Prestigiatori e Parapsicologia

Dallo studio della storia della parapsicologia emerge un fatto importante: gli scienziati sono facilmente ingannabili. Contrariamente a quanto si crede, non è sufficiente una buona cultura scientifica per eliminare ogni possibilità di imbroglio, e gli scienziati che indagano nel paranormale sono particolarmente esposti a due tipi di inganno. Il primo è quello che può venire esercitato sullo sperimentatore. L'altro è molto più pericoloso, è l'autoinganno. Alcuni scienziati si sono fatti imbrogliare da sedicenti sensitivi perché hanno trascurato il fatto che gli esseri umani, data la giusta motivazione, possono imbrogliare. A differenza di un elettrone, di un batterio o di qualunque altra entità posta sotto osservazione, un essere umano ha l'abilità di manipolare intenzionalmente i dati ricorrendo a vari sotterfugi e di nascondere ad un osservatore queste manipolazioni. Il motivo di un simile comportamento non sempre è ovvio, talvolta è semplicemente il desiderio di dimostrare a se stessi la propria abilità, altre volte di acquisire potere e prestigio. Più spesso, lo scopo è quello di utilizzare l'incauta validazione di uno scienziato di fama per promuovere una carriera di dubbio valore.
Certi scienziati, d'altro canto, tendono ad ingannare se stessi per almeno tre ragioni: a) perché hanno un bisogno profondo di credere a ciò che viene loro offerto; b) perché sono convinti che la loro professionalità ed intelligenza li proteggeranno da ogni imbroglio e c) perché considerano i propri colleghi incapaci di sbagliare.
Ma come può succedere, ci chiediamo, che persone che in alcuni casi hanno addirittura ricevuto dei Premi Nobel per i loro contributi alla scienza, possano venir gabbati da truffatori senza scrupoli e da trucchetti dozzinali? La risposta sta nel semplice fatto, troppo spesso trascurato, che gli scienziati non sono preparati per scoprire dei trucchi. Per quanto strano possa sembrare, questo fatto non ci dovrebbe sorprendere più di tanto: gli scienziati sono solitamente studiosi intelligenti, razionali ed attenti ad ogni minimo particolare; ma questo non li rende immuni dall'essere imbrogliati.
E' molto difficile per una persona non esperta in trucchi ed imbrogli escogitare le condizioni adatte per escludere da un esperimento con un medium ogni possibilità di frode; anzi è praticamente impossibile, perché se il medium-imbroglione è appena un po' scaltro, può sempre trovare il modo di mettere nel sacco uno scienziato non preparato.
Cosa deve fare allora un ricercatore che intenda studiare i fenomeni paranormali seguendo le metodologie scientifiche ma che voglia anche evitare di essere ingannato? O costruirsi una competenza nel campo degli inganni oppure, più semplicemente, deve ricorrere alla consulenza di un esperto di trucchi ed imbrogli di professione, cioè ad un prestigiatore competente.
Vediamo di capire perché un prestigiatore dovrebbe essere più capace di uno scienziato nello scoprire degli imbrogli. Se sospettiamo qualcuno di barare a carte chi potremmo chiamare come osservatore esperto perché ci dica se quella persona è veramente un baro oppure no? Un fisico, un biologo? No, chiameremo qualcuno che se ne intenda, cioè un altro baro. E se sospettassimo che un presunto sensitivo ricorra a dei trucchi, chi potremmo chiamare per scoprirlo? Un fisico, un biologo? Il buon senso ci suggerisce che dovremmo chiamare qualcuno che si intende di trucchi, cioè un prestigiatore esperto. E non sarebbe nemmeno possibile "preparare una lista dei trucchi", come hanno proposto alcuni ingenui parapsicologi: il prestigiatore dovrebbe poter osservare il presunto sensitivo per capire se e quali trucchi usa. Esistono di solito, infatti, molti modi per eseguire un trucco che all'apparenza sembra sempre uguale ma che solo all'occhio di un esperto può apparire diverso. Come ha fatto notare Piero Angela, una "lista dei trucchi" in mano ad un profano, non avrebbe più utilità delle sole lettere dell'alfabeto per imparare una lingua straniera.
Quando si parla di prestigiatori coinvolti nell'indagine del paranormale, però, è importante sottolineare la parola "esperto" perché molti potrebbero pensare che un prestigiatore valga l'altro, e invece non è così. Anche il grande Houdini dimostrò a volte un atteggiamento poco più che dilettantistico di fronte all'esame di alcuni medium.
Houdini e molti prestigiatori dopo di lui hanno lanciato sfide a medium e sensitivi sostenendo che avrebbero elargito somme di denaro se non fossero riusciti a riprodurre lo stesso fenomeno con un trucco - sottintendendo con ciò che se riuscivano a ripetere il presunto fenomeno paranormale con un trucco significava che anche il fenomeno doveva essere un trucco. Un'affermazione di questo tipo, oltre ad esporsi a facili critiche, non solo è illogica ma rischia anche di apparire presuntuosa.
Quello che effettivamente un'esibizione ottenuta con il trucco può dimostrare è che molti famosi "fenomeni paranormali" possono essere realizzati anche con mezzi del tutto normali, che non richiedono alcuna dote soprannaturale, ma sicuramente non dimostra che anche il sensitivo abbia usato un trucco (o lo stesso trucco). Chi fa l'affermazione straordinaria è il sensitivo; lui sostiene, per esempio, di poter sollevare un tavolo con l'aiuto degli spiriti ed è lui, dunque, a dover dimostrare quanto dice di saper fare: e lo deve dimostrare davanti ad un prestigiatore competente il quale, da parte sua, non deve dimostrare proprio niente. Se non, naturalmente, di essere veramente competente.
Per questo motivo, non solo è indispensabile che un prestigiatore interessato all'indagine del paranormale sia esperto nella sua arte (l'illusionismo) - con una particolare attenzione verso il mentalismo e la "micromagia" - ma sono altrettanto necessarie buone cognizioni di psicologia, del metodo scientifico e, naturalmente, una conoscenza approfondita della storia della ricerca psichica. Un prestigiatore può anche essere molto bravo e molto famoso ma se non sa niente di tutte queste cose non è più utile di un cantante rock o di una ballerina della Scala nel fungere da consulente in una ricerca sperimentale con un presunto sensitivo. Il famoso illusionista David Copperfield, per esempio, ha ammesso, in presenza dell'autore, che quando qualcuno gli parla di paranormale lui lo invita a leggersi un libro di James Randi Proprio Randi, per dimostrare l'incapacità di uno scienziato di discriminare tra semplici giochi di prestigio ed autentici poteri paranormali, organizzò alcuni anni fa il famoso progetto Alpha.



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