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La variante Delta di SARS-CoV-2, che ha ormai soppiantato ovunque il virus originale di Wuhan e la variante Alfa, rappresenta veramente una minaccia per il nostro Paese ed il mondo intero? Cerchiamo di capire, basandoci sui dati che abbiamo a disposizione.
Questa variante è un mutante che presenta 13 mutazioni nella proteina Spike, molte delle quali già osservate in altre varianti e note per aumentare la contagiosità del virus. In effetti la sua contagiosità è molto elevata, più alta del 40-60% rispetto alla variante Alfa, che già era del 50% più contagiosa del virus originale. I casi positivi per la variante Delta presentano un rischio maggiore rispetto alla possibilità di ricovero ospedaliero a paragone con quelli infettati con la Alfa, ma un tasso di mortalità inferiore (0,3% rispetto 2,0%) [1].
Ma come e perché avvengono le mutazioni? Quando il virus si replica all'interno della cellula, ogni volta che viene generata una nuova copia del suo RNA c’è la possibilità che si verifichi un errore, ovvero una mutazione. Le mutazioni avvengono in maniera casuale (non sono intenzionali per sfuggire alla pressione immunitaria!) e la maggior parte risultano dannose per il virus perché ne alterano la capacità infettiva o replicativa. Alcune però possono casualmente conferire un vantaggio, aumentando per esempio la trasmissibilità del virus o conferendo maggiore capacità di resistere all'attacco del sistema immunitario, perciò sono selezionate positivamente e le varianti che le posseggono si moltiplicano. Ovviamente più il virus è lasciato libero di circolare nella popolazione e riprodursi, più copie del virus saranno prodotte, più sarà possibile che si verifichino errori di copiatura dell’RNA e quindi che compaiano varianti.
Limitare la circolazione del virus, riducendo quanto più possibile il numero di persone suscettibili all'infezione, è un obiettivo che può essere raggiunto tramite la vaccinazione. Sappiamo però che la variante Delta presenta la capacità di sfuggire parzialmente alla risposta immunitaria e ciò ha fatto temere che i vaccini attualmente disponibili potessero non essere efficaci.
Fortunatamente nelle persone che hanno completato il ciclo vaccinale sia con il vaccino Pfizer che con l'AstraZeneca l'efficacia, anche se un po’ più bassa, risulta circa 88% e 60% nella prevenzione dell’infezione sintomatica [2],[3] ed entrambi mantengono un’elevata capacità di prevenzione del rischio di ospedalizzazione, rispettivamente del 96% e del 92% [4],[5]. I vaccini presentano una minore efficacia nel prevenire l’infezione sintomatica solamente nelle persone vaccinate con una sola dose [6].
I casi si verificano principalmente in individui giovani, con mediamente meno complicazioni e per ora il tasso di letalità si mantiene molto basso, mentre gli over 60, che appartengono alle fasce di età maggiormente vaccinate, sono in larga parte risparmiati. Purtroppo nessun vaccino è perfetto e quindi un piccolo numero di persone sarà vittima del virus nonostante la vaccinazione.
Tra i vaccinati, le morti causate dal virus si riscontrano quasi esclusivamente fra persone che appartengono alle categorie a rischio, soprattutto le persone molto anziane e con altre patologie, in cui l’efficienza del vaccino è più bassa a causa del fisiologico decadimento delle difese immunitarie.
In Italia al 20 luglio la prevalenza della variante Delta era del 94,8%, mentre la variante Alfa aveva una prevalenza pari al 3,2% [7], dato atteso e che concorda con le previsioni del Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle infezioni (ECDC).
Per uscire dalla situazione di pandemia e tornare ad una vita “normale” è necessario mantenere bassa la circolazione della variante Delta tramite la vaccinazione e continuando anche ad adottare le precauzioni utili ad evitare il contagio. È inoltre fondamentale che vengano vaccinati anche i giovani e gli adolescenti dai 12 anni in su poiché i ragazzi sono spesso asintomatici o con sintomi molto lievi e perciò continuano a frequentare gli altri contribuendo alla circolazione del virus e aumentando il rischio della comparsa di nuove varianti.
Bibliografia:
[1] European Centre for Disease Prevention and Control, June 2021
(https://tinyurl.com/yft235hz)
[2] Lopez Bernal J, Andrews N, Gower C, Robertson C, Stowe J, Tessier E et al. Effectiveness of the Pfizer-BioNTech and Oxford-AstraZeneca vaccines on COVID-19 related symptoms, hospital admissions, and mortality in older adults in England: test negative case-control study BMJ. 2021 May 13; 373: n1088.
(https://tinyurl.com/4nc77uh8)
[3] Lopez Bernal J, Andrews N, Gower C, Gallagher E, Simmons R, Thelwall S, Stowe J et al. Effectiveness of COVID-19 vaccines against the B.1.617.2 variant
(https://tinyurl.com/2p87n9sp)
[4] GOV.UK, Coronavirus
(https://tinyurl.com/2p8pfdp7)
[5] Stowe J, Andrews N, Gower C, Gallagher, Utsi L, Simmons R et al. Effectiveness of COVID-19 vaccines against hospital admission with the Delta (B.1.617.2) variant
(https://tinyurl.com/amc9ws82)
[6] Public Health England, SARS-CoV-2 Variants of concern
(https://tinyurl.com/zks2has7)
[7] Dati Istituto Superiore di Sanità – CS N°37/2021, 30 luglio 2021
In breve:
- Le mutazioni del virus sono indotte dai vaccini? NO; è la risposta immunitaria, sia quella che insorge in seguito all'infezione che quella in indotta dalla vaccinazione, che seleziona le varianti già esistenti e comparse in maniera casuale.
- I vaccini attualmente in uso sono efficaci contro la variante Delta? SÌ
- E' importante vaccinare anche i giovani? SÌ
- I vaccinati possono smettere di usare più la mascherina? NO; la mascherina è comunque necessaria nei luoghi chiusi e all'aperto quando non sia possibile mantenere la distanza dalle altre persone.
La variante Delta di SARS-CoV-2, che ha ormai soppiantato ovunque il virus originale di Wuhan e la variante Alfa, rappresenta veramente una minaccia per il nostro Paese ed il mondo intero? Cerchiamo di capire, basandoci sui dati che abbiamo a disposizione.
Questa variante è un mutante che presenta 13 mutazioni nella proteina Spike, molte delle quali già osservate in altre varianti e note per aumentare la contagiosità del virus. In effetti la sua contagiosità è molto elevata, più alta del 40-60% rispetto alla variante Alfa, che già era del 50% più contagiosa del virus originale. I casi positivi per la variante Delta presentano un rischio maggiore rispetto alla possibilità di ricovero ospedaliero a paragone con quelli infettati con la Alfa, ma un tasso di mortalità inferiore (0,3% rispetto 2,0%) [1].
Ma come e perché avvengono le mutazioni? Quando il virus si replica all'interno della cellula, ogni volta che viene generata una nuova copia del suo RNA c’è la possibilità che si verifichi un errore, ovvero una mutazione. Le mutazioni avvengono in maniera casuale (non sono intenzionali per sfuggire alla pressione immunitaria!) e la maggior parte risultano dannose per il virus perché ne alterano la capacità infettiva o replicativa. Alcune però possono casualmente conferire un vantaggio, aumentando per esempio la trasmissibilità del virus o conferendo maggiore capacità di resistere all'attacco del sistema immunitario, perciò sono selezionate positivamente e le varianti che le posseggono si moltiplicano. Ovviamente più il virus è lasciato libero di circolare nella popolazione e riprodursi, più copie del virus saranno prodotte, più sarà possibile che si verifichino errori di copiatura dell’RNA e quindi che compaiano varianti.
Limitare la circolazione del virus, riducendo quanto più possibile il numero di persone suscettibili all'infezione, è un obiettivo che può essere raggiunto tramite la vaccinazione. Sappiamo però che la variante Delta presenta la capacità di sfuggire parzialmente alla risposta immunitaria e ciò ha fatto temere che i vaccini attualmente disponibili potessero non essere efficaci.
Fortunatamente nelle persone che hanno completato il ciclo vaccinale sia con il vaccino Pfizer che con l'AstraZeneca l'efficacia, anche se un po’ più bassa, risulta circa 88% e 60% nella prevenzione dell’infezione sintomatica [2],[3] ed entrambi mantengono un’elevata capacità di prevenzione del rischio di ospedalizzazione, rispettivamente del 96% e del 92% [4],[5]. I vaccini presentano una minore efficacia nel prevenire l’infezione sintomatica solamente nelle persone vaccinate con una sola dose [6].
I casi si verificano principalmente in individui giovani, con mediamente meno complicazioni e per ora il tasso di letalità si mantiene molto basso, mentre gli over 60, che appartengono alle fasce di età maggiormente vaccinate, sono in larga parte risparmiati. Purtroppo nessun vaccino è perfetto e quindi un piccolo numero di persone sarà vittima del virus nonostante la vaccinazione.
Tra i vaccinati, le morti causate dal virus si riscontrano quasi esclusivamente fra persone che appartengono alle categorie a rischio, soprattutto le persone molto anziane e con altre patologie, in cui l’efficienza del vaccino è più bassa a causa del fisiologico decadimento delle difese immunitarie.
In Italia al 20 luglio la prevalenza della variante Delta era del 94,8%, mentre la variante Alfa aveva una prevalenza pari al 3,2% [7], dato atteso e che concorda con le previsioni del Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle infezioni (ECDC).
Per uscire dalla situazione di pandemia e tornare ad una vita “normale” è necessario mantenere bassa la circolazione della variante Delta tramite la vaccinazione e continuando anche ad adottare le precauzioni utili ad evitare il contagio. È inoltre fondamentale che vengano vaccinati anche i giovani e gli adolescenti dai 12 anni in su poiché i ragazzi sono spesso asintomatici o con sintomi molto lievi e perciò continuano a frequentare gli altri contribuendo alla circolazione del virus e aumentando il rischio della comparsa di nuove varianti.
Bibliografia:
[1] European Centre for Disease Prevention and Control, June 2021
(https://tinyurl.com/yft235hz)
[2] Lopez Bernal J, Andrews N, Gower C, Robertson C, Stowe J, Tessier E et al. Effectiveness of the Pfizer-BioNTech and Oxford-AstraZeneca vaccines on COVID-19 related symptoms, hospital admissions, and mortality in older adults in England: test negative case-control study BMJ. 2021 May 13; 373: n1088.
(https://tinyurl.com/4nc77uh8)
[3] Lopez Bernal J, Andrews N, Gower C, Gallagher E, Simmons R, Thelwall S, Stowe J et al. Effectiveness of COVID-19 vaccines against the B.1.617.2 variant
(https://tinyurl.com/2p87n9sp)
[4] GOV.UK, Coronavirus
(https://tinyurl.com/2p8pfdp7)
[5] Stowe J, Andrews N, Gower C, Gallagher, Utsi L, Simmons R et al. Effectiveness of COVID-19 vaccines against hospital admission with the Delta (B.1.617.2) variant
(https://tinyurl.com/amc9ws82)
[6] Public Health England, SARS-CoV-2 Variants of concern
(https://tinyurl.com/zks2has7)
[7] Dati Istituto Superiore di Sanità – CS N°37/2021, 30 luglio 2021
In breve:
- Le mutazioni del virus sono indotte dai vaccini? NO; è la risposta immunitaria, sia quella che insorge in seguito all'infezione che quella in indotta dalla vaccinazione, che seleziona le varianti già esistenti e comparse in maniera casuale.
- I vaccini attualmente in uso sono efficaci contro la variante Delta? SÌ
- E' importante vaccinare anche i giovani? SÌ
- I vaccinati possono smettere di usare più la mascherina? NO; la mascherina è comunque necessaria nei luoghi chiusi e all'aperto quando non sia possibile mantenere la distanza dalle altre persone.