Nessuno quindi meglio di Alfredo Castelli poteva permettersi di dare vita a una delle più clamorose bufale nel mondo del fumetto, un esempio al tempo stesso di maestria e genialità.
Nell’aprile del 1966, il giovane Castelli (era nato a Milano il 26 giugno 1947) realizzò, assieme all’amico Paolo Sala, la prima fanzine italiana dedicata al fumetto, Comics, con il sottotitolo Bollettino del Comics Club 104, che uscì solo per quattro numeri, ma tali da farle ottenere questo primato (ci sarà anche un ulteriore numero, di quasi 80 pagine, datato maggio/aprile 1967, stampato tipograficamente, grazie a Gino Sansoni). Un primato che tuttavia non è solo cronologico, ma anche contenutistico. Infatti, come ha scritto Fabio Gadducci, «la rivista si distingue per alcune scelte precise: anzitutto la volontà di includere anche la produzione americana contemporanea, spesso trattata con sufficienza dagli appassionati del periodo».
Ma quella ormai mitica fanzine è passata alla storia soprattutto per uno dei classici colpi di creatività di Alfredo Castelli. Scrive ancora Gadducci: «E sempre a proposito di imprese impossibili, non si può non citare l’evento che ha consegnato il Bollettino alla storia del fandom mondiale: il terzo numero, Comics Club 104 presenta Guida a Topolino. Una storia del fumetto Disney americano, con una splendida copertina di Luciano Bottaro, nel quale è citato il fantomatico Al Lewin, supposto autore delle strisce giornaliere dal 1940 in avanti, identificato come “l’attuale disegnatore di Mickey Mouse” che “ha iniziato con Topolino e la barriera invisibile”. Nella cronologia realizzata dal Nostro assieme a Francesco de Giacomo non è l’unica imprecisione: ma per qualche motivo, il dato è stato più volte ripreso nella letteratura italiana e straniera sull’argomento, fino a diventare un tormentone negli studi del settore».
Pare che il nome di Al Lewin sia stato tratto da un romanzo che Castelli stava leggendo in quel periodo e che l’obiettivo fosse quello di generare una reazione fra i colleghi americani, i quali, una volta notatolo, avrebbero corretto l’errore. Cosa che in effetti avvenne, ma non servì a evitare la “fortuna” di quello sbaglio intenzionale, come viene ben descritto nel Catalogo italiano del fumetto amatoriale: «Infatti Mike Barrier, della rivista americana Funnyworld, risponde inviando a Castelli una preziosa indicazione: l’indirizzo di un certo Gottfredson, il quale si sarebbe poi rivelato il disegnatore di quasi tutto il periodo anteguerra per le strisce di Mickey Mouse. Nel frattempo la pubblicazione di Comics Club 104 è cessata, e la correzione non potrà essere effettuata che in un articolo sulla rivista Eureka, nel 1968. Ma intanto il nome del fantomatico Al Lewin è stato annotato in modo indelebile da esperti e appassionati, così da ricomparire puntualmente in AZ Comics, dove gli viene attribuita la creazione di Eta Beta, nella Trilogia di Topolino, dove Mario Gentilini (direttore di Topolino) ne sancisce il contributo al successo del personaggio, trasformandolo però in Al Levin, e ancora ne I Fumetti di Gaetano Strazzulla, dove l’autore afferma che “nel 1940 A.L. apportò altre modifiche sostanziali a Topolino”, e ancora nel volume Eta Beta, dove Gentilini riconferma a Levin la paternità del piccolo “uomo del Duemila!”»
Una storia che ha veramente dell'incredibile, soprattutto se si pensa che a un certo punto fu scoperto che un Al Lewin presso lo studio Disney ci ha lavorato per davvero. Come ha scritto Alberto Becattini, «lo stesso Gottfredson, in una lettera a Carlo Chendi del 17/2/1977, ha precisato che “nessun Al Lewin ha mai lavorato presso il Reparto Fumetti, tuttavia un Al Lewin ha lavorato presso lo studio Disney, nel 1936-37 e ancora nel 1939. Ha iniziato come intercalatore nell’animazione, poi come sceneggiatore. Nel 1939 ha lasciato la Disney per scrivere spettacoli radiofonici, e credo che lo stia ancora facendo”. A noi risulta inoltre che Al Lewin abbia illustrato storie “western” (Tom Mix, Clyde Beatty) per gli albi editi dalla Dell/Western nel 1938 e che sia stato poi assistente al disegno della strip fumettata da Don Winslow intorno al 1942».
Ma la storia non finisce qui. A distanza di anni, addirittura la stessa redazione di Topolino è tornata a far splendere il nome di Al Lewin. Infatti, su Topolino n. 2468 del 18 marzo 2003, a pagina 190, la redazione, nel rispondere a un lettore che voleva avere informazioni sulla creazione di Eta Beta, affermò che questo personaggio era stato creato nel 1947 dallo sceneggiatore Bill Walsh, dal disegnatore Floyd Gottfredson e nientemeno che da Al Lewin.
Comunque, al di là di questo svarione, le informazioni nel tempo si sono consolidate e ormai è praticamente impossibile sostenere che il fantomatico Al Lewin abbia creato Eta Beta. A meno che non si continui a prendere come unica fonte di riferimento la fanzine di Castelli realizzata negli anni Sessanta. Se oggi lo stesso ipotetico lettore chiedesse a ChatGPT: «Al Lewin è stato l’inventore di Eta Beta?» La risposta sarebbe: «No. Al Lewin non è stato l’inventore di Eta Beta. Eta Beta (Eega Beeva in inglese) è un personaggio dei fumetti Disney creato da Bill Walsh (sceneggiatore) e Floyd Gottfredson (disegnatore). Il personaggio fece la sua prima apparizione nella striscia quotidiana di Topolino il 26 settembre 1947». Esattamente tre mesi dopo la nascita di Alfredo. Anche lui, come Eta Beta, immortale uomo del futuro.
Bibliografia
- Becattini, A., 1998. Floyd & Mickey. Gottfredson, Disney e Topolino; mezzo secolo di umorismo e avventura, Editrice Comic Art
- Boschi, L., 2007. Irripetibili. Le grandi stagioni del fumetto italiano, Coniglio Editore
- Catalogo italiano del fumetto amatoriale (https://www.lfb.it/fff/fumetto/amat/art/allevin.htm )
- Ciardi, M., 2011. Le metamorfosi di Atlantide. Storie scientifiche e immaginarie da Platone a Walt Disney, Carocci Editore
- Ciardi, M., 2024. Nove. Storie di sport e fumetti, cinema e scienza, Il Mulino
- Gadducci, F., 2012. “Le grandi scoperte del Buon Vecchio Zio Alfredo, storico del fumetto”, in Alfredo Castelli. Storie e mysteri di un grande narratore, Comicon