I miei ricordi di astrofisico e scettico

"Io c'ero: il fenomeno paranormale è accaduto proprio davanti a me. Posso testimoniare con assoluta sicurezza". L'uomo parlava in piena sincerità; ma i suoi grandi occhiali neri mostravano che era un cieco. Questo episodio mi sembra emblematico del difficile rapporto con il pubblico, che ho dovuto affrontare sin dall'inizio della mia attività nell'ambito del CICAP.

E' un impegno che risale infatti sino alla prima riunione tenuta a Torino quasi dieci anni fa (e annunciata in quell'ormai introvabile "Numero 0" del nostro Bollettino che solo gli abbonati italiani allo Skeptical Inquirer ricevettero). In quell'occasione, nel mezzo di una congerie di personaggi dalle opinioni più diverse, emerse quel ristretto e affiatato gruppo che sarebbe divenuto il nucleo storico della nostra Associazione. L'ispiratore e coordinatore dell'iniziativa era Piero Angela che questa volta, a differenza di quanto gli era capitato una decina d'anni prima, riusciva finalmente a far decollare il progetto di una organizzazione razionalista intenta a fare un po' di chiarezza fra scienza a paranormale.

Ricordi

A quel primo incontro torinese ero intervenuto con particolare entusiasmo, perché potevo in tal modo soddisfare un desiderio coltivato sin dall'adolescenza, quando avevo cominciato a interessarmi al problema dei fenomeni paranormali, o piuttosto - come si usava dire allora - dell'esistenza dell'ESP. La mia mentalità già propendeva per un approccio di tipo razionalistico e sperimentale, e ciò mi faceva intuire in tutta la sua drammaticità la "sfida" che il paranormale - qualora la sua realtà fosse stata comprovata - opponeva alla scienza tutta (scienza che proprio in quegli anni portava l'uomo sulla Luna). Se anche un solo fenomeno paranormale fosse realmente accaduto, allora l'intera concezione scientifica del mondo doveva essere ricostruita. Per me, che già allora mi prefiguravo un avvenire di fisico, sarebbe stata la... scoperta del secolo. Con giovanile fervore, ma anche con scrupolo, mi misi allora sulle tracce dei supposti fenomeni ESP, intraprendendo una sorta di mio personale "viaggio nel mondo del paranormale".

Inutile raccontare che, nonostante la mia frequentazione - all'epoca - di ogni sorta di ambienti magico-esoterici (in cui si diceva che i fenomeni paranormali erano "routine" quotidiana), in mia preesnza non accadeva mai assolutamente nulla. E naturalmente, secondo loro, era colpa della mia scarsa... buona fede. Quanto avrei dovuto ancora sperimentare o "meditare"?

Avrei dovuto perseverare all'infinito? No. Per convincermi dell'inconsistenza dei fenomeni paranormali, è stato sufficiente frequentare i cultori di queste pretese discipline occultistiche. A farla breve, si trattava regolarmente di ingenui, illusi, fanatici, o veri e propri imbroglioni.

Ho voluto riportare queste note personali, perché penso che la mia esperienza testimoni un approccio importante alla razionalità e allo spirito critico. Razionalità e spirito critico sono appunto i principi ispiratori che animano tutta l'azione del CICAP, nell'affrontare il mondo del paranormale.

 

I "cattivi"

Quanto grande sia quella parte di pubblico, che ancora crede a ciò che i media dicono sul paranormale, abbiamo dovuto verificarlo amaramente in occasione delle conferenze tenute dal CICAP. A differenza di ciò che accade per gli argomenti scientifici "classici" (nel mio caso l'astrofisica), dove l'ascolto è attento e le domande vengono formulate in un clima di moderazione, quando invece si parla di paranormale in termini critici, l'uditorio diviene perplesso e in parte ostile.

Si odono mormorii di disapprovazione in un crescendo di tensione emotiva, fino al momento della discussione quando le poche voci ragionevoli vengono soverchiate dagli interventi più fanatici. Talvolta, si è addirittura presentato il problema di togliere l'audio ai microfoni per interrompere gli sproloqui troppo insensati e interminabili, che andavano dalle descrizioni orrorifiche di fantasmi e tavolini volanti, alle filippiche sugli UFO, a pseudo-dimostrazioni di "psicocinesi" in sala, alla storia del teatro (che c'entra non lo so), al volo yogi e così via.

Una obiezione più ragionevole, rivoltami da un ascoltatore, suonava pressappoco così: "Ma non sarà forse che voi scienziati negate l'esistenza dei fenomeni paranormali perché non sapete spiegarli?" In una conferenza successiva, impostai allora il discorso sottolineando come gli scienziati analizzano proprio quegli aspetti della natura che ancora non si riescono bene a spiegare; ma che purtroppo nel caso del paranormale sono davvero i fenomeni che mancano.

Al termine, dal pubblico si levò una domanda: "Ma non sarà forse che voi scienziati negate l'esistenza del paranormale perché non sapete spiegarlo?".

Contro i pregiudizi, dunque, le argomentazioni razionali non servono.

Il fatto è che purtroppo l'atteggiamento disincantato e scettico del CICAP non fa facilmente proseliti, e si rischia addirittura di passare per dei materialisti dogmatici, sprezzanti degli ideali dello spirito.

Una nomea del genere precluderebbe ogni possibilità di dialogo anche con quelle parti del pubblico più ragionevole disponibile a vagliare direttamente le diverse testimonianze (e che finora crede al paranormale solo perché non ha mai potuto ascoltare "l'altra campana").

La nostra immagine di "cattivi" risulta accentuata nei dibattiti, quando per obbligo di coerenza ci troviamo a dover contraddire le illusioni di chi trova nel paranormale una sorta di "fede" capace di lenire le durezze della vita. Ma la credenza nel paranormale - in un certo senso - è simile a una "droga": fa vivere in un mondo illusorio, mostrando una realtà inesistente. I veri "cattivi" sono dunque coloro che prosperano spacciando questa droga culturale; mentre noi del CICAP ci limitiamo a proporre una cura disintossicante.

Come agire?

Nell'opporci con fermezza a tutte le falsità "paranormali", dobbiamo comunque fare attenzione a non ferire la sensibilità della gente. Occorre tener presente che non di rado dietro ad una manifesta credulità c'è un reale bisogno di fiducia e di sostegno morale.

Il problema si evidenzia ad esempio nel caso delle cosiddette "medicine alternative", che talvolta - inutile negarlo - aiutano davvero i malati a sentirsi meglio. Infatti la componente psicologica può essere importantissima nella lotta contro la malattia. Paradossalmente - per qualche soggetto - l'efficacia terpeutica di un farmaco valido, ma prescritto con fredda indifferenza, può risultare inferiore a quella dell'acqua distillata se somministrata con fiducia e calore umano, Intervenire con il CICAP a contrastare un benefico effetto placebo, per puro amora di razionalità, sarebbe per lo meno discutibile dal punto di vista etico. In quali circostanze, dunque, il CICAP si impegna particolarmente? Di certo non ci è possibile rincorrere - per smentirli - tutti i maghi o gli astrologi di quartiere. Né possiamo intervenire singolarmente a disincantare uno per uno gli ingenui, turlupinati e spremuti di bigliettoni da astroveggenti e occultisti (anche se richieste di "salvataggi" del genere ci giungono spesso dagli allarmati parenti). Sarebbero imprese donchisciottesche!

Cerchiamo invece di impegnare le nostre energie su alcuni casi ben scelti, di risonanza nazionale, sui quali si concentra l'attenzione del pubblico per effetto dell'amplificazione fornita dai mass-media. Emblematico è stato il primo caso affrontato dal CICAP nel 1989, quello di Mirko Gargiulo (descritto sul primo numero del Bollettino), dove i presunti fenomeni di "poltergeist" erano provocati dalla... mano del soggetto. In particolare, la scelta della psicocinesi come terreno di confronto è stata, a mio avviso, assai efficace; infatti si tratta di un effetto fisico, e come tale direttamente verificabile in modo oggettivo.

La smentita è risultata quindi particolarmente incisiva, e priva di ambiguità. Un simile risultato forse sarebbe stato meno facile da ottenere nel caso di fenomeni psichici (quali ad esempio telepatia o precognizione), che hanno contorni più soggettivi e meno quantificabili. Da allora, comunque, nuovi casi di fenomeni paranormali a effetti fisici - con risonanza nazionale - non si sono più avuti: forse i poltergeist hanno paura del CICAP?

Divulgazione

Parallelamente all'azione "investigativa" sui presunti fenomeni paranormali, la diffusione di una corretta informazione sull'argomento (per mezzo di articoli, conferenze, interventi in TV e la pubblicazione della rivista Scienza & Paranormale) è l'altro fondamentale momento dell'attività del CICAP. Il nostro, infatti, è un impegno a fare chiarezza, squarciando il velo di mistero del quale gli "operatori dell'occulto" amano ammantarsi. E bisognerà sempre sottolineare come la nostra convinzione che i fenomeni paranormali fino a oggi non sono mai stati dimostrati in maniera convincente, deriva dall'esito negativo di innumerevoli verifiche e controlli; non già da dogmatiche certezze, o da una aprioristica "fede" nella Scienza. A tutti coloro che sinceramente credono al verificarsi di questi eventi straordinari, vorremo dire: "Andate sul posto, verificate personalmente la situazione; provate a controllare le circostanze, a interrogare i protagonisti: troverete invariabilmente che la veridicità degli accadimenti sfuma a poco a poco nell'incerto o nell'incontrollabile, che spesso si tratta di fatti riferiti in modo distorto o impreciso, e che talvolta le persone implicate non sono assolutamente degne di fiducia. Infine, se vi diranno che potrete assistere personalmente, allora l'evento paranormale tanto atteso - proprio quell'unica volta - probabilmente non si verificherà".

Su questo genere di "prove" vaghe e inattendibili, sulla scappatoia degli "influssi negativi" (a giustificare i regolari insuccessi che si riscontrano ogniqualvolta c'è qualche controllo per prevenire i trucchi): ecco su cosa si basano i cultori del paranormale. Eppure la linea critica del CICAP deve ancora faticare per ottenere un pieno consenso. Reazioni improntate a incomprensione sono sorte non solo da parte del pubblico meno preparato, ma anche - sorprendentemente - da parte di alcuni intellettuali (ricordiamo ancora la polemica con il filosofo Marcello Pera).

Ma qui non occorre fare della filosofia; qui non serve discutere di principi o metodologie. Basta dirlo forte e chiaro: nessun fenomeno paranormale è mai stato sperimentalmente osservato in condizioni attendibili. E se qualcuno sostiene il contrario, lo dimostri!

Steno Ferluga

 

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