Anatomia degli angeli

  • In Articoli
  • 12-05-2004
  • di Andrea Frova
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Un lettore in vena di sberleffi - il quale preferisce mantenersi anonimo - mi ha rivolto una domanda alquanto insolita, almeno tra lettori equipaggiati di sano realismo. Mi chiede: "Ma c'è qualcuno che ha mai visto gli angeli, o magari il diavolo, la cui esistenza viene di tanto in tanto ribadita dalle autorità della Chiesa?". Non avrei nemmeno preso in considerazione la questione, da relegare ovviamente tra gli eventi impossibili, tipo visioni celesti o contatti con gli spiriti di vario genere, se proprio qualche giorno fa non mi fosse capitato per le mani uno spassoso libretto intitolato Anatomia comparata degli angeli, che suggerisco di provare a leggere. È scritto da un fisico e filosofo dell'Ottocento, Gustav Theodor Fechner, celebre per essere stato pioniere della psicofisica, ossia dello studio dei meccanismi che rendono possibili le nostre percezioni sensorie, udito, vista, eccetera (tanto da influenzare lo stesso Sigmund Freud nella problematiche sui sogni). Notissima è la legge che porta il suo nome, la quale stabilisce che "tra l'intensità di uno stimolo fisico (suono o luce) e il suo minimo incremento percepibile sussiste un rapporto costante: in termini matematici, che la sensazione è legata al logaritmo dell'intensità dello stimolo fisico". L'edizione italiana è stata curata da Emanuele Vinassa de Regny per l'editrice Lampi di stampa (pp. 79, Euro 9,00). Vediamo dunque che ha da dire tanto personaggio sulla natura degli angeli e in particolare sul loro sesso, argomento dibattuto per millenni.

La lettura del libricino in questione - che Fechner scrisse nel 1825 quando era soltanto ventiquattrenne e firmò con lo pseudonimo di Doctor Mises - rivela che egli nascondeva, dietro le sembianze dell' Herr Professor di fisica che sarebbe in seguito diventato, anche un aspetto di burlone matricolato. Con argomenti basati su analogie/differenze e sul buonsenso, Fechner configura l'esistenza degli angeli, ne descrive la natura e la forma, ne definisce persino le funzioni. Il calibro dei ragionamenti, diciamolo subito, è quello delle prove dell'esistenza di Dio di tommasiana memoria, ma superiore a quello di tante argomentazioni che, ancora oggi, sorreggono le tesi pseudoscientifiche della medicina alternativa, delle tecniche meditative o della misteriologia imperante sulla carta stampata e in televisione. Roba poco rigorosa, dunque, ma certo - almeno nel caso di questo saggio - esilarante e istruttiva.

Chi legge queste righe, vorrà anzitutto sapere come sono fatti gli angeli di Fechner. Niente di più semplice: sono bolle trasparenti sferiche, come vuole l'antica idea che la sfera sia la forma che conviene alla divinità. E anche come è l'occhio, parte più solare e nobile dell'uomo. Ambasciatori di Dio presso gli uomini, questi angeli/palla vivono nei pressi del sole muovendosi attraverso il cielo, si nutrono di luce e con essa comunicano. Sarebbero in sostanza dei pianeti, a noi invisibili, la cui presenza tuttavia potrebbe essere collegata all'osservazione delle macchie solari (argomento, al tempo di Fechner, ancora oggetto di controversia scientifica). Le angeliche sfere sarebbero ripiene di gas - ossigeno se maschi, idrogeno se femmine - che copulando esplodono, come da manuali di chimica, divenendo bolle di vapor acqueo. Ed ecco risolta in quattro e quattr'otto l'eterna diatriba. L' escalation non finisce qui, ma preferisco lasciare al lettore il piacere di scoprirne gli sviluppi.

Nelle righe di chiusura, quasi uno scoppio di bolla di sapone, vengono buttate a mare le "validissime" considerazioni avanzate in supporto della tesi angelica. Nelle parole di Fechner: "Poiché le mie creature, dopo essere stati angeli, occhi e pianeti, si sono alla fine trasformate in bolle di vapore che... sono nate nell'acquosa umidità delle camere interne al mio occhio - stanco per aver fissato il Sole troppo a lungo - e hanno prodotto l'illusione di vederle davvero, e poiché queste bolle sono appena scoppiate, mi accorgo che il filo delle mie ricerche si è interrotto". Una beffa dunque, una beffa che colpisce da un lato tanti miti e tante assurde credenze religiose, dall'altro le sciocche fantasie di certi astronomi e cosmologi contemporanei dell'autore (e magari anche nostri). Scrive Vinassa nella presentazione: "La conclusione è sorprendente, ma l'applicazione del metodo razionale a un tema fantasioso può portare soltanto a risultati sorprendenti".

Spero di essere riuscito a stuzzicare la curiosità del lettore, il quale non potrà non subire il fascino di un testo dove l'immaginazione e l'ingegnosa analisi dei dettagli sono profuse ad ogni riga. Non troverà invece risposta chi, come il lettore che mi ha scritto, volesse sapere davvero come sono fatti gli angeli, né se davvero sono in grado di accoppiarsi, come deve essersi divertito un mondo a immaginare il nostro autore.

Andrea Frova
Professore di Fisica Generale, Università di Roma "La Sapienza"

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