Chi manipola il meteo?

  • In Articoli
  • 07-04-2024
  • di Sofia Lincos
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«Con tuono, lampo o pioggia».
Magia e stregoneria tempestarie fra antichità ed età moderna
a cura di Vincenzo Tedesco
La Vela Edizioni, Lucca
pp. 288, euro 18,00


Nel 1589 la nave di Anna di Danimarca, diretta in Scozia per sposare Giacomo I, rischia il naufragio: una terribile tempesta blocca la flotta reale nel Mare del Nord. La regina si salva, ma l’evento scatena un’ondata di cacce alle streghe; in Danimarca vengono arrestate dodici donne, insieme al marito di una di loro, accusate di essersi riunite nel giorno di san Michele per invocare la bufera allo scopo di impedire l’unione tra le due case reali. In Inghilterra avviene lo stesso: Agnes Sampson, sottoposta a tortura, confessa di aver generato la tempesta annegando un gatto a cui sono state legate parti di un cadavere umano.

È questo, forse, il caso più celebre di “stregoneria atmosferica”, una forma di magia praticata - e temuta - fin dai tempi più antichi, a cui è dedicato Con tuono, lampo o pioggia, una raccolta di cinque saggi che analizzano com’è cambiato il fenomeno nell’arco dei secoli. Il primo, a firma di Domenico Sebastiani, prende in esame la magia atmosferica nel mondo greco-romano, portandoci a conoscere le figure mitologiche legate agli eventi meteorologici: da Zeus “adunatore di nembi” a Eolo, passando per le sirene in grado di comandare ai venti. Non mancano pagine dedicate ai riti per allontanare la folgore o la grandine dai campi, o alla divinazione tramite il fulmine, di cui gli etruschi erano maestri.

Il secondo saggio, di Andrea Maraschi, prende invece in esame l’epoca medievale e un rituale descritto da Burcardo di Worms: un corteo “magico” di donne che aveva lo scopo di suscitare la pioggia. Maraschi ne traccia i paralleli e le differenze con altre credenze dell’epoca, a partire da quelle contenute nel De grandine et tonitruis del vescovo Agobardo di Lione. Lui, scettico ante litteram, prendeva di mira una curiosa credenza, diffusa nella sua diocesi in ogni strato sociale: l’esistenza dei cosiddetti “maghi tempestari”, pagati per suscitare la pioggia o per allontanare la grandine, e che si diceva provenissero da una misteriosa regione - Magonia - a bordo di navi volanti.

Il terzo contributo, di Marco Papasidero, passa in rassegna i testi agiografici medievali per evidenziare i miracoli meteorologici attribuiti a santi e beati. Oltre a quelli più ovvi - tempeste sedate, piogge di origine divina che interrompono lunghi periodi di siccità - è interessante scoprire la presenza di miracoli abbastanza lontani dalla sensibilità religiosa moderna, i cosiddetti “miracoli di punizione”. Come quello che il 10 luglio 1322 portò una terribile tempesta su Tamse, nelle Fiandre, dove caddero chicchi di grandine grossi come mele, su cui si potevano intravedere volti demoniaci. Esaminato l’evento, si decise che il maltempo avesse origine soprannaturale: era stata sant’Amalberga a mandarlo, nel giorno della sua festa, adirata perché la popolazione non ne celebrava la ricorrenza.

Il volume si conclude con gli scritti di Vincenzo Tedesco e Debora Moretti, che si concentrano sulla caccia alle streghe nella trattatistica quattrocentesca e nei processi giudiziari dei secoli successivi. Il periodo esaminato coincide con la “piccola era glaciale”, quando le temperature si abbassarono in tutta l’Europa, i raccolti si fecero più scarsi e le carestie aumentarono. La ricerca di un capro espiatorio per i raccolti perduti si fece serrata: streghe e valdesi venivano accusati di fare patti col diavolo per comandare a piacimento grandine e pioggia. E forse non è un caso se, come nota Moretti, nell’Italia centro-meridionale i processi contro i “maghi tempestari” sono quasi assenti. La nostra penisola, infatti, conservò un clima più mite rispetto ad altri paesi europei, con meno bufere improvvise e disastrose; i casi italiani di stregoneria atmosferica si concentrano invece lungo l’arco alpino, con numerosi processi tra Piemonte e Friuli Venezia-Giulia.

Se oggi il controllo del clima è al centro di fake news e teorie del complotto, insomma, anche in passato non era da meno. Era un campo cruciale per la sopravvivenza, in tempi in cui la distruzione di un raccolto per una grandinata poteva rappresentare il confine tra la vita e la morte. Con tuono, lampo o pioggia traccia una panoramica di queste paure, a cui si cercava di porre rimedio in ogni modo, con amuleti, rituali propiziatori, o individuando i colpevoli della “manipolazione del tempo”.
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