La "minaccia" del Sodio Laurilsolfato

Nelle ultime settimane ha ricominciato a circolare via e-mail un inquietante messaggio a proposito di una sostanza chimica usata in molti detergenti per l'igiene personale, che sarebbe in realtà un pericoloso cancerogeno...

Leggete il messaggio (riportato testualmente come è arrivato a me) e poi i miei commenti al fondo.

Fai molta attenzione alla mail che mi è arrivata.....

Controlla gli ingredienti sulle bottiglie di shampoo e controlla se contengono una sostanza chiamata SODIUM LAURETH (o lauryl) SULFATE, o semplicemente SLS.

Questa sostanza si trova nella maggior parte degli shampoo, e i produttori la usano perche' fa molta schiuma ed e' economica.

Ma il fatto E che l'SLS si usa per strofinare i pavimenti dei garage ed e' molto forte.

E' anche provato che puo' provocare il cancro a lungo andare, e questo non e' uno scherzo.

Livello di cancerosita E pari a quello del benzene.

Il VO5, Palmolive, Paul Mitchel, il nuovo shampoo della Hemp contengono questa sostanza.

Allora ho chiamato una ditta e gli ho detto che il loro prodotto contiene una sostanza che fara' venire il cancro.

Hanno risposto:"Si , lo sappiamo, ma non possiamo farci niente perche' abbiamo bisogno di quella sostanza per produrre la schiuma." Anche il dentifricio Colgate contiene quella sostanza per produrre le bolle.

icono che mi manderanno delle informazioni. La ricerca ha dimostrato che negli anni'80 le probabilita' di prendere il cancro erano 1 su 800 e ora, negli anni '90, sono 1 su 3, e cio e' molto preoccupante.

Cosi' spero che prendiate questa lettera sul serio e la passiate a tutti quelli che conoscete, nella speranza di impedire di provocarci il cancro.

La cosa e' seria, dopo che avete letto questa lettera cercate di informare tutti quelli che potete.

Contengono quella sostanza:

Shampoo dell'Antica Erboristeria

Bagnoschiuma Bionsen

Bagnoschiuma Nivea

Collutorio L'Angelica

Shampoo Clear

Shampoo Garnier

Shampoo L'Oreal

Dentifricio Macleens Extrafresh

Dentifricio Oral-B Sensitive Fluoride

Dentifricio AZ verde protezione carie

Shampoo OSMOSE e BIOPOINT

Non so quelli dell'Erbolario, con l'occasione ho scoperto che non hanno gli ingredienti sulla confezione.

SE HAI ANCORA DUBBI LEGGI "SALUTE" IL SETTIMANALE DI REPUBBLICA SULLA SALUTE DEL 9 NOVEMBRE 2000. ALLA PAG 40 - 41 (riquadro verde in alto al centro) TROVERAI UN ARTICOLO CHE PARLA PROPRIO DI QUESTA SOSTANZA.

CONCLUSIONE: NESSUNO NEGA LA PRESENZA DI TALE SOSTANZA, MA LA GIUSTIFICANO; ANZI, PER MOTIVI PURAMENTE ECONOMICI, DICONO CHE LE BASSE DOSI SAREBBERO ININFLUENTI, MA UNA BASSA DOSE CON LA DOCCIA,UNA PER LAVARE I DENTI , UNA PER LAVARE I CAPELLI ..... A LUNGO ANDARE QUANTO FA?

SE COLORO CHE GIUSTIFICANO L'UTILIZZO DI TALE SOSTANZA INVECE DI PENSARE ALLA SALUTE DEI CONSUMATORI PENSASSERO SOLO A NON FARE ANDARE IN ROVINA LE MULTINAZIONALI?

Ti consiglio di cliccare su inoltra e inviare questa mail a tutti quelli che conosci.

 

Si tratta di un messaggio originato negli Stati Uniti intorno al 1998 e che circola da allora in varie forme, in almeno quattro lingue; si diffonde con lo stesso meccanismo (e per ragioni analoghe) delle leggende metropolitane. Chiaramente, questo non implica automaticamente che il contenuto sia falso; in questo caso specifico, tuttavia, lo è. Prima di entrare nel merito dei contenuti, qualche aspetto comune a voci di questo genere.

  • L'indizio più forte di tutti è proprio il tipo di messaggio, cioè un avvertimento. È proprio dello "Xerox-lore", cioè dei testi che, di fotocopia in fotocopia, vengono diffusi per avvertire di un supposto pericolo. Con l'avvento del Web, la fotocopiatrice è stata sostituita dalla posta elettronica.

I due testi più celebri in questa categoria sono quello sugli additivi alimentari (completamente falso) e quello sui "tatuaggi" o "figurine" all'LSD (basata su elementi reali, ma completamente travisati) che hanno circolato a lungo negli anni '70 e '80 [3]. Si differenziano dalle "leggende urbane" propriamente dette in quanto non hanno struttura narrativa, anche se la ragione della diffusione è analoga a quella delle leggende dette "cautionary tales"; il fatto che sia la paura, in generale, a muovere questa forma di comunicazione è, ovviamente, testimoniato dalla rarità di voci "positive" [4]. Il messaggio, una volta originato non si sa da chi e non si sa come, si propaga poi perché "la rumeur est une nouvelle" [5], ogni diceria è una notizia importante da cui può dipendere la salute.

  • Il messaggio contiene un rinvio ad autorità di qualche genere: il supplemento Salute di Repubblica in questo caso, ma l'anno scorso era un numero verde di un ospedale americano, che tuttavia dichiarava di non saperne nulla. La prima versione era "benedetta" da una dottoressa Michelle Hailey della University of Pennsylvania la quale, manco a dirlo, non ne sapeva nulla neache lei.

  • Cita poi qualche dato numerico per dare una parvenza di rigore (tra l'altro, una versione che sta circolando in francese riporta 1 su 8000 invece di uno su 800, ad esempio; credo comunque che il numero sia in ogni caso sbagliato) L'apparente ricchezza di dettagli (in special modo quantitativi o, almeno apparentemente, verificabili come i nomi e indirizzi di poco sopra) fornisce credibilità al testo [1].

  • Gli errori (più spesso di ortografia nei testi in inglese, di sintassi o di logica, sovente derivanti da traduzioni approssimative, in quelli in italiano) mostrano come "la precisione apparente del testo si accompagna ad una certa incomprensione degli elementi, l'essenziale essendo il messaggio nella sua globalità, la sua credibilità e la necessità di diffonderlo" [2]

  • Fa un elenco di prodotti che lo contengono, citandone misteriosamente alcuni e non altri (praticamente qualunque shampoo o sapone liquido ne contiene). Ricordate, all'epoca dello "Xerox-lore", l'ormai celebre volantino fotocopiato "dell'Ospedale Villejuif di Parigi" sugli additivi alimentari? Riportava, nella versione in italiano anche se non in quella francese, un elenco del genere (e notate il rinvio all'autorità!) Anche qui, l'intento di chi racconta è fornire autorevolezza al testo.

  • Il contenuto conferma alcuni modelli mentali (anche qui, non necessariamente ingiustificati!) di chi legge: il sospetto nei confronti delle sostanza chimiche che non si conoscono, l'idea della grande industria che "complotta" incurante della salute dei consumatori... Un messaggio può circolare più facilmente se suscita forti "assonanze cognitive", come quando supporta i preconcetti di chi lo trasmette.

Come scrivevo sopra, una voce che si propaga in questo modo non è necessariamente falsa; l'appello per la ragazza nigeriana che circola in questi giorni ha molte delle caratteristiche di una leggenda metropolitana (anche se di tipo differente), ma è tristemente vera. Bisognerà vedere se sarà ancora in giro tra qualche mese o anno, a faccenda conclusa; come quello per le cartoline al bambino malato terminale. Circola ancora anni dopo il raggiungimento del record auspicato con più di cento milioni di cartoline, l'operazione e la guarigione di Craig Shergold (oggi, 2002, ha, se non sbaglio, ventidue anni) e numerosi appelli da parte della Royal Mail per far cessare la pioggia di cartoline...

Il Sodio Laurilsolfato (SLS) ed il Sodio Lauriletere Solfato (SLES, sono due sostanze differenti) sono effettivamente usati in praticamente tutti i detergenti, per uso personale o meno, in commercio; sono effettivamente irritanti (come, peraltro, la capsicina del peperoncino che fa così bene). In più, SLS è leggermente purgativo. Ma questi sono i soli rischi (noti) per la salute: almeno tre differenti agenzie (l'OSHA, che si occupa negli Stati Uniti della sicurezza nel lavoro, il National Toxicology Program americano e l'International Agency for Research on Cancer IARC) non hanno classificato SLS o SLES né nella categoria dei cancerogeni noti né in quella dei "ragionevolmente probabili" (anche se questo non vuol certo dire che nelle liste non ci possano andare a finire in futuro). La classificazione nella stessa categoria del benzene, semplicemente, non esiste [6]. Ho letto anche che è stato classificato nella categoria dei "probabilmente NON cancerogeni", ma non sono riuscito a trovare la fonte originale; le indagini proseguono. Questo non significa "non sono cancerogeni se a basso dosaggio"; significa "non sono cancerogeni" punto e basta. Al massimo, una irritazione ripetuta e continuativa puo' provocare alcune forme di cancro, ma a questo punto e' cancerogeno anche l'elastico delle mutande.

A quanto sostiene Barbara Mikkelson, una studiosa americana di leggende metropolitane, una possibile origine del messaggio è un caso degli anni '70, in cui alcune partite di shampoo furono contaminate da nitrosamine (che sono, queste sì, cancerogene), provenienti proprio da un laurilsolfato differente, che da allora non è più usato. [7]

Ciò non significa che si possa bere allegramente un bicchierino di SLS puro tutte le sere prima di andare a dormire, né che future ricerche possano scoprire qualche effetto, ma certo l'allarme suscitato dal messaggio non è giustificato. A meno che non siate produttori di shampoo "naturali", "olistici" o "ayurvedici", i cui siti web riportano quasi sempre il testo...

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[1] J. H. Brunvand, "The Vanishing Hitchhiker. American urban legends and their meaning." New York: Norton (1981) Pagg. 95 e seguenti.

[2] V. Campion-Vincent, J. B. Renard, "Légendes urbaines. Rumeurs d'aujourd'hui." Paris: Payot (1992) Pag. 197.

[3] C. Bermani, "Il bambino è servito. Leggende metropolitane in Italia." Bari: Dedalo (1991)

[4] S. Casillo, "Le false voci sui prodotti e i marchi industriali." Napoli: Liguori (1996) Pagg. 37 e seguenti.

[5] J.-N. Kapferer, "Rumeurs: le plus vieux média du monde." Paris: Seuil (1987) Pagg. 56 e 60.

[6] Ad esempio: National Toxicology Program, "Report on Carcinogens, 9th edition" Washington: EHIS (2000).

[7] B. Mikkelson, http://www.snopes.com/toxins/shampoo.htm

Articolo tratto da La Voce Scettica, n.9, feb-mar 2002.

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