Carciofo: rischi teratogeni in gravidanza?

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  • 05-04-2022
  • di Giorgio Dobrilla
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Pavel Danilok, Andie da Pexels; A. Villa
Il carciofo è un ortaggio coltivato principalmente per uso alimentare, ma la sua eterogenea composizione chimica (acido folico e altre vitamine, antisettici, antiossidanti, fitosteroli che riducono il colesterolo “cattivo” LDL) lo rende interessante anche da un punto di vista medicinale. Il carciofo aumenta in primis la secrezione di bile, svolge effetti anti-infiammatori, abbassa la glicemia e i grassi nel sangue.

Nonostante i numerosi effetti benefici, circolano alcune voci che sconsigliano il loro consumo in gravidanza “perché non è noto se possano essere dannosi per la salute del feto”, anche se in realtà i dati a sostegno di tale eventualità scarseggiano.

Uno studio recente in “Regulatory Toxicology and Pharmacology” [1] ha valutato in particolare gli eventuali effetti teratogeni dell’estratto secco di foglie di carciofo in ratti Wistar. Le femmine sono state trattate dal 6° fino al 19°giorno della gestazione con dosi crescenti di estratto di carciofo pro die (0,0, 1,0, 2,0 o 4,0 g/kg). Al 20° giorno di gestazione, dopo taglio cesareo, venivano valutati parametri essenziali multipli sia materni che fetali.

Mentre a qualsiasi concentrazione non venivano rilevate malformazioni scheletriche o viscerali nei feti, nei ratti trattati con la dose maggiore (4,0 g/kg) si osservavano calo di peso, riduzione della lunghezza e del numero dei feti vitali per figliata. Con le due dosi più alte, inoltre, si è osservato nei ratti trattati un calo ematico di acidi grassi (FA) e di colesterolo, lipidi che concorrono notoriamente alla integrità delle membrane cellulari, un requisito questo fondamentale per lo sviluppo embrionale e fetale.

Lo studio suddetto si chiedeva pertanto se la carenza di acidi grassi essenziali, espressa dal loro calo ematico, non potesse avere un ruolo nello sviluppo anormale dei feti nel ratto trattato con dosi massime di carciofo durante la gravidanza.

Lo studio poteva destare qualche preoccupazione per le donne incinte che fossero “avide” di questo ortaggio, benché sia doveroso insistere che “Uomini e topi” non sono la stessa cosa, ma solo… un celebre romanzo di John Steinbeck. Tra l’altro, tenendo conto delle differenze in peso tra uomo e ratto, sarebbe come dire che i rischi ipotetici per le donne in gravidanza, li si avrebbero se per giorni esse assumessero chilogrammi di carciofo al giorno.

Sono per contro ben noti i benefici di acido folico che pure questo ortaggio contiene e che almeno nei mesi prima del concepimento viene consigliato alle gravide dai pediatri alle dosi di 400 e 800 microgrammi pro die (un carciofo medio ne fornisce 107 microgrammi), e ciò proprio per prevenire possibili malformazioni genetiche (cardiopatie, palatoschisi, difetti del tubo neurale). In conclusione, le donne incinte fanno bene ad assumere i supplementi di acido folico consigliati, ignorando l’inesistente “rischio carciofi” (e gli esperimenti nei ratti!).

Bibliografia:
[1]: The effect of Cynara scolymus (artichoke) on maternal reproductive outcomes and fetal development in rats - A.T. Gotardo, M.I. da Silva Mattos, I. Machado Hueza, S. Lima Gorniak - Regulatory Toxicology and Pharmacology, Vol. 102, March 2019, Pages 74-78. https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0273230019300042

In breve:
- Ci sono rischi nel mangiare carciofi in gravidanza? NO.
- Gli esperimenti sui ratti sono da considerare validi anche per le persone? NON SEMPRE

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