Poveglia, l'isola più infestata del mondo

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  • 12-12-2017
  • di Riccardo Bottazzo
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Ospedale di Poveglia ©Wikipedia
The most haunted isle of the world. Provate a scriverlo sul vostro motore di ricerca e scoprirete che si tratta di “Poveglia”. Quei sette ettari e mezzo di case diroccate e di vegetazione incolta, nel bel mezzo della laguna sud di Venezia, sarebbero i più infestati al mondo da presenze ultraterrene: spiriti maligni, fantasmi di morti di pestilenze, vittime senza pace di folli esperimenti psichiatrici.

L’aspetto davvero incredibile della vicenda è che tra noi abitanti della laguna, nessuno ne era consapevole. Perlomeno sino a quella mattina del 18 luglio dell’anno scorso, quando, nell’aprire la pagina di cronaca cittadina dei giornali locali, i veneziani hanno letto la notizia del giorno: “I fantasmi “cacciano” 5 americani” (La Nuova di Venezia e Mestre), “Aiuto i fantasmi! Turisti americani portati in salvo dai vigili del fuoco” (Gazzettino).

Cinque boys del Colorado


Gli articoli, non privi di un certo sarcasmo, raccontavano il «singolare intervento» di salvataggio portato a termine da una «lancia» dei vigili del fuoco. Cinque ragazzi del Colorado, tutti meno che ventenni, avevano deciso di regalarsi una avventura da brivido trascorrendo una notte intera a Poveglia. Si erano fatti portare nell’isola da un taxi con un armamentario da Ghostbusters, quindi avevano salutato il marinaio chiedendogli di venirli a prendere il mattino dopo.

Poco dopo mezzanotte, una barca a vela che rientrava in porto dal canale di Malamocco, li ha sentiti urlare: «Ghosts, ghosts! », Spettri, spettri. Lo skipper ha chiamato i pompieri che sono immediatamente accorsi e li hanno tratti in salvo. I cinque hanno poi raccontato ai giornalisti di aver avuto un «incontro ravvicinato» con i fantasmi dell’isola, di aver sentito voci e lamenti, rumori infernali che provenivano dal buio della notte… Presi dal panico, hanno abbandonato sul campo le attrezzature e sono scappati sul molo, urlando come anime dannate sino a che i vigili del fuoco non li hanno portati via dall’isola maledetta.

E così, questa estate, i veneziani hanno scoperto che tra le tante attrattive della loro laguna c’è anche l’isola più infestata del mondo. La vera sorpresa però, come abbiamo scritto in apertura, è che quest’isola infestata è Poveglia. Isola che, nell’immaginario collettivo lagunare, è il posto più tranquillo del mondo. Ci siamo sbarcati tutti da ragazzini, alla ricerca di avventure alla Stevenson, a bordo del nostro primo “cofano”, l’equivalente lagunare del motorino. Più avanti con l’età, Poveglia è tappa obbligatoria per grigliare branzini in compagnia di amici e saltare i “peoci” raccolti in apnea ai piedi della “bricole”.

Ma che l’isola fosse zeppa di fantasmi inquieti… nessuno se lo immaginava.

L’isola maledetta… che non ti aspetti


Di presenze spettrali, nella tranquilla Poveglia, non si trova traccia in tutta la pur ricca letteratura di storia e di tradizioni popolari veneziane. Non ne parla Alberto Toso Fei nel suo Veneziaenigma (Elzeviro Edizioni), non ne fa cenno Marcello Brusegan nelle sue Guide Insolite (Newton Compton), e tantomeno se ne trova traccia in Venezia, luoghi di paure e di voluttà (Edizioni della Laguna) scritto da Elena Vanzan. Neanche Espedita Grandesso, che ama romanzare leggende popolari tra il gotico e il pauroso in libri come Fantasmi a Venezia (Helvetia), ha mai recuperato qualcosa che riguardasse la placida Poveglia. Niente di niente!

Ma allora, come è venuto in mente a questi boys del Colorado di cercare fantasmi proprio a Poveglia? Questo era il vero mistero. E per avvicinarci a una possibile soluzione dobbiamo proprio guardare agli Stati Uniti d’America.

Ci riferiamo in particolare a una seguitissima – oltreoceano – serie televisiva che “indaga” il paranormale e ha dedicato una intera puntata a Poveglia. I metodi di “indagine”, lo avrete immaginato, sono ben diversi da quelli del CICAP. Tanto è vero che in più occasioni gli amici di Skeptical Inquirer hanno liquidato questa serie televisiva come «solo spettacolo e niente di più».

La trasmissione si chiama Ghost Adventures (in italiano Cacciatori di fantasmi) e, negli Usa, va in onda su Travel Channel, uno dei canali Discovery. Un autentico successo di pubblico, considerando che la serie è alla sua 13esima stagione e continua a produrre nuovi episodi. Ghost Adventures è trasmessa anche in Italia su Sky, ma nel nostro Paese ha ottenuto un seguito minore.

Manco a dirlo, la puntata che i ghostbusters a stelle e strisce hanno girato a Poveglia, “Poveglia Island”, e che è stata mandata in onda il 13 novembre 2009, è stata votata come una delle migliori della serie. Le riprese notturne all’infrarosso realizzate tra le chiese diroccate e i palazzi invasi dalla vegetazione sono davvero spettacolari. Nel corso delle “indagini”, il regista, medium nonché capo investigatore Zachary Alexander Bagans detto Zag, viene addirittura posseduto da una delle anime dannate che infestano l’isola dando vita a una scena degna di un film horror. L’anima inquieta lagunare che parlava un ottimo inglese si rivelò particolarmente maligna e per il povero e posseduto Zag fu una esperienza terrificante. Tanto che ebbe a dichiarare: «Abbiamo quasi rischiato di dover interrompere le riprese!»

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Vista aerea della laguna di Venezia ©Wikipedia

Island of No Return e Death in Venice


Pur se il “merito” di aver reso famosi nel mondo i fantasmi di Poveglia spetta alla troupe di Ghost Adventures, non è stato Zag Bagans il primo ad aver scelto questa location veneziana per ambientarci una storia di fantasmi. La puntata, infatti, ricalca una trasmissione simile mandata in onda da Fox Family Channel per la serie “Scariest Places on Earth”, i luoghi più spaventosi della terra, che aveva come ospite la celebre attrice Linda Blair. Ve la ricordate? È la protagonista femminile del film L’Esorcista.

Le due puntate dedicate a Poveglia, intitolate “Island of No Return: The Venice Dare”, furono trasmesse il 19 e il 24 agosto 2001. Il tono era più documentarista rispetto alle “possessioni in diretta” che fanno rantolare come tarantolati i ghostbusters di Zag Bagans, e forse per questo la serie targata Fox Channel ottenne meno successo di pubblico.

Qualche tempo prima rispetto a Ghost Adventures, erano stati Yvette Felding e Paul O’Grady a visitare Poveglia. Il documentario “Death in Venice” fu trasmesso dal canale britannico Living all’inizio di novembre 2009.

Brividi veneziani


Sono state queste tre trasmissioni, capaci di regalare facili brividi allo spettatore ma non sostenute da una seria ricerca storica o letteraria, a fare di Poveglia «the most haunted isle of the world».

C’è da rimarcare che, anche se nessuna tradizione locale testimoniata nella letteratura folklorica avalla la presenza di spettri a Poveglia, le suggestioni utilizzate nella trasmissione di Bagans per raccontare Poveglia e la laguna veneziana sono molte. Si racconta infatti di un’isola abbandonata a ridosso di una Venezia decadente, in una laguna misteriosa dove sorgono antichi lazzaretti, ripugnanti ossari, conventi spettrali, vecchi ospedali psichiatrici, tra dottori della peste con la spaventosa bautta bianca sul volto, marinai levantini infetti e relitti affondati… Ce n’è più che a sufficienza per catturare l’attenzione dello spettatore in cerca di emozioni e misteri. E pazienza se a Poveglia – proprio a Poveglia tra tutte le isole della laguna – non c’è mai stato nulla di tutto questo. Mi spiega Alberto Toso Fei, scrittore e noto studioso di storia e tradizioni lagunari:

«Durante la registrazione della puntata, la troupe della Fox Channel è venuta ad intervistarmi, in qualità di esperto di leggende veneziane. Volevano a tutti i costi che gli parlassi dei fantasmi di Poveglia. Io ripetevo loro che non mi interesso di fantasmi ma di tradizione scritta e orale veneziana e in tutta questa vastissima letteratura non c’è la pur minima traccia di presenze spettrali a Poveglia. E questo è anche quanto gli hanno detto e ripetuto tutti gli altri studiosi ai quali si sono rivolti. Ma non è stato sufficiente a convincerli. Non gli importava nulla né della storia, né della letteratura o della tradizione scritta e orale di Venezia. Avevano scelto quell’isola per girare un documentario sui fantasmi di Venezia, mescolando un po’ di tutto a casaccio, e così han fatto».

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Poveglia, canale interno ©Angelo Meneghini

Questioni di location


Un veneziano avrebbe scelto un’altra isola per collocarci degli spettri. Magari Sant’Ariano, l’isola ossario al largo di Torcello, dove trovano riposo centinaia di corpi prelevati dai numerosi cimiteri veneziani. Ma il contesto di Sant’Ariano si presta poco alla possibilità di spettacolarizzare, un ingrediente fondamentale per una trasmissione tv di successo. Vi si trova soltanto un muretto fatiscente che racchiude una boscaglia impervia. L’unica volta che ho provato ad entrarci, mi son dovuto fare largo col machete. Ciò che fa davvero paura qui è l’incuria nella quale è stato abbandonato questo pezzo di storia veneziana. E invece la trasmissione racconta di una Poveglia piena di fosse comuni, ancora tutte da scoprire, dove sarebbero stati interrati migliaia di corpi di appestati. Anime senza pace che implorano ai vivi una degna sepoltura. Continua Toso Fei:

«Io ho spiegato loro che quell’isola [fino alla fine del Settecento] non è mai stata un lazzaretto [la rete sanitaria dei lazzaretti che circondavano Venezia era composta dal Lazzaretto Vecchio e da quello Novo, attivi rispettivamente dal 1423 e dal 1468]. Solo in due occasioni due navi di appestati provenienti dai porti di levante vi sono state poste in quarantena. La prima volta nel 1793 quando morirono 8 marinai e la seconda nel 1799 e perirono 12 persone. Sappiamo anche i loro nomi e cognomi. Ma di fosse comuni di appestati a Poveglia non ne troverete di certo.»

Nei primi decenni dell’Ottocento, ci ricordano due medici dell’epoca, Angelo Antonio Frari e Gaspare Federigo, ci fu qualcha altro morto, ma in numero assai limitato.

Manicomi & storie truculente


Sempre secondo le “fonti” – o forse è meglio dire la fantasia – degli sceneggiatori di Ghost Adventures, Poveglia sarebbe divenuta, dopo la caduta della Repubblica, un manicomio dove medici sadici e folli praticavano terrificanti esperimenti sui pazienti. «Ma quale ospedale psichiatrico? L’isola era un ricovero per anziani, attivo sino agli anni ’60! Informatevi, dicevo loro. Posso darvi i numeri di telefono dei dottori che, da giovani ci hanno lavorato... Ma non c’era nulla da fare. Loro volevano soltanto truculente storie di spettri. Ho capito che, se non c’erano, se le sarebbero inventate. E lo hanno fatto».

Altre sono le isole che fungevano da ospedali psichiatrici in laguna. San Servolo, per esempio. O San Clemente. Ma anche queste due isole, oggi recuperate e trasformate in eleganti centri congressi e sedi della Biennale, non si prestano troppo per girare scene come la possessione in diretta da parte di uno spirito maligno, a differenza della nostra Poveglia. Come ogni regista sa, la location ha una importanza determinante per il successo del film.

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Isola di Poveglia ©Angelo Meneghini

Il tempo delle leggende


Facciamo caso alle date. Tutte le “notizie” che troviamo nei tanti siti dei sostenitori delle ipotesi paranormali riguardanti presenze spettrali a Poveglia sono posteriori alla data di trasmissione della puntata di “Scariest Places on Earth”. È ovviamente possibile che gli autori del programma abbiano sentito da qualche parte un racconto sull’isola e abbiano deciso di dargli corpo in trasmissione, per quanto appunto nei testi che raccolgono le leggende locali non ve ne sia menzione.

Ma è altrettanto plausibile che Poveglia sia stata scelta casualmente per ambientarci un racconto di fantasmi, inventando una leggenda di sana pianta. Resta il fatto che la fama mondiale dell’isola si deve senz’altro a questi due programmi statunitensi. E oggi nessuno, anche tra chi non crede ai fantasmi, dubita più che le storie di presenze spettrali siano sempre state una peculiarità dell’isola. Come quella del medico che nel secolo scorso si sarebbe buttato giù dal campanile di Poveglia, terrorizzato da chissà quale presenza demoniaca. Una storia che non trova riscontro in nessun giornale o sito precedente al 2009, e di cui nessun medico che allora lavorava ospizio ha ricordi, ma che viene ripetuta in tutte le pagine che trattano il “mistero” dei fantasmi di Poveglia. Un “copia e incolla” senza verifica. Tanto per rimanere in tema, questa sì che è la vera pestilenza del nostro secolo!

Fantasmi? Sì, ma buoni


E così, quella tranquilla oasi lagunare dove i veneziani vanno a rifugiarsi quando proprio vogliono evadere da carnevali, mostre del cinema e orde turistiche, è diventata l’isola più infestata del mondo.

Ad alimentare la leggenda e ad aggiungere storie sempre nuove ci pensano i tanti gruppi di ghostbusters che ne hanno fatto una meta ambita delle loro scorrerie nel mondo del paranormale. Cacciatori di fantasmi targati Usa, come i cinque boys del Colorado, ma anche italiani, perché la leggenda dell’isola più infestata del mondo si è oramai diffusa anche nella Vecchia Europa.

A metà gennaio di quest’anno è stata la volta di un gruppo di ghostbusters dell’Epas (European Paranormal Activity Society). Anche loro hanno voluto trascorrere l’oramai tradizionale nottata da brivido tra i ruderi di Poveglia. Come è andata la loro caccia? Bene, hanno spiegato ai giornalisti che non hanno perso l’occasione di intervistarli. Hanno udito chiaramente il lamento di una bambina fantasma. Ma di presenze maligne come quella che ha assalito il povero Zag, no. Nemmeno l’ombra. I fantasmi a Poveglia ci sono, hanno assicurato, ma sono tutti buoni.
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