Prepararsi al dibattito

  • In Articoli
  • 19-06-2014
  • di Manuele De Conti
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Alcuni temi che coinvolgono le tre “questioni” di un dibattito.
Dopo aver compreso i motivi e le condizioni per dibattere pubblicamente con i sostenitori delle pseudoscienze e come svolgere una ricerca sugli argomenti da dibattere distinguendo tra fonti attendibili e non, e dopo aver reperito gli elementi per costruire argomentazioni solide, dovremmo essere in possesso di sufficiente materiale per prepararci al dibattito.

Alcune importanti informazioni devono essere tenute sempre a mente. Le prime riguardano l’attività del CICAP. Infatti, non è improbabile che vengano rivolte domande sull’attività di questa organizzazione o che sia necessario correggere le informazioni presentate sul CICAP dal conduttore del dibattito. Non sarà pertanto infruttuoso ricordarsi che il CICAP è un’organizzazione educativa che promuove indagini scientifiche sul paranormale e le pseudoscienze, e che il suo scopo in questi dibattiti pubblici è di mostrare l’esistenza di spiegazioni naturali ragionevoli, ossia il punto di vista della scienza sull’argomento, per fenomeni apparentemente soprannaturali e credenze bizzarre.

Altre informazioni fondamentali da ricordarsi prima di iniziare il dibattito sono quelle relative al fenomeno su cui il dibattito verte: spiegazioni razionali, argomenti e prove che escludano le interpretazioni proposte dai sostenitori delle pseudoscienze, e conoscenze sui più comuni errori che inducono a interpretazioni pseudoscientifiche. Tra queste indichiamo sommariamente le manipolazioni fotografiche o i problemi tecnici delle apparecchiature fotografiche nei casi di apparizioni di fantasmi o U.F.O.; l’effetto placebo in riferimento alle medicine alternative; le tendenze cognitive alla base di interpretazioni antropomorfe di immagini. Tali informazioni potranno essere acquisite seguendo i corsi per indagatori dei misteri proposti dal CICAP o al termine della preparazione al dibattito secondo le linee presentate nei precedenti articoli di questa rubrica.

Tuttavia, la preparazione ad un dibattito pubblico si basa non solo sulla preparazione contenutistica, ma anche sulla preparazione tecnica. Infatti, a differenza di una conferenza, un dibattito pubblico prevede uno scambio di turni tra partecipanti i quali, a rigor di definizione, sostengono tra loro posizioni incompatibili. È pertanto fondamentale saper comprendere cosa sostiene l’interlocutore per confrontarsi con lui, o per orientare il dibattito direttamente e pertinentemente sulle questioni controverse dell’argomento discusso. Tali questioni controverse, indicate nella retorica greca con stasis e in quella latina con quaestiones, sono i punti sui quali le parti coinvolte nel dibattito si trovano in disaccordo e possono genericamente essere ridotte a tre: la questione congetturale, la questione definitoria e la questione qualitativa.

Secondo Ermagora di Temno, retore del II secolo a.C., quando si dibatte si può infatti essere in disaccordo a) se un fatto o una situazione sia accaduto o meno e, aggiungiamo noi, anche se un oggetto esista o meno (questione congetturale); b) se tali situazioni o oggetti debbano definirsi in un modo oppure in un altro, o se essi abbiano o meno una determinata proprietà (questione definitoria); c) se tali proprietà siano da considerarsi positive o negative (questione di qualità). Facciamo degli esempi.

Quando si discute sul pianeta Nibiru, e sulla sua possibile collisione con la Terra, ciò che è in discussione non è se il suo impatto possa essere più o meno dannoso (questione di qualità), oppure se esso sia un pianeta o un asteroide (questione di definizione). Ciò che è in discussione è la sua esistenza, poiché non esistono prove che tale presunto pianeta esista.

La questione definitoria, invece, è spesso al centro della discussione nei dibattiti sugli U.F.O., nei dibattiti sugli avvistamenti di animali la cui esistenza è supportata solamente da tradizioni e leggende, oppure nelle discussioni sulla ricezione di messaggi dai defunti mediante registrazioni audio, oltre ad altre pseudoscienze. Spesso, in questi casi, non si discute se ci sia o meno un oggetto, un essere vivente, o un suono di cui i testimoni hanno avuto esperienza o che i dispositivi tecnici hanno immortalato. Ad essere invece in discussione in molti di questi casi è l’interpretazione o definizione di ciò che si è visto o sentito. Infatti, sappiamo benissimo che lanterne o velivoli sono spesso scambiati per U.F.O., animali poco noti presi per mitiche leggende e rumori insignificanti confusi per parole o frasi. Tali discussioni si focalizzano pertanto su come definire o interpretare tali presunti oggetti, esseri viventi o suoni o quali proprietà assegnare loro. Altro esempio di questo genere sono le discussioni sui cerchi nel grano. Nessuno discute sulla loro esistenza, bensì se essi debbano essere considerati produzioni umane o aliene.

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©www.newyorker.com
Infine, un altro importante punto di dibattito è la questione di qualità, ossia se la definizione o proprietà di una determinata situazione, oggetto o pratica siano positive o negative. Infatti, spesso i dibattiti vertono sui benefici o sulla nocività delle convinzioni in determinate credenze o pratiche. Ad esempio, mentre credere che il mondo sia giunto alla sua fine viene ritenuto da alcuni benefico poiché faciliterebbe la preparazione al passaggio ad uno stato ulteriore di vita, sappiamo che tale credenza può invece condurre ad essere preda di ansie e dell’influenza di manipolatori che in alcuni e più drammatici casi hanno guidato anche a suicidi di massa. Nel caso delle discipline alternative, invece, sebbene i sostenitori delle pseudiscienze vi vedano un’opportunità di cura, se non l’unica, per malattie più o meno aggressive, la scienza riconosce invece come tali credenze ostacolino l’accoglienza di trattamenti di medicina ufficiali più efficaci, compromettendo, a volte irrimediabilmente, la guarigione.

Gli ultimi esempi indicano quanto importante sia prepararsi su questo tipo di questioni poiché spesso, la contestazione delle discipline pseudoscientifiche è motivata proprio dalle conseguenze che derivano dal credere in esse o dall’affidarsi a tali presunte pratiche. Tuttavia quanto finora qui visto per le questioni di qualità riguarda principalmente la bontà o dannosità della convinzione in certe credenze. Le questioni di qualità in riferimento a specifici aspetti delle singole pseudoscienze devono invece essere trattate con estrema attenzione. Cerchiamo di capire perché.

I punti su cui si può essere in disaccordo e che stiamo analizzando hanno una caratteristica tanto particolare quanto insidiosa: la progressività. Ciò vuol dire che se discutiamo sulla definizione di un oggetto o di una situazione e la discussione si concentra solo su questo punto, diamo per assodato che una reale situazione o oggetto almeno esista. In base a questo carattere progressivo degli status quaestionis, dibattere sui benefici o sulla nocività di un particolare preparato omeopatico rischia di implicare che esista una sostanza, che tale sostanza sia un preparato, e che rimanga da discutere se le proprietà riconosciutegli siano benefiche o nocive. Tuttavia non solo i preparati omeopatici non sono né benefici né dannosi, ma non sarebbe addirittura corretto considerarli «preparati». Infatti un «preparato» è una miscela di sostanze con azione terapeutica mentre i trattamenti a cui le sostanze omeopatiche sono sottoposte le rendono addirittura prive di effetti.

Ciò a cui si deve prestare attenzione, pertanto, è di riportare sempre il discorso alle questioni centrali del particolare dibattito, per spiegare la posizione della scienza, senza farsi irretire su questioni che rischiano di farci ammettere ciò che invece dovremmo contestare.
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