L'ipnosi regressiva funziona davvero?

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Gordon Johnson da Pixabay
Nell'ambito della psicologia o della psichiatria uno dei miti davvero difficili da sfatare è rappresentato dall'utilizzo della cosiddetta regressione ipnotica come metodo di indagine diagnostica e/o di rievocazione di memorie passate. Un mito che trae le sue origini da una certa cinematografia hollywoodiana che, spesso, rappresenta questa pratica come strumento in grado di scoprire esperienze rimosse dalla coscienza e dimenticate nel tempo.

Nonostante vi siano numerose evidenze sperimentali in grado di dimostrare che più che un recupero l’ipnosi regressiva è, in realtà, una costruttrice di memorie, oggi viene ampiamente utilizzata per scoprire e, spesso, confermare senza alcuna prova oggettiva, storie di abusi e di traumi.
Ma, il più delle volte, è proprio tale tecnica ipnotica che è in grado di impiantare un’idea fallace di trauma costruendolo dal nulla e facendolo percepire come se fosse davvero accaduto. In letteratura, infatti, sono descritti più di 7000 processi penali per storie di abusi, poi verificatesi non oggettive, costruite attraverso l’esperienza della ricostruzione di memorie passate [1].

La ricercatrice Elizabeth Loftus, a più riprese, ebbe modo di dimostrare quanto sia davvero facile impiantare nelle persone ricordi di eventi mai accaduti. Prendiamo come esempio un suo classico esperimento:
Insieme ai suoi collaboratori chiese a dei genitori di far rievocare ai loro figli, ormai adulti, alcune esperienze fatte insieme in passato, facendo ricordare eventi reali accanto a quelli completamente inventati. Sorprendentemente i figli ricordavano, a distanza di tempo, quelle situazioni mai verificatesi nella realtà aggiungendo, addirittura, numerosi altri particolari.

Nonostante questo la moda della regressione ipnotica continua ad aleggiare anche tra molti specialisti alla quale, più che per un’argomentazione “scientifica”, aderiscono quasi per una sorta di credo mitologico [2]. Va ribadito, tuttavia, che le esperienze costruite con la regressione sembreranno reali solo se conformi con il proprio sistema di credenze. Se non credo nei rapimenti alieni sarà improbabile che il mio ricordo sarà legato a questa esperienza.

L’ipnosi regressiva, per alcuni, può essere una alternativa naturale alle droghe, una sorta di divertimento ricercato, ma con la consapevolezza che può avere come effetto collaterale quello di farvi credere di essere stati, in una vita passata, un poeta o una principessa (nei casi migliori) mentre, in quelli peggiori, di essere stati abusati da un vostro genitore o di essere stati trasportati su una navicella spaziale per sperimentazioni aliene.

Bibliografia:

[1] Nardone G. Manuale di sopravvivenza per psicopazienti, Ponte alle Grazie. 2001

[2] Spanos, N. P. Ritornare a vite precedenti? Una valutazione scientifica delle tecniche di "regressione ipnotica", Scienza & Paranormale 33, settembre/ottobre 2000.

In breve:

- L'ipnosi regressiva è utile come tecnica diagnostica? NO

- L'ipnosi regressiva scopre davvero memorie represse? NO

- L'ipnosi regressiva può essere pericolosa? SI.
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