Intervista a Maurizio Cardaci

A proposito di Scienze cognitive e percezioni anomale

  • In Articoli
  • 04-01-2001
  • di Emiliano Farinella
Maurizio Cardaci è Ordinario di Psicologia della Personalità (Università di Palermo). E’ direttore del Centro Interdipartimentale di Tecnologie della Conoscenza (CITC) e coordinatore della Sezione "Scienza Cognitiva" del Dipartimento di Psicologia. Le sue attuali ricerche riguardano il ragionamento, la percezione del tempo, le relazioni tra scienza cognitiva e le nuove tecnologie.



Uno studio di controllo pone il problema di falsi negativi e falsi positivi. L'atteggiamento del CICAP è più rivolto ai falsi positivi. Che ne pensa?

I “falsi positivi”, consistenti nel ritenere vere affermazioni false, rinviano in genere a rappresentazioni del reale che contengono più assunzioni di quelle strettamente necessarie (penso al “rasoio di Occam”). Di contro, i “falsi negativi” possono indurci a rigettare erroneamente determinate verità. Credo che la maggiore attenzione del CICAP verso il controllo dei “falsi positivi” si ispiri agli ineludibili canoni falsificazionisti della conoscenza scientifica (Popper) e che sia inoltre dettata dall’asimmetria tra le conseguenze socialmente negative della credulità (pericolo di falsi positivi) e quelle dello scetticismo (pericolo di falsi negativi). E’ storicamente abbastanza evidente quanto la prima sia più dannosa del secondo.
Qual è il punto di vista degli studiosi di scienza cognitiva sui fenomeni percettivi anomali?
Il noto psicologo Hebb, pur condividendo i tradizionali argomenti della scienza ufficiale, si stupisce un po’ scherzosamente della propria capacità di predire l’estrazione delle carte da gioco, essendo ben consapevole delle fallacie mnestiche alla base di una simile impressione (ricordava solo i casi positivi). Il percettologo Gregory dubita che esistano intelligenze disincarnate o fenomeni paranormali di cui doversi preoccupare, ma si dice certo che gli piacerebbe possedere un’infallibile sfera di cristallo. Lo storico Leahey mette in rilievo come la “mainstream psychology” e la “occult psycology” facciano a gara per dimostrare la propria superiorità, al fine di accaparrarsi il favore (e i finanziamenti) dell’opinione pubblica, proclamando di potere soddisfare i bisogni spirituali dell’animo umano -in ciò più simili alla religione che non alla scienza.

Può darci qualche indicazione su studi scientifici sul "paranormale" che evidenziano la necessità di ulteriori approfondimenti?

Le indagini sugli …indici di ascolto di alcune trasmissioni tv !

Che idea hanno le persone dell’affidabilità dei proprio sensi e in generale della capacità di percepire la realtà? In che tranelli cadono?

Secondo la cosiddetta “personal epistemology”, i “razionalisti” fanno dipendere la “verità” dal pensiero; gli “empiristi” dall’esperienza sensoriale; gli “intuizionisti” dai sentimenti (feelings); infine, l’approccio “autoritario” è tipico di chi si appella a ciò che l’autorità (o la tradizione) sancisce come “verità”. Per quanto riguarda le fallacie, alcuni psicologi descrivono oggi l’uomo come un “avaro cognitivo”, che di solito preferisce ogni sorta di “scorciatoie euristiche” alla dura e laboriosa ricerca della verità. Tuttavia, non disperiamo. Grazie alle loro “fast and frugal heuristics” gli esseri umani si mostrano talora anche capaci di pensare e decidere in modo epistemicamente appropriato.



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