Diidromiricetina: un post-sbornia efficace?

CICAP-Salute

  • In Articoli
  • 09-07-2022
  • di Alice Rotelli
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Geralt da Pixabay

La diidromiricetina (DHM) e la miricetina sono i due principali flavonoidi presenti in Ampelopsis grossedentata, una pianta selvatica che viene usata da centinaia di anni dalla medicina tradizionale cinese. Oltre alle caratteristiche generali dei flavonoidi, la DHM sembrerebbe avere molteplici effetti quali cardioprotezione, antidiabete, epatoprotezione, neuroprotezione, antitumorale e dermatoprotezione.

In commercio si trovano integratori a base di diidromiricetina che promettono di eliminare i postumi dell’ubriachezza (mal di testa, nausea, spossatezza), di avere effetti protettivi a livello cerebrale contro i danni da alcol e di contribuire al corretto funzionamento del fegato. Stando alla letteratura disponibile, i benefici riportati sulle confezioni rispecchierebbero quanto è emerso dagli studi clinici.

Detto ciò, vediamo nello specifico i risultati di alcune di queste ricerche riguardo l’effetto della DHM a livello epatico.

Secondo gli attuali studi preclinici in vitro e in vivo, nei casi di danno epatico indotto da sostanze chimiche e alcol, il DHM migliorerebbe la necrosi e la steatosi degli epatociti promuovendo la rigenerazione del fegato. Il DHM potrebbe alleviare la steatosi epatica non alcolica (NAFLD) regolando il metabolismo lipidico/glucosidico, probabilmente a causa dei suoi meccanismi antinfiammatori o dipendenti dalle sirtuine.

Inoltre, il trattamento con DHM avrebbe effetti anticancro: inibirebbe la proliferazione cellulare, indurrebbe l'apoptosi e l'autofagia, regolerebbe l'equilibrio redox nelle cellule tumorali del fegato. I meccanismi farmacologici del DHM potrebbero essere associati ai suoi benefici antinfiammatori, antiossidanti e regolatori dell'apoptosi [1].

In uno studio in particolare sulla NAFLD, due capsule di DHM (150 mg) due volte al giorno per 3 mesi avrebbero ridotto significativamente alanina, AST, gamma-GT, glucosio, colesterolo LDL, apolipoproteina B (apoB) [2].

Secondo un ulteriore studio, la somministrazione di DHM (75 e 150 mg/kg/die) per 6 settimane avrebbe significativamente attenuato il rilascio di enzimi epatici, alleviato la perossidazione lipidica epatica, ridotto la deposizione di trigliceridi, ridotto le citochine infiammatorie e parzialmente recuperato il danno patologico epatico su topi alimentati con dieta contenente alcol[3].
Però c’è anche da precisare che dagli studi emerge una sua scarsa stabilità, una bassa solubilità, un rapido metabolismo e assorbimento, che portano quindi ad una biodisponibilità debole e ad una capacità farmacologica inefficiente che limita le potenziali applicazioni medicinali.

Inoltre ci sono ancora diversi meccanismi specifici che non sono stati identificati bene: dato che la maggior parte delle prove disponibili si basa su modelli animali e linee cellulari in vitro, sono necessari anche altri studi “in vivo” per esaminare gli effetti clinici del DHM [4].

Leggendo la letteratura disponibile, viene quindi da domandarsi che effetto benefico realmente possa avere il DHM se somministrato saltuariamente a seguito di un eccesso alcolico estemporaneo.

La cosa fondamentale comunque da tenere presente, è che la cosa migliore rimane sempre EVITARE GLI ECCESSI ALCOLICI e non utilizzare tale integratore come salvagente e come scusa per abusare di bevande alcoliche e superalcoliche. La parola stessa “integratore” ci fa facilmente intendere che la sostanza potrebbe fornire un aiuto in più, ma non è sicuramente un farmaco salvavita (o salvafegato).

Non deve passare il messaggio "bevo quanto voglio perché tanto poi mi prendo la pillola, mi ripiglio senza problemi e il mio fegato è a posto". Occorre semmai far presente che l'abuso di alcol fa male e che bere abitualmente alcolici e superalcolici danneggia irrimediabilmente il vostro fegato. Con o senza DHM.

La moderazione nel bere è sempre la scelta migliore e non necessita di integrazione.

In breve:
- L’integrazione con DMH può essere pericolosa per l’organismo? NO.

-L’integrazione con DMH può essere una scusa per bere eccessivamente? NO.

Bibliografia:
[1] Molecular mechanisms and therapeutic implications of dihydromyricetin in liver disease
(Chen J, Wang X, Xia T, Bi Y, Liu B, Fu J, Zhu R. Biomed Pharmacother. 2021 Oct;142:111927)

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34339914/

[2] Dihydromyricetin improves glucose and lipid metabolism and exerts anti-inflammatory effects in nonalcoholic fatty liver disease: a randomized controlled trial 
(Chen S., Zhao X., Wan J., Ran L., Qin Y., Wang X., et al. - Pharmacol. Res. 99 74–81, 2015)
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26032587/

[3] Dihydromyricetin modulates p62 and autophagy crosstalk with the Keap-1/Nrf2 pathway to alleviate ethanol-induced hepatic injury 
(Qiu P., Dong Y., Li B., Kang X. J., Gu C., Zhu T., et al. Toxicol. Lett. 274 31–41. 10.1016, 2015)
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28419832/

[4] Molecular mechanisms and therapeutic implications of dihydromyricetin in liver disease
(Jingnan Chen 1, Xitong Wang 2, Tian Xia 2, Yanhua Bi 3, Bin Liu 4, Junfen Fu 5, Runzhi Zhu, Biomed Pharmacother. 2021 Oct;142:111927)
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34339914/

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