Una nuova foto prova l'esistenza del Mostro di Loch Ness?

  • In Articoli
  • 26-09-2012
  • di Benjamin Radford
Traduzione di Fara Di Maio

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©Nessie, aze.az
George Edwards, uno skipper scozzese che ha trascorso decine di anni a cercare la creatura che si dice viva nel Loch Ness, dichiara di aver finalmente avvistato la sua elusiva preda, e di aver catturato quella che lui definisce la «prova fotografica del mostro».

Il 2 novembre 2011 Edwards fotografò dal ponte della propria barca Nessie Hunter (letteralmente: cacciatore di Nessie) quella che pare essere una singola gobba in acqua[1]. Al Daily Mail, che ha pubblicato la sua foto[2], Edwards ha dichiarato: «Si muoveva lentamente nel lago in direzione di Urquhart Castle ed era di colore grigio scuro. Era alquanto distante dalla barca, probabilmente un mezzo miglio, ma in acqua è difficile stabilire le distanze». Edwards aveva osservato l’oggetto per cinque o dieci minuti prima che questo affondasse lentamente senza più riaffiorare.

Edwards ha detto di aver atteso di rendere pubblica la foto finché degli imprecisati esperti non l'hanno esaminata. Stranamente, secondo il Daily Mail che riporta le sue affermazioni, aveva fatto «verificare la fotografia da un team statunitense di esperti militari in creature mostruose». In realtà, le forze armate statunitensi[3] non hanno un team che si occupa di “creature mostruose” che venga inviato in giro per il mondo a investigare su esseri enormi e sconosciuti. Né, restando in argomento, risulta chiaro cosa voglia dire “verificare” la foto; si può solo ipotizzare che sia probabilmente l’immagine originale (cioè non modificata digitalmente) di qualcosa immerso nell’acqua - anche se cosa sia quel “qualcosa” dovrebbe ovviamente essere la questione più rilevante. La forma potrebbe appartenere a qualsiasi cosa: a un pesce, a un tronco galleggiante, a un mostro lacustre[4].

La descrizione che Edwards fa del suo avvistamento suscita più domande che risposte. Ad esempio, se ha avuto l’oggetto in vista per un periodo di tempo stimato in 5-10 minuti, perché questa è (apparentemente) l’unica foto che ha scattato? C’era tempo sufficiente per scattare decine o anche centinaia di fotografie. E nonostante l’oggetto ritratto sembri grande, non c’è modo di determinarne le dimensioni perché non conosciamo la distanza esatta da esso (anche se il giornale riporta la stima fatta da Edwards di circa mezzo miglio), e non c’è nulla attorno con cui fare un paragone e aiutarsi nel giudicarle. A seconda di quanto vicino fosse alla macchina fotografica, potrebbe essere lungo un metro e mezzo oppure quindici metri.

Ci sono molte incognite, ma se il resoconto di Edwards è accurato potrebbe fornire un importante indizio sull’identità del “mostro”. Altri oggetti misteriosi che galleggiano nei laghi sono noti per essersi comportati esattamente come quello descritto da Edwards - ad esempio il famoso avvistamento di “Champ”, il mostro che si dice viva nel Lake Champlain, in Vermont. Una donna di nome Sandra Mansi vide e fotografò “Champ”, ritrovandosi con quella che fu definita la “migliore foto” del mostro, e certamente di tutti i mostri lacustri di qualunque luogo[5].

La “creatura” scura e gibbosa si rivelò più tardi essere quasi certamente un tronco sommerso riportato in superficie da gas galleggianti creatisi durante la decomposizione. Venne a galla, andò alla deriva per una decina di minuti (periodo di tempo durante il quale assunse esattamente l’aspetto di una gobba mostruosa) e poi riaffondò nelle gelide acque per non essere mai più rivisto. Si tratta di un fenomeno ben noto che può creare - come di fatto ha creato - avvistamenti di falsi mostri lacustri[6] e relative fotografie.

L’ipotesi del tronco galleggiante spiega anche perché queste immagini siano di qualità insolitamente buona: a differenza di un animale o di un’onda, che appare per qualche secondo e crea immagini sfocate, un tronco resta fermo per minuti, consentendo riprese più nitide e chiare. Poi ripiomba nel fondale del lago per non riaffiorare mai più, dopo aver dato vita a una “migliore fotografia” mostruosa e misteriosa.

La soluzione di un famoso “miglior avvistamento di tutti i tempi” di un mostro lacustre e della sua fotografia non ne risolve necessariamente un altro, nonostante che Lake Champlain[7] e Loch Ness abbiano molte caratteristiche in comune (incluse le rive boscose). Le somiglianze sono impressionanti, e ci sono buone ragioni per sospettare che lo stesso fenomeno idrologico naturale sia responsabile di entrambe le foto dei mostri.

Esiste ovviamente un forte incentivo economico nel promuovere mostri come Nessie: il turismo. Loch Ness è la maggiore attrazione turistica delle Highlands Scozzesi, e Edwards si guadagna da vivere conducendo in giro i visitatori che provengono da tutte le parti del mondo con la speranza di dare un’occhiata al famoso mostro.

Nessuno ha suggerito che Edwards abbia falsificato la foto, ma è onesto sottolineare che, se si avvista una forma ambigua nelle acque del Ness, è molto probabile che essa venga attribuita al mostro piuttosto che a una causa più banale. Se si tratta di un pesce o di un tronco galleggiante alla deriva, non fa storia; se è possibile che sia la “migliore prova” dell’esistenza di Nessie, allora finisce sui giornali di tutto il mondo.

Il mostro di Loch Ness balzò alla notorietà per la prima volta negli anni trenta del secolo scorso, dopo che una foto che ritraeva una testa e un collo serpentini fu ripetutamente e ampiamente pubblicata. Quella immagine, scattata da un chirurgo londinese di nome Kenneth Wilson, fu sbandierata come la migliore prova dell’esistenza di Nessie - finché decine di anni dopo non fu dichiarato che si era trattato di una bufala[8].

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©George Edwards - vizhevske.ru
Lo stesso Loch Ness è stato ripetutamente scandagliato nel corso di oltre settant’anni, con un vasto assortimento di attrezzature, dai sottomarini in miniatura ai sommozzatori fino alle telecamere assicurate al dorso di delfini. Nel 2003 un team di ricercatori sponsorizzati dalla British Broadcasting Corporation (BBC) intraprese la più vasta ed esauriente esplorazione del Loch Ness mai effettuata. Perlustrarono il lago[9] utilizzando seicento differenti raggi sonar e la navigazione satellitare. Non fu trovata alcuna creatura smisurata e sconosciuta.

Se, come sembra probabile, Edwards ha fotografato un tronco galleggiante, non ci sarà modo di dimostrarlo a distanza di molti mesi. La foto di Edwards può essere oppure no il mostro di Loch Ness, ma una cosa è certa: non è la prima “miglior prova fotografica di tutti i tempi”, e non sarà l’ultima.

Pubblicato su news.yahoo.com/nessie-photo-convincing-proof-loch-ness-monster-202112603.html , si ringrazia l’autore per aver concesso il diritto di riproduzione.

Post scriptum

(di Roberto Labanti)

B. Radford ha pubblicato questo articolo il 3 agosto scorso; successivamente, quando eravamo in fase di chiusura bozze, il 12 agosto la studiosa di paranormale Hayley Stevens ha chiarito che l’immagine era già stata venduta in forma di cartolina prima della pubblicazione da parte della stampa[10] mentre, qualche giorno dopo, un altro personaggio legato alle narrazioni sull’affermata creatura del Loch Ness, Steve Feltham, è intervenuto nel dibattito in corso sull’immagine realizzata da Edwards suggerendo che quanto fotografato sia in realtà una gobba in vetroresina utilizzata per un recente documentario della National Geographic sul mostro di Loch Ness[11].

Contattato da STV News, Edwards, off-camera, ha negato di sapere della gobba, ma ha aggiunto che «Feltham aveva diritto alla sua opinione» e che «le persone che traggono i propri mezzi di sussistenza dal Loch dovrebbero essere felici che sia all’attenzione dei media[12]».

Note

5) [N.d.T.] Una riproduzione della foto di Sandra Mansi: http://tinyurl.com/9pqdzty
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