Nanoparticelle di metalli nei vaccini – Come stanno veramente le cose?

CICAP-Salute

  • In Articoli
  • 21-07-2021
  • di Graziella Morace
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Tomislav Jakupec da Pixabay
Uno dei miti diffusi dai no-vax per sostenere la pericolosità dei vaccini è che contengano metalli, in forma macro- e nano- particellare. La presenza di tali impurezze sarebbe naturalmente correlata con una serie di differenti patologie, sia di natura neurologica che immunologica.

Ma cos’è una “nanoparticella”? Con questo termine si indica qualsiasi particella di dimensioni inferiori a 100 nanometri (1 nm = un milionesimo di millimetro). In campo farmaceutico nanosfere o nanocapsule sono impiegate, ad esempio, per veicolare farmaci particolarmente dannosi per le cellule o con notevoli problemi di assorbimento o metabolismo. Nanoparticelle sono anche componenti del particolato atmosferico, il maggiore inquinante delle aree urbane, e sono presenti perciò anche nell’acqua e nei cibi.

L’allarme sulla presenza di particelle metalliche nei vaccini è stato diffuso attraverso la pubblicazione di studi della Dott.ssa Gatti e del Dott. Montanari, che però non sono mai stati assoggettati a revisione critica da parte di esperti indipendenti (peer-review). Infatti i loro risultati sono stati pubblicati dapprima in un libro e successivamente in una rivista che ospita pubblicazioni a pagamento.
Questo articolo, così come le altre pubblicazioni degli stessi autori sulle nanoparticelle, è molto carente sul piano dell’attendibilità scientifica. Oltre a numerosi errori, sviste e gravi difetti sperimentali e nell'interpretazione dei risultati [1] ed all’assenza di informazioni dettagliate sui metodi di analisi utilizzati, fondamentali per permettere ad altri ricercatori di controllare l'esperimento ed eventualmente riprodurlo, la sua pecca principale è la mancanza di una preparazione di controllo (soluzione fisiologica o un campione di un altro farmaco), che ne invalida le conclusioni. Infatti se fosse stata usata della soluzione fisiologica come controllo e fosse stata dimostrata priva di nanoparticelle, il loro ritrovamento nei vaccini sarebbe stato considerato indiscutibile.

Inoltre su un sito che diffonde tesi anti vacciniste sono riportati i risultati di un’analisi condotta presso un laboratorio tedesco che, secondo tale sito, confermerebbero quelli ottenuti da Gatti e Montanari. Tuttavia anche in questo caso i dati presentati non hanno alcun valore: di nuovo non è stata usata una preparazione di controllo, non c’è alcun riferimento al metodo utilizzato, né ai suoi limiti di sensibilità ed affidabilità.

Purtroppo l’allarme sui “vaccini inquinati” ha trovato una grande eco tra gli utenti del web, creando dubbi e ansie sulla sicurezza dei vaccini. Spinta dalla risonanza on line di queste notizie, l'Agenzia nazionale francese per la sicurezza sui farmaci (ANSM) ha analizzato, in maniera accurata e con metodiche avanzate, campioni di diversi vaccini, utilizzando come controlli negativi un farmaco iniettabile contro l’ipertensione (Tenormin) e della soluzione fisiologica [2].
Gli elementi inorganici evidenziati sono risultati al di sotto dei livelli di quantificazione delle metodiche o presenti nell’ordine di tracce (parti per milione per millilitro-ppm/ml) e comunque inferiori ai valori standard ammessi, già estremamente bassi [3], sia nei vaccini che nei controlli [2].
Ovviamente nei vaccini contenenti alluminio come adiuvante questo elemento è stato dosato in quantità elevata, ma entro i limiti autorizzati (massimo 1,25 mg per dose). Nell’insieme, i risultati delle analisi hanno confermato sia l’elevata purezza di tali farmaci sia la diffusione capillare di contaminanti metallici nell’ambiente.

Relativamente alla questione della presunta pericolosità delle particelle dei metalli presenti nei vaccini esaminati è necessario ricordare che, a fronte delle quantità infinitesimali ivi rilevate, micro e nanoparticelle metalliche sono presenti ovunque nell’aria, nell’acqua, nei cibi e nei cosmetici come inquinanti o aggiunte in maniera deliberata, in quantità spesso elevate e che quindi ognuno di noi è esposto in continuazione a tali elementi [4].

Al contrario, poiché il volume di vaccino somministrato per dose è molto piccolo (tra 0, 5 e 0,25 ml), la quantità di nanoparticelle eventualmente inoculate risulta trascurabile al confronto con le altre vie di esposizione e tale da non comportare alcun rischio per la salute.

Bibliografia:

[1] http://medbunker.blogspot.it/2017/02/i-vaccini-inquinati-unesperta-dice-di-no.html

[2] "Etude comparative de recherche de particules et éléments dans des vaccins et autres produits de santé injectable, Note de Synthèse 16-A-0238"

[3] "Vaccines for human use". Monografia n. 0153, Farmacopea Europea, ed. 9

[4 ] Pedata P, Petrarca C, Garzillo EM, Di Gioacchino M. "Immunotoxicological impact of occupational and environmental nanoparticles exposure: The influence of physical, chemical, and combined characteristics of the particles". Int J Immunopathol Pharmacol. 2016; 29: 343-353

In breve:

- Cos’è una “nanoparticella”? Una particella di qualsiasi materiale con dimensioni inferiori a un milionesimo di millimetro.

- Le quantità di nanoparticelle metalliche trovate nei vaccini sono pericolose per la salute? NO

- Gli allarmi sulla pericolosità dei vaccini sono attendibili? NO
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