Frugando un po', ho trovato anche un articolo dell'altrettanto autorevole rivista Nature (www.nature.com/nsu/000601/000601-10.html ), che dichiara falsa questa storia del suicidio dei lemming.
A ulteriore conferma, la mia Enciclopedia Grolier dice testualmente:
Di suicidi di massa, comunque, nessuna traccia. Ma allora da dove deriva questa storia? Deriva appunto da un documentario della Disney, intitolato White wilderness, diretto da James Algar nel 1958. Il documentario, premiato con l'Oscar e con l'Orso d'Oro del festival di Berlino per la propria categoria nel 1959, fu presentato come testimonianza naturalistica della vita reale dei lemming, ma in realtà la troupe creò artificialmente la scena del "suicidio" dei lemming spingendone un piccolo branco a gettarsi in "mare" (in realtà un fiume) da una scogliera. Non è chiaro se i lemming sopravvissero (grazie Disney). Questa scena raccapricciante diede vita al luogo comune dei suicidio dei lemming.
La falsificazione spacciata per "documentario" non finisce qui. Il film della Disney fu girato nell'Alberta, in Canada, dove non ci sono lemming (e, dettaglio trascurabile, non c'è neppure un mare nel quale suicidarsi). Fa niente: la Disney ne fece importare qualche decina, e per farli sembrare tanti, fu costruita una sorta di giostra coperta di neve, sulla quali furono piazzati i roditori. La cinepresa stava ferma e la giostra girava sotto le zampe dei lemming, creando, con l'aiuto di un po' di giochi di montaggio, l'impressione di una massa di animali in folle corsa. Terminate le riprese, i lemming furono "suicidati".
A parziale discolpa della Disney (e per evitare cause per diffamazione), devo precisare che non si sa se la società di Topolino fosse al corrente delle tecniche usate da James R. Simon, il regista della sequenza dei lemming. Un altro mito che s'infrange.
Paolo Attivissimo
Scrittore informatico,
responsabile del
Servizio Antibufala.
Testo tratto da
www.attivissimo.net