuttosto con denominazioni neutre e scientificamente accettabili, come “dispositivo che misura e indica cambi di resistenza in un corpo umano”[3].
L’E-Meter, come ho anticipato, è importantissimo durante l’auditing. Il preclear ne tiene le lattine e l’auditor rileva gli engrammi interpretando i movimenti dell’ago (non visibili al preclear medesimo). È da notare che in questa procedura nulla, almeno in apparenza, è lasciato al caso o all’improvvisazione dell’auditor. Infatti Hubbard ha precisato, in una copiosa letteratura che è oggetto di intenso studio all’interno del movimento, come siano da interpretare i movimenti della lancetta, e anche le domande poste durante le sessioni seguono schemi fissi e ripetitivi. Gli auditor seguono insomma un preciso training basato su manuali scritti da Hubbard. In questi manuali, oltre a illustrare quella “fisica degli engrammi” che ho già spiegato per sommi capi, si insiste molto sull’infallibilità del dispositivo. In due note fotografie si può ammirare Hubbard mentre applica gli elettrodi nientemeno che a un pomodoro, nell’ambito di una serie di “esperimenti sulle piante”. Sembra che Hubbard fosse convinto di poter rilevare la sofferenza del pomodoro se sottoposto a “tortura”[4].
Come abbiamo visto, Scientology è stata al centro di vari guai con la legge. Questi hanno riguardato molto da vicino anche l’E-Meter e hanno pesantemente influenzato il modo in cui Scientology oggigiorno lo presenta. Nel 1963, su mandato dell’agenzia federale Food and Drug Administration (FDA) la sede storica di Scientology a Washington fu perquisita e fu confiscato molto materiale che includeva degli E-Meter. Nel 1967 un primo verdetto stabilì che tutto dovesse essere distrutto, in quanto si trattava di materiale falsamente presentato come terapeutico. Nel 1969 la Corte d’Appello sancì invece che l’E-Meter fosse e potesse essere usato in una pratica di tipo pastorale, ossia religiosa, protetta quindi dal Primo Emendamento della Costituzione USA. Insomma, pur essendo chiaro che era stato usato e presentato come avente una finalità terapeutica, se ne accettò e limitò l’uso fintantoché l’auditing fosse definito e messo in atto come pratica meramente spirituale. Un giudice decretò infine che gli E-Meter potessero tornare a Scientology ma potessero circolare solo se provvisti di un ben visibile avviso che precisasse come il dispositivo non fosse, dal punto di vista scientifico e medico, utile per il trattamento, la diagnosi e la prevenzione di alcuna malattia. Tuttavia questa misura fu interpretata dagli scientologi a loro modo, apponendo all’apparecchio un avviso non troppo evidente[5]. Attualmente Scientology (come si può leggere sulle pagine web ufficiali in italiano) precisa che l’E-Meter:
“È uno strumento religioso utilizzato nell’auditing come supporto all’auditor. Il suo utilizzo è riservato ai ministri di Scientology o ai ministri di Scientology in formazione, e serve per aiutare il preclear a localizzare e ad affrontare aree di turbamento spirituale. Di per sé, l’E-Meter non causa alcunché. È uno strumento elettronico che misura lo stato mentale ed i cambiamenti di stato di una persona; inoltre facilita una conduzione precisa e veloce dell’auditing. L’E-Meter non è utilizzato né inteso per la diagnosi, la cura o la prevenzione di malattie” (corsivo mio)[6].
È anche vero che nei manuali sull’E-Meter, oltre a questa precisazione, si continuano a leggere osservazioni di Hubbard sul fatto che gli “incidenti” e gli engrammi che ne risultano sono la causa di affezioni fisiche[7].
La mia esperienza con l’E-Meter
Fin da quando ho cominciato la mia ricerca ho ritenuto che la mia conoscenza dell’E-Meter non sarebbe stata completa se non avessi avuto un’esperienza diretta con l’apparecchio. Gli scientologi, come ho già ricordato, da qualche anno hanno una politica di “apertura”, almeno apparente, rispetto agli studiosi, che in precedenza erano dissuasi dall’immischiarsi troppo nel movimento. Vari affiliati vengono inoltre spediti ai convegni accademici sulle nuove religioni in qualità di osservatori e interlocutori, e non lo fanno sotto mentite spoglie. In questo senso c’è un contatto almeno di facciata. Grazie a una rappresentante di Scientology conosciuta a una conferenza in Texas nel 2014 ho chiesto e ottenuto molto facilmente una dimostrazione presso l’edificio della Chiesa di Scientology di Città del Messico, dove vivevo all’epoca. Si tratta di un lussuoso edificio di sei piani nella zona di Bellas Artes, centralissima e dall’aspetto europeo e moderno. Il primo piano ospita una mostra permanente su Hubbard, Dianetics e Scientology e, come è di norma in questo tipo di edificio, un ufficio di Hubbard.
Come molti studiosi adopero la pagina academia.edu per dare visibilità alle mie pubblicazioni e attività accademiche. La pagina consente di vedere chi si è interessato ai tuoi testi, per lo meno avendoci cliccato sopra se non avendoli scaricati e letti. Ebbene, poche ore dopo avere stabilito un contatto con la sede della capitale messicana, ho notato che una delle persone con cui avevo corrisposto si era fatta un profilo nuovo di zecca (senza essere uno studioso) e aveva controllato uno per uno i miei articoli, richiedendomi in particolare un saggio sugli ultimi romanzi di Hubbard (che però non ho potuto spedire in quanto in fase di elaborazione). L’interesse dimostrato era superiore anche a quello di normali colleghi, che di solito cliccano su uno o due saggi al massimo, quelli su temi di comune interesse.
Il giorno della dimostrazione è stato il 17 maggio 2015. Mi hanno accolto due donne abbastanza eleganti, sulla cinquantina, e un uomo probabilmente della stessa età. Le due donne facevano parte dell’apparato di pubbliche relazioni, l’uomo più propriamente era il “pastore” che avrebbe effettuato la dimostrazione. Forse non per coincidenza una delle due donne era di origine italiana e mi ha parlato un po’ in italiano, raccontando tra le altre cose i suoi bellissimi viaggi in Europa nell’ambito delle attività del movimento. Mi sono state rivolte domande sulle mie attività lavorative in Messico e sulle mie preconoscenze in merito a Scientology.
Il tutto è avvenuto nel contesto di una normale conversazione, ma devo ammettere che sentirmi a confronto con tre paia di occhi, e la consapevolezza del fatto che le mie pubblicazioni scientifiche erano state vagliate a tappeto (seppur con modi leciti e a causa della mia stessa scelta di divulgarle) non mi ha messo molto a mio agio. In altre parole, presupponendo che già possedessero le informazioni che mi chiedevano, mi sono sentito più oggetto di una verifica della mia sincerità che parte di una conversazione per rompere il ghiaccio. Anche io comunque, com’è mia abitudine, ho posto tante domande. Le due signore mi hanno raccontato che da quando sono parte di Scientology si sentono molto meglio e hanno “controllo su molte cose” e mi hanno mostrato la sala delle cerimonie, raccontandomi per esempio come si svolge un rito funebre. Tutto nell’edificio aveva un aspetto nuovo e un po’ kitsch.
La “dimostrazione” dell’E-Meter si è svolta in una saletta con un tavolo tondo. Il modello usato era un Mark VIII, quindi quello commercializzato più di recente. Me ne sono stati illustrati i componenti visibili e poi mi è stato somministrato il classico “test del pizzicotto” che anche Hubbard descrive come dimostrazione dell’efficacia del dispositivo. In sostanza mi è stato (gentilmente) pizzicato un braccio. Poi ho preso in mano le “lattine” e mi è stato chiesto di pensare all’esperienza sgradevole di qualche istante prima. Effettivamente la lancetta si è mossa in modo avvertibile. Proseguendo la conversazione però ho notato che i suoi movimenti erano influenzati dal mio modo di stringere gli elettrodi. Inoltre ho pensato a un recente e doloroso fatto famigliare (ben più sgradevole del pizzicotto) e non ho notato nessun movimento paragonabile a quello precedente. Ho cercato anche di incalzare un po’ i miei interlocutori sul tema dell’“ammodernamento” dell’E-Meter. Se era infallibile fin dall’inizio, perché aggiornarlo? Forse che oggi si aprono dei livelli che agli scientologi del passato erano interdetti perché si servivano di una tecnologia attualmente obsoleta?
Mi è stato spiegato che non c’è stato un “salto di qualità” bensì solo un miglioramento nella rapidità dell’apparecchio. Volendo, un auditor abbastanza allenato potrebbe ottenere gli stessi risultati senza macchina, ma in un tempo lunghissimo (in realtà questo contraddice alcune frasi ben precise di Hubbard che si possono leggere nei suoi manuali).