Gli scettici americani fanno causa alla Boiron

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  • 14-11-2022
  • di Giuseppe Scuotri
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Granuli di rimedi omeopatici © LuCar/iStock
È una vicenda giudiziaria destinata a lasciare il segno quella aperta lo scorso aprile dal Center for Inquiry (CFI), associazione scettica statunitense che ha portato in tribunale la Boiron, la più grande casa produttrice di rimedi omeopatici al mondo. L’accusa mossa alla multinazionale francese, si legge in un comunicato pubblicato sul sito dell’organizzazione no profit, è di aver «ingannato consumatori vulnerabili con prodotti inutili mascherati per avere l’aspetto di vere medicine».

Nella documentazione presentata alla Corte superiore del District of Columbia, gli attivisti contestano alla Boiron, in particolare, una violazione del Consumer Protection Procedures Act, che salvaguarda i consumatori americani da tutte le pratiche commerciali fraudolente. Secondo il CFI, l’azienda ha immesso sul mercato una serie di prodotti identici per composizione, sotto forma di pillole o polveri, spacciandoli per rimedi contro una vasta gamma di patologie. Una pratica che, secondo l’accusa, risulta essere di natura fraudolenta dato che tutti i rimedi proposti sono privi di qualsiasi principio attivo rilevabile a livello scientifico, ed è portata avanti nei media «attraverso dichiarazioni, atti, omissioni, allusioni e ambiguità».

«I fatti non potrebbero essere più chiari», afferma Nick Little, vicepresidente e consigliere legale dell’associazione. «La Boiron ricava enormi profitti ingannando i consumatori che si trovano in un momento di difficoltà. La società sa che i suoi prodotti sono inutile spazzatura, e fa quindi tutto quel che può per nascondere la verità, in modo da poter imporre la sua pubblicità ingannevole agli inconsapevoli, i disinformati e i vulnerabili. Non è ammissibile che possa ancora farla franca».

«La Boiron vende piccole pillole di zucchero con grandiose pretese», dichiara l’avvocato del Centre for Inquiry Aaron D. Green. «È difficile credere che qualcuno possa tentare di far passare questa roba come un rimedio infallibile per curare dolorosi problemi cutanei, alleviare sintomi di malattie mentali e, addirittura, per contrastare l’arrivo della menopausa. Ma la società sta facendo esattamente questo, inducendo i consumatori a mettere a repentaglio la loro salute e buttare via i loro soldi su false “medicine”. È ora che la Boiron e tutti gli altri venditori di prodotti omeopatici diano conto del loro operato».

Il legale cita, in particolare, il caso del rimedio a base di Saccharum officinale, venduto come trattamento per l’agitazione nervosa nei bambini: «La maggior parte dei genitori sarebbero comprensibilmente scettici se la Boiron dicesse loro cos’è in realtà Saccharum officinale, ovvero comune zucchero alimentare».

Il Centre for Inquiry riporta contestualmente diversi dati sul consumo di prodotti omeopatici negli Stati Uniti d’America: «Stando a recenti resoconti di mercato – ricorda l’associazione – l’85% dei consumatori che comprano rimedi omeopatici non si rende conto della natura del prodotto al momento dell’acquisto, e nove su dieci non sanno nemmeno cosa significhi il termine omeopatico».

Quella contro la Boiron non è la prima battaglia legale riguardante l’omeopatia portata avanti dall’associazione scettica americana. Il CFI è attualmente impegnato, tra le altre cose, in un procedimento giudiziario contro due colossi della vendita al dettaglio negli Stati Uniti, CVS e Walmart, a cui è stata contestata la vendita e la promozione di rimedi omeopatici.
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