Questo è quello che grosso modo succede in una seduta di Sonoterapia e, a prima vista, non sembrano esserci elementi che indichino la totale estraneità di tale pratica a qualsiasi contesto scientifico.
Come suggerisce il nome, nella sonoterapia il ruolo terapeutico è svolto dai suoni. Nulla di strano, visto che da svariati decenni i suoni vengono adoperati con successo nella pratica medica di tutti i giorni: basti pensare all’ecografia, che sfrutta le diverse capacità di rifrazione di organi e tessuti per ricavarne dati sulle relative densità, ed elaborare così immagini della loro morfologia; o ancora all’utilizzo degli ultrasuoni nel trattamento di determinate patologie. E da qui la prima, fondamentale, lampante differenza: in questa pratica l’impiego è di fatto limitato a quei suoni che si trovano nello spettro dell’udibile e al loro vicino intorno.
Per comprendere quale sia la ragione di questa particolare scelta, dobbiamo ripercorrere la storia della sonoterapia: partendo dalle sue origini analizzeremo dapprima la cornice in cui questa pratica mosse i primi passi e i suoi recenti derivati, per poi, nella seconda parte dell’articolo, soffermarci più approfonditamente sul contesto culturale da cui emerse.