Non solo smascherare, ma incoraggiare la gente a pensare

I lettori saranno giustamente preoccupati di alcuni sondaggi recenti che indicano come fra la popolazione vi sia una crescente ignoranza rispetto alla scienza, mentre un'attenzione crescente viene riservata alle varie pseudoscienze (omeopatia, ESP, astrologia, fantasmi, ufo, cartomanzia, numerologia, ecc...).
D'altro canto ciò implica, credo, una questione più centrale e rilevante del fatto che molte persone danno credito a cose prive di senso; dopo tutto non è così importante il fatto che Shirley MacLaine indossi un cristallo che lei crede possedere strani poteri o che un altro sia convinto che la terra è visitata da extraterrestri desiderosi di rapire e violentare giovani donne
Il problema reale è, invece, che la sempre più diffusa credenza nelle varie pseudoscienze è solo uno degli indicatori del fatto che la gente non sa considerare le informazioni in maniera corretta.
E ciò comporta gravi conseguenze.
Io credevo che la sovrappopolazione, la fame, la morte delle foreste tropicali, l'inquinamento da monossido di carbonio, la proliferazione nucleare, e così" via, fossero problemi assolutamente generali, ma credo di aver compreso che essi hanno tutti una comune radice: sono conseguenza del nostro modo di ragionare come individui e come collettività: il modo in cui pensiamo, in cui costruiamo i nostri sistemi di credenza, il perché diamo fiducia a certi leader e come vediamo le sfide e creiamo gli strumenti per affrontarle.
La gente è continuamente bombardata dai media, da conoscenti e da amici con informazioni che sono destinate a imporsi portando ad accettare idee che potrebbero essere dimostrate false se solo vi fosse la volontà e la possibilità di verificarle.
Ma coloro che si fanno portatori di tali idee non hanno nulla da temere perché essi sanno che nella gran parte dei casi troveranno persone incapaci di affrontare la questione criticamente formulando domande appropriate.
Questa tendenza a credere deriva in parte anche dal fatto che alle persone è sempre stato detto cosa pensare e che cosa non pensare dai loro genitori, dai loro insegnanti, dalle loro chiese, dai loro governi.
L'accento è sempre stato posto sull'insegnare cosa pensare più che come pensare.
Numerosi studi hanno dimostrato come le capacità di affrontare i problemi con spirito critico stiano pericolosamente venendo meno fra le giovani generazioni.
E senza criteri che permettono di distinguere la scienza dalla non-scienza e la realtà dal romanzo, anche gli insegnanti possono cadere nella trappola di credere e diffondere informazioni e idee non provate. Sfortunatamente, dunque, ciò significa che molti giovani e studenti non stanno assimilando gli strumenti necessari ad analizzare le affermazioni che vengono loro presentate.
Anche gli scettici non sono immuni da atteggiamenti simili. Alcune volte si è annunciata la soluzione di un presunto mistero quando non c'erano elementi sufficienti per pervenire a una conclusione certa.
Anche noi dobbiamo essere pronti a dire 'Non lo so' e rinviare la spiegazione di un mistero piuttosto che fornire risposte sbagliate o accettare una tesi a priori solo perché proviene da una persona di cui ci fidiamo. Ma ora che il problema è posto, come possiamo attrezzarci per risolverlo?
Poiché il paranormale e l'occulto interessano molta gente, noi abbiamo la grande opportunità di incoraggiare a pensare criticamente favorendo la discussione su questi argomenti grazie a un approccio metodologicamente nuovo.
Il movimento scettico può svolgere un ruolo socialmente rilevante se si adopera affinché vengano forniti alla gente gli strumenti per ragionare meglio piuttosto che se si limita a confutare certe false credenze.
Purtroppo un approccio di questo tipo non viene sempre seguito.
In troppi casi la discussione sulle pseudoscienze che si può trovare sulla letteratura scettica mira soprattutto a svelare un imbroglio piuttosto che a sviluppare nel lettore elementi per un ulteriore ragionamento.
In altre parole, lo smascheramento di un mistero sembra essere più un fine che un mezzo.
Che cosa si ottiene svelando il mistero del Triangolo delle Bermude o dell'ultima visione di un UFO? Forse non molto se giudichiamo in prospettiva.
Nel presentare la soluzione di un mistero, raramente vengono forniti al lettore o all'ascoltatore i mezzi per risolvere il successivo; e ce ne sarà sempre uno successivo: un nuovo triangolo apparirà alle coste di un qualche paese, un altro medium farà una previsione e notizie di avvistamenti di UFO continueranno ad apparire sui media e stuzzicare l'immaginazione collettiva.
Ma sebbene i luoghi, le date e i nomi cambino ogni volta, ciò che si ripresenta sempre identico è il modo erroneo di affrontare il problema e che porta la gente a credere che qualcosa di paranormale stia avvenendo. E non vi è dubbio che proprio questo porsi scorretto del pubblico di fronte al problema fa sembrare gli scienziati così chiusi. Spesso essi sono solo annoiati nel constatare che vengono sempre ripetuti gli stessi errori di procedimento.
Forse gli scettici hanno indirizzato i loro sforzi troppo sugli effetti e si sono concentrati poco sulle cause che inducono a credere nel paranormale.
Lo CSICOP (Committee for the Scientific Investigation of the Claims of the Paranormal), il CICAP e gli altri gruppi internazionali di scettici hanno fatto e fanno un ottimo lavoro nel rendere pubbliche spiegazioni scientifiche e razionali di diversi pseudomisteri.
D'altro canto, mi piacerebbe che si riuscisse a puntare di più la mira sulle cause che ne permettono la nascita e il proliferare.
E' ora di mettere in discussione le diverse pseudoscienze mirando prima di tutto ad aiutare la gente a sviluppare le necessarie capacità di ragionare criticamente, per, poi, aiutare a riconoscere le tecniche usate da coloro che speculano e ingannano approfittando della buona fede e dell'ignoranza dei più.

Come porre le domande

Uno dei modi più efficaci per avvicinare le tesi dei sostenitori del cosiddetto paranormale consiste nell'imparare a formulare le domande appropriate.
Ciò rende relativamente facile separare ciò che è essenziale da ciò che non lo è e consente di giungere subito al nocciolo della questione. Per esempio: in che cosa consiste realmente il fenomeno in questione? Come possono essere verificate le varie ipotesi offerte? Sono stati presentati tutti i dati disponibili? E così via. Come si può applicare questo metodo alle pseudoscienze?
Un approccio potrebbe consistere nel trattare i misteri legati al paranormale come dei puzzles che il pubblico deve comporre ponendo domande appropriate ed effettuando, o chiedendo che vengano effettuate, le verifiche opportune.
Questo processo permetterà alla gente di raggiungere la conclusione corretta da sola con reazioni tipo: 'Ah! Ora ho capito!'.
La prossima volta che vi viene chiesto di "svelare" un presunto mistero, chiedete al pubblico cosa ne pensa, e se non si sente in grado di suggerire una soluzione più semplice o di offrire ipotesi alternative.
Lo scopo è quello di portare il pubblico a confrontare più soluzioni fra loro per poi pensare a come verificare le varie ipotesi.
Dopo tutto, prima di poter dire che qualcosa è "al di là" rispetto a questo mondo, bisogna essere ben sicuri che non ne faccia davvero parte.
Bisogna fare in modo che il pubblico conosca tutte le informazioni necessarie, perché è facile che qualcosa divenga misteriosa o incomprensibile se vengono trascurati particolari rilevanti. Una volta che sia emersa la soluzione corretta, si tratta di supportarla con gli elementi emersi dal lavoro di chi ha già risolto il mistero. Questo approccio, se seguito correttamente, produce spesso una reazione di 'A-ha' da parte di chi vi ascolta, stimola la gente a partecipare attivamente e, soprattutto, invoglia a una riflessione e a un giudizio più critico e meditato.

Evitare il linguaggio specializzato

E' importante fornire sempre esempi tratti dalla vita quotidiana ed evitare un linguaggio specializzato.
Per esempio, nello spiegare come certe persone riescano a "camminare" sul fuoco, ho sentito uno scettico affermare in televisione che l'umidità protegge i piedi del fachiro grazie allo "effetto Leydenfrost".
Prima di tutto, ci sono sempre parole più semplici. L'oratore avrebbe dovuto evitare il termine "Leydenfrost" e affermare semplicemente che il vapor d'acqua protegge dal calore.
Dopo tutto, come si verifica se un ferro è caldo? Molta gente sarebbe allora stata in grado di collegare ciò alla sua esperienza quotidiana e avrebbe compreso il fenomeno.

Non negare le esperienze

C'è un punto ancora più importante che merita di essere sottolineato.
Molte affermazioni in questo campo riguardano esperienze che possono essere definite genuine (esperienze fuori dal corpo, camminare sui carboni ardenti, la capacità di "lettura" di coloro che leggono la sorte).
La gente è realmente, e sinceramente, convinta di avere esperienze di uscita dal corpo, di vedere altri camminare sui carboni, e chi legge la sorte può talvolta rivelare ciò che sembra nascosto nella personalità del suo cliente.
E molte persone hanno esperienze che essi classificano come paranormali e che non riescono a spiegare subito in maniera efficace.
Non è opportuno né utile, in questi casi, negare a priori la veridicità di un'esperienza che una persona è, in buona fede, sicura di aver avuto, perché è si verrebbe subito classificati come "chiusi di mente".
In molti casi, la gente vi permetterà di aiutarla a formulare spiegazioni alternative per questi fenomeni, purché voi non assumiate atteggiamenti di sfida o di sufficienza.
Così la prossima volta non dite ai vostri interlocutori: 'Non è possibile', o 'Non può essere successo', ma chiedete loro se non si potrebbe formulare una diversa ipotesi.

Volgere i negativi in positivi

Spesso gli scettici risultano "negativi" poiché mettono l'accento sull'insufficienza o sulla falsità di certe spiegazioni, magari trascurando ciò che è più interessante nel problema in questione. Se consideriamo, per esempio, la capacità di alcune persone di "rivivere", sotto ipnosi, una serie di eventi storici, invece di dichiarare che sono un mucchio di sciocchezze e indurre molti a liberarsene, lo scettico dovrebbe piuttosto sottolineare che questi sono ottimi esempi di come il cervello immagazzini e renda poi disponibili informazioni dimenticate. Cercate di non cadere nella trappola di essere considerati 'contro gli UFO' o 'contro il paranormale'.
Dopo tutto, sarebbe eccitante se queste cose esistessero veramente!
Lo scettico dovrebbe mettere in chiaro che egli è "contro" l'inconsistenza delle prove e delle spiegazioni addotte, non il fenomeno in sè. Se è possibile, infine, cercate di lasciare la vostra audience con qualcosa su cui riflettere, magari anche un piccolo mistero.
La gran parte dei film o dei libri favorevoli al paranormale hanno successo perchéè lasciano, alla fine, il pubblico senza risposte certe.
Anche gli scettici possono farlo! E senza sacrificare nulla alla verità! Per esempio, lo scorso anno un gruppo di Los Angeles ha studiato un cane chiamato Sunny, poiché il suo padrone era convinto che potesse risolvere problemi matematici.
Il test che venne subito realizzato dimostrò che il cane rispondeva a messaggi che il suo padrone gli lanciava del tutto inconsapevolmente.
Dopo aver letto i risultati della ricerca, io volli scriverne sul Los Angeles Times, ma la vicenda era simile a molte altre: dapprima una affermazione strabiliante non sufficientemente verificata, e poi, puntuale, la smentita.
Non c'era nulla di nuovo su cui il lettore avrebbe potuto ulteriormente riflettere, mentre questo era ciò che mi interessava maggiormente.
Così io raccontai tutta la storia, parlai delle procedure di verifica e dei risultati ottenuti, e terminai l'articolo così: 'Anche se noi siamo convinti che Sunny era in grado di rispondere solo se il padrone gli forniva inconsciamente la soluzione, sarebbe interessante chiedersi fino a che punto i cani sono in grado di capire i messaggi impercettibili che i padroni, senza saperlo, lanciano loro'.

Conclusione

Il nostro scopo non è quello di spingere la gente a diventare cinica o sospettosa nei confronti di tutto ciò che le viene raccontato, ma di invitarla a ragionare su quali sono gli strumenti che hanno permesso lo sviluppo della conoscenza.
Il metodo scientifico non è qualcosa che rimane confinato all'interno di un laboratorio, ma è il modo migliore che l'uomo è stato in grado di elaborare per scoprire gli errori e per confermare e spiegare le nostre comuni esperienze.
Molte volte ci ha mostrato che non esistono scorciatoie per la conoscenza e il progresso. Alla gente piacciono le pseudoscienze: credere nel fantastico può compensare molti bisogni psicologici. D'altro canto il nostro sviluppo culturale e la conseguente possibilità di rispondere alle sfide dipendono dalla nostra capacità non di razionalizzare, ma di ragionare.

Al Seckel, giornalista, fa parte del gruppo californiano degli scettici.

Da: "Rather than just debunking, encourage people to think" di Al Seckel (Skeptical Inquirer, Vol. 13, n. 3) - ristampato in: CICAP - Raccolta Bollettini Vol. I: 1988-1991, pp. 48-51.

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