I misteri di una miniera non tanto misteriosa

Una cava abbandonata, un cane scomparso, un video virale e un film horror di serie B sono gli ingredienti della “strana storia” della miniera Jarvis

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© EvgeniyQ/istock
Sono i primi di settembre 2009, e un giovane appassionato di speleologia che si firma StanTheMan apre un blog per riferire una vicenda allarmante: Millie, la sua labrador nera, nonché compagna d’avventure, è scomparsa durante una passeggiata nella miniera Jarvis, una cava abbandonata in un canyon del Colorado. La storia però non riceve molte attenzioni fino a tre anni dopo, quando un video che documenta i fatti, intitolato Dangerous Old Mine[1], diventa improvvisamente virale, superando le 300.000 visualizzazioni, e trasformando la vicenda in un mistero risolto a metà.

Il filmato dura circa quattro minuti e appare girato in soggettiva con una action cam. Millie e il suo padrone stanno riposando all’entrata della miniera, quando a un tratto, “come se fosse chiamata da qualcuno o qualcosa” scrive Stan nel blog, la cagnolina si dirige verso l’interno della cava. Cane e padrone iniziano a brancolare nel buio, e con loro lo spettatore, che fa fatica a orientarsi e comprendere i loro spostamenti anche a causa dei numerosi tagli effettuati nel filmato.

All’inizio i due non sono distanti e Stan si limita a seguire Millie, che a un certo punto però comincia ad allontanarsi; non sembra spaventata e anzi scodinzola, attirata da ciò che si cela nel buio, e mentre Stan la segue, sempre più preoccupato, continua imperterrita ad addentrarsi nella miniera, fino a scomparire di scatto nell’oscurità. Stan va avanti, superando quelli che appaiono come binari sospesi tra due gallerie, ma di Millie non v’è traccia. Sotto ai binari, però, si intravede qualcosa che sembra proprio una pozza di sangue.

Dopo un paio di tagli, inframmezzati da un lontano guaito, il giovane avanza piano piano verso un bivio, e lo spettatore con lui. Chiama la cagnolina ma guardando verso il basso fa una scoperta agghiacciante: Millie è riversa a terra, accasciata accanto a due travi, immobile e inerme. Ma la scena dura pochi istanti perché il ringhio di “qualcosa che non era umano”, come lo definisce Stan, rompe la tensione e getta nel terrore il giovane, che fugge a gambe levate dalla miniera.

Il video, pubblicato a dicembre del 2009, ma diventato virale solo nel 2013, lascia spaventati, commossi, o talvolta increduli, molti utenti di Youtube. Quello che tanti non sanno però è che la vicenda ha origine da un blog passato anch’esso inosservato per alcuni anni[2].

Il blog contiene solo sei post in cui StanTheMan racconta l’evolversi della vicenda. Nel primo, “Cane morto in una miniera”, l’autore descrive a grandi linee quello che gli è accaduto e i contenuti del video. «La gente dice che sono pazzo» afferma, e riferisce il suo tentativo di contattare le forze dell’ordine. Nei post successivi parla delle sue crescenti preoccupazioni per gli escursionisti curiosi che potrebbero visitare la miniera, e pubblica un link al video come prova della veridicità del fatto. Infine, negli ultimi due post, Stan annuncia di aver finalmente scoperto la verità: la miniera sarebbe infestata dai fantasmi di William Jarvis, suo ex proprietario, e delle sue due giovanissime figlie. Grazie a ricerche su giornali locali e a un anonimo informatore, infatti, il blogger è venuto a conoscenza delle voci che si raccontano sulla cava.

Secondo queste fonti, Jarvis avrebbe scoperto una vena d’oro e si sarebbe accordato con una fantomatica compagnia mineraria di San Francisco per gli scavi; non prima, però, si dice anche, di aver stretto un patto col diavolo, che gli avrebbe garantito la ricchezza. Dopo un po’, tuttavia, si trovò ai ferri corti con la compagnia mineraria, che lo fece rapire insieme alle figlie. I tre furono portati nella miniera, dove le bambine furono violentate e uccise e il padre costretto a guardare prima di essere anch’egli assassinato. Da quel giorno, il fantasma di Jarvis infesterebbe la miniera causando una serie di strani incidenti che porteranno alla chiusura della cava. Le prove? Due immagini in bassa risoluzione di articoli di giornale, alcune foto della miniera e una dei Jarvis; un po’ pochine per rendere plausibile la spiegazione, ma abbastanza da rendere credibile la storia agli occhi di molti utenti di Internet.

Infatti, leggendo i commenti al blog, molti esprimono solidarietà a Stan e altri fanno ipotesi sulle cause della morte di Millie: chi incolpa Stan di negligenza, chi crede completamente alla storia del fantasma e chi azzarda altre ipotesi paranormali: poltergeist, demoni, rettiliani o addirittura i nightcrawlers, creature del folklore americano contemporaneo.

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Una delle foto di Millie pubblicate nel blog di StanTheMan © Dal Web


Un’ipotesi però spicca tra le altre per concretezza e verosimiglianza, e cioè che Millie sia stata attaccata da un puma, animale che nel 2009 non era difficile incontrare in Colorado, che si rifugia spesso nelle cave e il cui ringhio, assai complesso, collima con quello che si sente nel video. Ad avanzarla in particolare è un certo Fred M. Cain, un cordiale appassionato di treni e ferrovie, che crede alla buonafede di Stan e si dimostra molto interessato alla vicenda, fino a proporsi di aiutare a recuperare il corpo di Millie. Fred inoltre condivide la storia su un forum di appassionati di miniere chiamato “Mojave Underground”, dove però l’ipotesi del puma è accolta con scetticismo perché questi animali non si spingono in profondità. Vengono proposte varie alternative: a uccidere Millie potrebbero essere stati i miasmi nocivi rimasti nella miniera; potrebbe essere una storia per spaventare i curiosi per ignoti motivi; oppure si tratta di un’iniziativa simile a The Blair Witch Project, una pellicola a metà strada tra documentario e horror che fu presentata inizialmente come un documentario autentico e che nel 1999 ottenne un discreto successo, tanto da essere proiettata al festival di Cannes.

Ipotesi simili arrivano anche su Reddit, dove in una discussione si fa notare che il video è stato tagliato in più punti, che l’audio sembra elaborato in post produzione e che non è poi così difficile addestrare un cane a seguire un percorso o a fingersi morto. Quello che emerge, dunque, è che, per quanto verosimile, la vicenda ha diversi punti critici. Ma almeno la storia della miniera è autentica: ci sono i giornali a provarlo, giusto?

Le date fornite da StanTheMan, infatti, sembrano coerenti con quelle sui due giornali di cui ha condiviso i ritagli nel blog, cioè Cedar Herald e Gazette; in quest’ultimo, con un po’ di sforzo dovuto alla pessima risoluzione, è possibile leggere le parole “Clear Valley”: che sia il nome di una località della contea di Clear Creek, dove si trova una miniera chiamata Port Jarvis?

Suona tutto plausibile, insomma. Se non fosse che, controllando la Colorado Historic Newspaper Collection, si scopre che non esistono né Cedar HeraldGazette di Clear Valley. Ma soprattutto un dettaglio smaschera la ricostruzione di Stan: nel ritaglio del Cedar Herald le lettere di alcune parole sono distanziate tra loro, un difetto di giustificazione del testo tipico dei programmi di videoscrittura, chiaro segno che l’immagine è stata prodotta con un computer.

Questa è una prova che la storia di Stan è un’opera di fantasia, ma molti commentatori ne sono convinti anche senza saperlo, a causa di una “coincidenza”. Nel settembre 2012, qualche mese prima che la vicenda diventasse virale, è uscito il film Abandoned Mine, un teen horror che tratta di un gruppo di ragazzi che visita una miniera infestata, che si chiama miniera Jarvis, e di cui viene ripresa la leggenda in ogni dettaglio. E i collegamenti non finiscono lì: nel trailer del film[3] ci sono versioni in alta risoluzione delle stesse “vecchie foto” dei Jarvis pubblicate sul blog, e che non si trovano in nessun’altra parte del Web.

Tuttavia, qualcosa ancora non torna: nel film Stan e Millie sono completamente assenti e non c’è dubbio che il blog, e soprattutto il video, risalgono a tre anni prima della pellicola. Perché? Per tentare di rispondere è necessario approfondire la storia della produzione del film. Jeff Chamberlain è un attore californiano che ha interpretato diversi ruoli tra gli anni '70 e '90, dedicandosi poi all’attività di produttore negli anni 2000 fino a dirigere un film tutto suo, Abandoned Mine appunto.

In un’intervista del 15 Agosto 2013 sul sito di notizie cinematografiche Daily Dead[4], Jeff racconta alcune vicissitudini della realizzazione della pellicola. Mentre era in cerca di una sceneggiatura pronta per essere girata, il suo coproduttore Mark Viktor (sceneggiatore di Poltergeist) gliene propose una di un certo Scott Woldman, chiamata The mine. Jeff apprezzò l’idea di fondo, ma non era soddisfatto di diversi elementi, così, «dopo qualche avanti e indietro», fu deciso che lui e Scott avrebbero riscritto insieme la storia. Tuttavia, la riscrittura durò tra i due e i tre anni, ed è interessante la dichiarazione del regista che «la leggenda è una completa fabbricazione della mia mente».

Questo dà solide fondamenta alla possibilità che il blog di Stan sia il relitto di una campagna marketing mai nata, basata su idee poi scartate, come i personaggi di Stan e Millie, e fallita a causa dei lunghi tempi di scrittura. O forse no, perché in effetti Jeff nell’intervista non cita mai il blog, che oltre a precedere senz’altro l’inizio delle riprese del film, potrebbe precedere l’inizio della stesura della nuova sceneggiatura e, più in generale, l’incontro tra Jeff e Scott; in questo caso, il blog potrebbe essere opera di Scott Woldman, basato sulla sceneggiatura originale e scritto come una creepypasta, un tipo di racconto horror dal finale a effetto diffuso via Internet, talvolta presentato sotto forma di blog.

Quest’ultima ipotesi, però, per quanto affascinante, è in contrasto con le affermazioni di Jeff secondo cui la leggenda è una sua invenzione e sfortunatamente non è possibile chiedergli spiegazioni, poiché è morto il 16 settembre 2020 all’età di 66 anni. E Scott Woldman? Di lui non sappiamo nulla e la sua figura è rimasta anonima. Nonostante ciò, questa storia rimane paradigmatica, non tanto per la sua complessità, ma per come ci insegna che anche un mistero apparentemente semplice e banale, se affrontato con metodo può rivelare dettagli sorprendenti e una soluzione non scontata.

Note

1) Il video “Dangerous Old Mine”: https://youtu.be/UrwODmfvSdg .
4) Intervista a Jeff Chamberlain: https://tinyurl.com/ywmuyhhr .
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