Nel servizio contestato, risalente al 2001 e firmato dal collega Giangi Poli, veniva affermato: "L'omeopatia non è una cosa seria. Il rischio di curarsi con tale medicina non convenzionale è molto grande per i pazienti che hanno malattie gravi e soprattutto progressive". E ancora: "I benefici presenti dell'omeopatia sono dovuti all'effetto placebo, cioè sostanze che non contengono alcun principio attivo, definite anche "acqua fresca". Spesso il beneficio è del tutto psicologico e ipotetico e c'è il rischio che vengano somministrati pseudo farmaci dei quali non si conosce il contenuto e che possono provocare anche reazioni allergiche".
"È importante che il tribunale abbia ammesso che non è diffamazione dire che l'omeopatia non è una cura seria" ha detto Piero Angela. "Mi aspettavo - sottolinea Angela - che fosse riconosciuto il fondamento di quello che è stato detto nel servizio, dell'omeopatia non è mai stata provata l'efficacia e tutta la comunità scientifica non ne riconosce la validità".
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