Islam e pseudoscienza: conversazione con il professor Pervez Hoodbhoy

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  • 12-12-2017
  • di Stefano Bigliardi
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Pervez Amirali Hoodbhoy (Karachi, 1950) è uno dei più importanti fisici, matematici e intellettuali pubblici del Pakistan. Attualmente è docente di fisica e matematica presso il Forman Christian College di Lahore in qualità di Zohra and Z. Z. Ahmad Distinguished Professor, dopo avere insegnato per quarant’anni presso l’Università Quaid-e-Azam di Islamabad. Si è laureato al Massachusetts Institute of Technology dopo studi triennali in ingegneria elettrotecnica e matematica, e studi specialistici in fisica dello stato solido. Si è addottorato, sempre al MIT, in fisica nucleare. Nel 1968 ha vinto il Baker Award per l’elettronica, e nel 1984 il Premio Abdus Salam per la matematica. Nel 2003 gli è stato assegnato il Premio Kalinga dell’UNESCO per la divulgazione scientifica. Nel 2010 ha ricevuto il Joseph A. Burton Award dell’American Physical Society e il Jean Meyer Award dalla Tufts University. Nel 2011 la rivista Foreign Policy lo ha incluso nella lista dei 100 pensatori più influenti a livello globale. Dal 2013 è membro dell’Advisory Board on Disarmament Affairs del Segretario Generale dell’ONU. Ho raggiunto il professor Hoodbhoy in videochiamata il 12 ottobre 2016 per una conversazione su pseudoscienza e mondo musulmano[1].

Stefano Bigliardi. Professor Hoodbhoy, secondo Lei, il mondo musulmano è caratterizzato da una maggior presenza di pseudoscienza e superstizione rispetto al resto del mondo? Se è così, come si spiega? Inoltre, esiste una pseudoscienza tipica del mondo musulmano?

Pervez Hoodbhoy. La pseudoscienza, intesa come insieme di affermazioni sul mondo naturale la cui validità non regge a un test scientifico, esiste in tutto il mondo. Tuttavia è più diffusa nei Paesi nei quali molta importanza è data al credere e alla tradizione. Sono stato molte volte in India, Paese confinante con il Pakistan, e lì ho visto come anche le persone istruite possono essere facilmente persuase delle credenze più insensate. Ricordo l’enorme scalpore sollevato a Delhi quando centinaia di migliaia di indù si accalcarono nei loro templi dopo avere sentito della scoperta che il dio elefante Ganesha beveva il latte offerto dai devoti. I razionalisti indiani ci misero qualche giorno a contrastare questa credenza. Vari di loro riuscirono a dimostrare che il liquido veniva aspirato per capillarità dalla proboscide delle statue del dio[2].

Potrei raccontare molti altri esempi dall’India, e sono sicuro che Lei saprebbe menzionarmi numerosi casi di madonne che piangono in Italia. Ma c’è qualcosa di diverso in Pakistan e, forse, nel mondo musulmano in generale. Nei Paesi musulmani la scienza non si è radicata ed è molto più difficile radunare persone in grado di contrastare la diffusione della pseudoscienza. Sono Paesi in cui ciarlatani, individui strambi, e persone religiose, hanno gioco molto più facile nel raggirare la gente.

Le faccio un esempio. Circa tre anni fa, un signore sbucato dal nulla, tale Agha Waqar Pathan, è diventato un eroe nazionale in Pakistan quando se ne è uscito con l’affermazione di avere inventato una macchina che andava ad acqua – sì, proprio ad acqua, acqua e basta! Non serviva né benzina, né metano, né alcun tipo di carburante[3]. Certo, simili svitati esistono a tutte le latitudini, ma qui è stato diverso. Membri del governo, politici di opposizione, conduttori televisivi e giornalisti facevano la fila per farsi immortalare con questa celebrità nazionale. L’eroe nucleare del Pakistan, il Dottor Abdul Qadeer Khan[4], noto e onorato come il padre della bomba islamica, ha rilasciato dichiarazioni in supporto di quel signore. Praticamente c’ero solo io, come persona spesso invitata in TV, a dire “Badate che questo vi prende in giro! È tutta una truffa, e scientificamente è un’assurdità”. Alla fine è saltato fuori che Pathan era un rapinatore di banche. È caduto in disgrazia nel profondo imbarazzo generale. In India però ci sarebbero state centinaia di voci critiche come la mia.

Stefano Bigliardi. La pseudoscienza in veste islamica si presenta in tante maniere. C’è la cosiddetta “interpretazione scientifica” del Corano, c’è il creazionismo islamico, ci sono i progetti accademici di “islamizzazione” della scienza [vedere articolo principale]. E poi ci sono le truffe come quella della macchina ad acqua che raccontava Lei poc’anzi. Lei che forme di pseudoscienza conosce meglio, e su chi esercitano maggior fascino?

Pervez Hoodbhoy. Fortunatamente i cosiddetti intellettuali convinti di poter di creare una scienza islamizzata sono più rari oggi che trent’anni fa. All’epoca, sotto il patronato del Presidente-Generale del Pakistan, Muhammad Zia-ul-Haq[5], gente così veniva foraggiata dallo Stato per compiere la sua missione ideologica di trasformare il Pakistan in uno stato retto dalla legge islamica. Sostenevano che esistesse una scienza islamica distinta da quella cristiana, ebrea, indù, etc. Si rifacevano alla critica della scienza prodotta da intellettuali occidentali postmodernisti, la mescolavano alla teologia islamica, e poi affermavano di avere scoperto una scienza basata su valori islamici. Nessuno di loro era un vero scienziato, anche se alcuni di loro avevano titoli dottorali. Per conferire dignità ai loro sforzi usavano dei paroloni, ma l’insieme era privo di sostanza. Questa è una delle ragioni per cui scrissi il libro Islam and Science – Religious Orthodoxy and the Battle for Rationality, nel 1990 [Zed Books]. Oggi sono felice di vedere che c’è meno gente che si perde dietro a roba simile.

D’altro canto però la credenza nei miracoli è ancora molto diffusa. Ogni musulmano deve credere che il Corano è la Parola di Dio e rappresenta la saggezza suprema. Quando qualcuno se ne esce con l’affermazione secondo cui qualche recente scoperta della scienza occidentale era già presente nel Corano, riceve moltissima attenzione da parte delle persone che sono state istruite nelle scuole pachistane. Questo è particolarmente vero nel caso delle scuole islamiche tradizionali, in cui non si insegna scienza ma solo teologia.

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È nel campo della biologia che la fede musulmana e la scienza si scontrano maggiormente. Alcuni nostri libri scolastici liquidano l’idea per cui la vita si è evoluta da forme più semplici a forme più complesse. Ecco un esempio da un libro di testo di biologia che è attualmente in uso[6]. Il libro dichiara quanto segue: “La teoria dell’evoluzione, proposta da Charles Darwin nel 19° secolo, è una delle affermazioni storicamente più incredibili e irrazionali”. Questo libro ridicolizza la nozione di evoluzione di forme di vita complesse da forme di vita più semplici sostenendo che va contro al “senso comune” e che è altrettanto “infondata” dell’idea per cui un’automobile scaturisce dallo scontro di due risciò[7]. Persino nella mia Università, nel Dipartimento di Biologia, come mi riferiscono gli studenti, alcuni professori dicono loro che insegnano la teoria dell’evoluzione solo perché sono obbligati. In realtà non ci credono.

Poi c’è la credenza nella medicina islamica. Moltissimi cartelloni pubblicitari annunciano cure “islamiche” come i salassi, il coppettaggio [vedere articolo principale], o l’uso di lumache che succhiano il sangue. E ancora, guaritori religiosi che vendono dei piccoli amuleti da legarsi attorno a un dito, oggetti che avrebbero proprietà medicinali. In TV ci sono un’infinità di programmi dedicati alla guarigione coranica. E non sono solo i poveri o le persone poco istruite a crederci. Anzi, credenze di tipo soprannaturale sono propagandate con forza nei campus universitari[8]. Il direttore del Dipartimento di Biologia della più costosa università privata pachistana, pur essendosi addottorato in genetica molecolare in Germania, sostiene sulla sua pagina Facebook che se la Sura Rahman [il cinquantacinquesimo capitolo del Corano] viene ripetuta numerose volte ingenera la produzione di geni anticancro e che possiede proprietà terapeutiche rispetto a ogni tipo di malattia terminale. E qui a Islamabad, quando vado nel miglior ospedale (una struttura chiamata Shifa) la prima cosa che vedo quando entro sono dei versi sulla guarigione coranica, e dei versi sacri sono la prima cosa che sento.

Stefano Bigliardi. Vi sono, al momento, pseudoscienze sponsorizzate o finanziate dallo Stato?

Pervez Hoodbhoy. In Pakistan, la Commissione per l’Istruzione Superiore, qualche anno fa, sosteneva progetti finalizzati alla spiegazione del contenuto scientifico del Corano. Il sostegno ufficiale a progetti pseudoscientifici in veste islamica non è frequente, ma per esserci c’è. In altri casi si parla di negare finanziamenti alla ricerca per ragioni religiose. Circa tre anni fa, il presidente della Commissione per l’Energia Atomica del Pakistan, Dottor Anwar Ali, nell’ambito di una delegazione al CERN di Ginevra ha dichiarato che la ricerca sul Bosone di Higgs non era necessaria dal momento che tutti i dati sulle particelle elementari erano già presenti nel Corano.

Questo mi ricorda che trent’anni fa ebbi uno scontro pubblico, piuttosto aspro, con un direttore della stessa Commissione, Bashiruddin Mahmood, autore di un articolo nel quale sosteneva che i jinn, creature invisibili che Dio avrebbe creato dal fuoco proprio come creò l’uomo dall’argilla, potevano essere catturate e impiegate per risolvere il problema del rifornimento elettrico del Pakistan. Io asserii che si trattava di un’assurdità e lui mi accusò di essere un nemico dell’Islam. Curiosamente, giusto un paio di giorni fa ho ricevuto lo scritto di una persona che è in forte disaccordo con Mahmood, e che concorda con me quanto al giudizio su di lui. La stessa persona però cerca di convincermi che, pur essendo impossibile ottenere energia direttamente dai jinn, si può, sulle orme di Re Salomone, impiegarli come schiavi per far funzionare delle turbine!

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Il maggior sostegno alla pseudoscienza in Pakistan non viene comunque dallo Stato. Ci sono canali TV privati che inveiscono contro l’evoluzione, e altri che diffondono le cure islamiche, i miracoli, etc. La cosa più triste è che di settanta/ottanta canali non ce n’è uno dedicato alla scienza vera. Le uniche due serie di documentari scientifici mai prodotte in Pakistan le ho realizzate io (Asrar-e-Jahan [Misteri dell’universo] e Bazm-e-Kainat [Vita nel cosmo]). Qualche volta i nostri quotidiani in inglese riportano notizie scientifiche, per esempio le dichiarazioni del Presidente Obama su una missione umana su Marte. Ma è raro trovare notizie di questo tipo nei maggiori media in urdu.

Stefano Bigliardi. Che cosa ne pensa della distorsione della storia della scienza finalizzata a farla sembrare tutta e solo musulmana? Sto pensando in particolare alla mostra 1001 Invenzioni [vedere articolo principale]. È un fenomeno che si interseca con la pseudoscienza?

Pervez Hoodbhoy. La scienza è una creazione di tutta quanta l’umanità. Però ogni civiltà, sventuratamente, tende a guardarsi indietro e ad affermare: “i veri inventori siamo noi”. Con l’ascesa del nazionalismo indù questo tipo di fenomeno oggigiorno è diffuso in India. I cinesi hanno sempre creduto che la Cina sia stata la culla della scienza e della civiltà. Non è sorprendente che in Pakistan, e probabilmente in tutto il mondo musulmano, si insegni che i musulmani sono i soli inventori della scienza e che gli europei rubarono le loro idee. Sia come sia, questa manifestazione di orgoglio culturale e religioso, per quanto infondata, non basta, da sola, a generare pseudoscienza. La pseudoscienza nasce quando si aggira il metodo scientifico e si butta la logica alle ortiche.

Stefano Bigliardi. Lei come giudica lo stato attuale della ricerca e dell’istruzione scientifica nel mondo musulmano?

Pervez Hoodbhoy. Ci sono stati tre premi Nobel nel mondo musulmano: Abdus Salam [pachistano] per la fisica, nel 1979, Ahmed Zewail [egiziano] per la chimica nel 1999, e Aziz Sancar [turco] per la chimica nel 2015. Professionalmente sono stati attivi in Occidente. Quanto allo stato della scienza nel mondo musulmano, si registra ben poca attività fin dal dodicesimo secolo. Di fatto nessuna invenzione di grande importanza (l’elettricità, i computer, gli antibiotici, solo per menzionare alcuni esempi) è stata prodotta dai musulmani. Fino a uno o due decenni fa c’erano ben pochi articoli scientifici prodotti da dei musulmani. Tuttavia in questo caso un cambiamento c’è stato. Il Dipartimento di Scientometria della Thompson Reuters Corporation ha pubblicato nel 2016 un rapporto secondo il quale il numero delle pubblicazioni scientifiche in Pakistan, come pure quello delle citazioni, è aumentato del quattrocento percento. Sfortunatamente, come scrivo in un articolo recente[9], è tutto fumo e niente arrosto. Una quadruplicazione del genere dovrebbe essere immediatamente avvertibile in termini di attività nei laboratori, di seminari, di convegni, di conferenze etc. Tutte cose che non si vedono. Quello che sta accadendo veramente è che si è capito come scrivere articoli accademici e farli citare. Ci sono dei “cartelli della citazione” nati dalla collaborazione di truffatori accademici, cinesi, indiani, americani, praticamente di tutto il mondo o quasi.

A causa di questa enorme quantità di imbrogli, capire quale sia lo stato della scienza in un qualunque Paese è diventata un’impresa piuttosto ardua. Penso che prima anche solo di provare a misurare il livello delle università e il progresso della scienza si debba aspettare di avere metodi di misurazione migliori.

Stefano Bigliardi. Se Lei dovesse diventare Ministro dell’Istruzione, che politiche e che campagne promuoverebbe per contrastare la pseudoscienza in veste islamica?

Pervez Hoodbhoy. In primo luogo verificherei la competenza scientifica di docenti e studenti. L’ammissione all’università e alla scuola superiore dovrebbe essere basata sulla capacità degli studenti di passare un test concernente la scienza, e solo quella. Abolirei la regola che prevede venti punti extra per chi ha memorizzato il Corano, e renderei illegale la pratica di richiedere, a chi si candida per un posto di docente in un dipartimento scientifico, la recitazione a memoria di determinati passaggi coranici, la menzione delle mogli del Profeta, e così via. In secondo luogo farei riscrivere i manuali scolastici di scienze in modo da eliminare i riferimenti alla religione. La religione dev’essere spiegata nei libri di studi religiosi, non in quelli scientifici.

Note

1) La presente traduzione in italiano è mia. La registrazione originale è a disposizione di chiunque sia interessato. L’intervista è stata originariamente pensata e condotta per Query. Il professor Hoodbhoy si è anche incaricato di integrare e correggere la mia trascrizione originale in inglese, e ha fornito i link che compaiono nelle note. Ringrazio il professor Hoodbhoy per la sua pazienza e disponibilità.
5) Nato nel 1924, fu presidente del Pakistan dal 1978 al 1988, anno della sua morte in un incidente aereo.
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