Il complicato rapporto tra religiosità e antidarwinismo

  • In Articoli
  • 21-12-2022
  • di Lia Confossi
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Un insolito Darwin in versione steampunk © Misael Moreno/Unsplash
Parlare di antievoluzionismo spesso comporta anche parlare di religione. Negli studi sull’accettazione della teoria di Darwin da parte del pubblico, infatti, la religiosità individuale è ritenuta da decenni un fattore di grande importanza. Ma fino a che punto è determinante?

Di recente, alcuni sociologi che operano in Italia e in Brasile hanno effettuato una ricerca comparativa fra i due paesi destinata a capire se l’appartenenza alla stessa confessione religiosa in due parti del mondo così diverse produceva atteggiamenti analoghi nei confronti della teoria dell’evoluzione. Per questo, hanno scelto due platee religiose teoricamente simili: italiani e brasiliani membri della chiesa cattolica.

In effetti, sul piano religioso le due realtà nazionali sono assai differenti. Mentre, al netto dei processi di secolarizzazione, il panorama italiano resta quello di un paese formalmente in larga misura cattolico, la situazione brasiliana è in rapida evoluzione. Al 2020, i cattolici non rappresenterebbero più del 50% della popolazione, mentre le chiese evangelicali neoprotestanti – in molti casi fondamentaliste e antievoluzioniste – raccoglierebbero ormai il 31% dei brasiliani.

Un’altra differenza tra i due paesi riguarda lo studio della teoria dell’evoluzione a scuola: mentre da noi è presente nei programmi ministeriali fin dalle elementari, in Brasile viene introdotta nel percorso didattico molto più tardi.

Nonostante questo, se veramente l’unico fattore predittivo dell’antievoluzionismo fosse la religione a cui si appartiene, ci si aspetterebbe livelli simili di adesione tra cattolici italiani e brasiliani. Il risultato dello studio comparativo pubblicato sulla rivista PLOS ONE[1] rivela invece che non è così.

Grazie a metodi statistici e in particolare all’applicazione dell’analisi a corrispondenze multiple (MCA) attraverso la somministrazione di un vasto questionario in parte derivato da test sull’evoluzionismo già esistenti, i ricercatori hanno analizzato un ampio campione di studenti delle scuole secondarie superiori dei due paesi. I risultati hanno mostrato che per prevedere l’atteggiamento di un soggetto verso la teoria dell’evoluzione, alcuni fattori sociali e culturali di carattere generale sono più utili della collocazione religiosa.

Gli studenti cattolici, infatti, mostravano differenze fortemente significative fra i due paesi. Non solo: la forbice fra di loro era maggiore rispetto a quella che si registrava in Brasile fra cattolici e membri di chiese evangelicali. Lo si vedeva, per esempio, nelle risposte alle domande del questionario sulle ere geologiche, che nel caso dei brasiliani – che fossero cattolici o membri di altre chiese – indicavano in entrambi i gruppi del paese sudamericano una conoscenza ridotta.

Sebbene gli autori dello studio sottolineino che l’interpretazione letteralista dei testi sacri delle religioni monoteiste può influire notevolmente nel modo in cui i giovanissimi imparano le scienze, il modello sotteso all’articolo è per certi versi assai ambizioso. Potrebbero essere le caratteristiche generali delle società dei vari paesi, infatti, a portare con sé il successo di cattolicesimo o religioni protestanti; la vasta crescita in Brasile di confessioni evangelicali letteraliste sarebbe anche – fra l’altro – una conseguenza della maggiore o minor capacità delle chiese di adattarsi in maniera fruttuosa alle trasformazioni del contesto socioculturale. E uno degli ambiti in cui il letteralismo biblico protestante si è dimostrato più attivo sin dall’ultimo quarto dell’Ottocento è senza dubbio l’opposizione alle teorie di Charles Darwin.

Insomma, secondo lo studio italo-brasiliano la sola appartenenza a una chiesa cristiana non costituirebbe di per sé un buon predittore dell’opposizione alla teoria dell’evoluzione. Anzi, questa appartenenza sarebbe un fattore importante, ma soltanto a un secondo livello, cioè, come conseguenza di altri fattori. Conterebbero assai di più elementi come il contesto culturale e sociale generale della nazione in cui si vive, quanto presto si entra in contatto con l’evoluzionismo e il grado di conoscenza della teoria dell’evoluzione.

Note

1) Oliveira G.d.S., Pellegrini G., Araújo L.A.L., Bizzo N. “Acceptance of evolution by high school students: Is religion the key factor?”, in PLOS ONE, 17(9), 19 settembre 2022.
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