Statistica alla prova!

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  • 31-08-2022
  • Traduzione di Traduzione di Paola Tellaroli
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©Gerd Altmann da Pixabay
Ecco un quiz per aiutare a capire l’importanza della statistica nel comprendere il mondo che ci circonda. Domande e soluzioni sono state tradotte dal sito Gapminder Worldview Upgrader (https://upgrader.gapminder.org/ ) i cui contenuti sono disponibili grazie a Licenza Creative Commons Attribution 4.0 International Public License (CC BY 4.0)

Provate a rispondere alle domande (senza leggere le risposte che troverete alla fine del pezzo):

1. Quante aziende nel mondo hanno una donna come top manager o CEO?
  • A. Circa l’1%
  • B. Circa il 10%
  • C. Circa il 18%

2. Di tutta l’energia utilizzata nel mondo, quanta proviene da gas naturale, carbone e petrolio?
  • A. Circa il 42%
  • B. Circa il 62%
  • C. Circa l’82%

3. Nel 1990, il 58% della popolazione mondiale viveva in paesi a basso reddito. Qual è la quota oggi?
  • A. Circa il 9%
  • B. Circa il 37%
  • C. Circa il 61%

4. Quale quota di tutti i rifiuti di plastica nel mondo finisce negli oceani?
  • A. Meno del 6%
  • B. Circa il 36%
  • C. Più del 66%

5. I biologi hanno valutato lo stato di oltre 140.000 specie di piante e animali. Quante corrono il pericolo di estinguersi o sono comunque minacciate?
  • A. Circa il 30%
  • B. Circa il 60%
  • C. Circa il 90%

6. Ci sono circa otto miliardi di persone nel mondo oggi. Quale mappa mostra meglio dove vivono? (Ogni omino rappresenta 1 miliardo circa di persone.)
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7. Cosa è successo delle materie prime utilizzate ogni anno nel mondo dal 2000?
  • A. Sono rimaste più o meno uguali
  • B. Sono aumentate di circa il 35%
  • C. Sono aumentate di circa il 70%

8. Quale percentuale della popolazione nei paesi ad alto reddito (come la Germania e gli Stati Uniti) vive in condizioni di estrema povertà (con meno di due dollari al giorno)?
  • A. Meno del 1%
  • B. Circa l’11%
  • C. Circa il 21%

9. Quanta parte della popolazione mondiale non ha cibo a sufficienza per soddisfare i propri bisogni quotidiani?
  • A. Circa l’11%
  • B. Circa il 23%
  • C. Circa il 37%

10. Qual è stato l’andamento del tasso globale di suicidi nel periodo 2000-2019?
  • A. Diminuito del 25%
  • B. Rimasto stabile
  • C. Aumentato del 25%

11. Quale percentuale della popolazione mondiale vive nelle megalopoli (città con almeno dieci milioni di abitanti)?
  • A. Circa l’8%
  • B. Circa il 28%
  • C. Circa il 48%

12. In quale percentuale di paesi nel mondo esistono leggi contro le molestie sessuali sul lavoro?
  • A. Circa il 30%
  • B. Circa il 50%
  • C. Circa il 70%

13. Quanta parte dell’economia mondiale proviene dall’agricoltura, dalla silvicoltura e dalla pesca?
  • A. Circa il 5%
  • B. Circa il 25%
  • C. Circa il 45%

14. Nei paesi a basso reddito, quale percentuale di ragazze è andata a scuola almeno fino all’età di undici anni (prima della pandemia)?
  • A. Circa il 20%
  • B. Circa il 40%
  • C. Circa il 60%

15. Qual è stata la percentuale di rifugiati internazionali sulla popolazione mondiale nel 2020?
  • A. Circa il 0.4%
  • B. Circa il 4.4%
  • C. Circa il 14.4%

16. Che percentuale delle entrate dei paesi ad alto reddito derivano dalle dogane e dai dazi all’importazione?
  • A. Circa il 2%
  • B. Circa il 12%
  • C. Circa il 22%

17. Quanto del calore in eccesso dovuto al riscaldamento globale viene catturato negli oceani?
  • A. Circa il 10%
  • B. Circa il 50%
  • C. Circa il 90%

18. Quante persone nel mondo hanno accesso all’acqua potabile sicura a casa loro o nelle vicinanze?
  • A. Circa il 30%
  • B. Circa il 50%
  • C. Circa il 70%


Vediamo insieme quali sono le risposte corrette


1. Nonostante la maggior parte delle persone presuma il peggio quando viene chiesto loro qual è la condizione delle donne sul lavoro, circa il 18% delle aziende nel mondo ha top manager donne (un dato che comunque evidenzia una rilevante sproporzione).

2. Molti credono che i combustibili fossili non siano le fonti energetiche dominanti, dato che si sente spesso parlare di soluzioni di energia pulita e si ha l’impressione che i vecchi sistemi inquinanti siano stati in gran parte sostituiti. Invece non è così: circa l’82% di tutta l’energia utilizzata nel mondo proviene da carbone, petrolio e gas naturale.

3. Si tende a pensare che i paesi a basso reddito siano ancora molti e non ci rendiamo conto che il reddito medio è sensibilmente aumentato anche in quei paesi in cui molte persone vivono ancora in povertà. Perciò oggi solo il 9% delle persone vive in paesi a basso reddito.

4. Anche se la gestione dei rifiuti è ancora pessima nei paesi a reddito medio, meno del 6% dei rifiuti in plastica finisce in mare. Da notare che si tratta soprattutto di immondizia che i paesi più ricchi vendono a quelli più poveri.

5. Solo il 30% di tutte le specie valutate sono minacciate o in pericolo. Pensare erroneamente che la maggior parte della natura sia minacciata ci farà facilmente perdere la speranza e non ci permetterà di realizzare ciò che è necessario per salvare quelle specie che sono realmente in pericolo.

6. Più della metà della popolazione mondiale vive in Asia: condividiamo la terra con quasi cinque miliardi di asiatici e quindi la maggior parte degli accadimenti nel mondo avvengono in Asia.

7. Ogni anno sfruttiamo sempre di più la natura, estraendo il 70% di risorse naturali in più rispetto a 20 anni fa.

8. Meno del 1% delle persone nei paesi ad alto reddito vive in condizioni di estrema povertà. Sebbene la loro sofferenza sia molto grave, questa percentuale è decisamente minore di quella che affligge i paesi poveri nei quali dormire su pavimenti in fango con i propri figli affamati è un’esperienza molto più diffusa.

9. Se prima della pandemia il 9% della popolazione mondiale non disponeva di cibo a sufficienza, ora questa percentuale è addirittura aumentata e ha raggiunto l’11%.

10. Il tasso globale di suicidi era in calo nel periodo preso in esame (quindi precedentemente all’avvento del COVID-19). Ogni singolo suicidio è un evento grave e drammatico. Ma l’idea che i suicidi stiano diventando sempre più comuni potrebbe essere dovuta al fatto che oggi si sente più spesso parlare apertamente di problemi che fino a non molto tempo fa erano considerati tabù.

11. Meno dell’8% della popolazione mondiale abita nelle megalopoli. Le megalopoli, infatti, sono gigantesche ma anche estremamente rare. Quello che può sbilanciare la nostra percezione è l’attenzione che i media e i dibattiti politici danno a ciò che succede nelle città più grandi, ma appunto molte più persone vivono in città dalle dimensioni più contenute.

12. Nel 74% dei paesi esistono leggi contro le molestie sessuali sul lavoro, anche se poi si tratta di strumenti dall’efficacia molto parziale.

13. Solo circa il 5% dell’economia mondiale proviene da agricoltura, silvicoltura e pesca. Noi spesso tendiamo a pensare che sia molto di più, eppure quando si acquista un prodotto solo una piccola parte del prezzo andrà ai produttori delle materie prime. Ecco perché i paesi poveri non si arricchiscono con queste esportazioni.

14. È facile credere che siano pochissime le ragazze nei paesi poveri che ricevono un’istruzione di base. Non ci rendiamo evidentemente conto di come alcune cose siano migliorate in questi paesi. Oggi la maggior parte dei genitori nei paesi a basso reddito manda a scuola i propri figli e le proprie figlie, parliamo di circa il 60% delle ragazze.

15. Fortunatamente solo lo 0.4% della popolazione mondiale è costituita dai rifugiati internazionali.

16. Circa il 2% delle entrate di un paese ad alto reddito proviene dai dazi. Molti prodotti provengono dall’estero, ma quasi tutte le entrate pubbliche dei paesi ricchi provengono dalla tassazione dei cittadini e delle società nazionali.

17. Buona parte delle persone non sa che la maggior parte del riscaldamento globale (90%) viene catturato dagli oceani. Se pensate che il fenomeno del riscaldamento globale riguardi solamente la temperatura dell’aria significa che non vi rendete conto della dimensione del problema.

18. Circa il 70% di tutte le persone ha un facile accesso all’acqua potabile, il che significa che in futuro si spera che tutti possano averla.

Allora, come siete andati? Scommetto che vi siete scoperti pessimisti. Queste domande sono tratte dal progetto elaborato dallo svedese Hans Rosling al fine di educarci alla realtà e a non cedere a quello che lui chiamava «l’istinto alla negatività». Rosling si accorse del fatto che la percezione che abbiamo del mondo non coincide con la realtà e voi ne siete testimoni: dato che ogni risposta prevede tre possibili opzioni, tirando a casaccio ne avreste potute azzeccare sei su diciotto. Ma io scommetto che – nonostante siate persone istruite e con una spiccata curiosità per il mondo circostante – ne avete correttamente individuate meno di sei. Com’è possibile? Chi ci mente? Nessuno, facciamo tutto da soli. Siamo ignoranti dei fatti del mondo perché siamo cresciuti in una comunità, campagna o città che sia, che non è un campione rappresentativo della popolazione mondiale. Gli insegnanti ripetono alla generazione successiva nozioni apprese quando erano a loro volta studenti, talvolta propagando pregiudizi personali. Mentre i mass media devono fare perno sulla drammaticità per attrarre la nostra attenzione, dato che se un giornalista ci parlasse di un aereo che non si è schiantato perderebbe presto il posto di lavoro. Questi ultimi competono per attirare la nostra attenzione con storie emozionanti e racconti drammatici, perciò tendono a preferire l'insolito all'ordinario, il temporaneo al costante, lento cambiamento. È scontato che le buone notizie si verifichino e riguardino la maggior parte delle persone, i cambiamenti positivi potrebbero essere più diffusi di quelli negativi ma non arrivare fino a noi. Non c’è quindi da stupirsi se viviamo nell'illusione di un peggioramento costante.

Ma non fraintendetemi, non sarebbe giusto aggrapparci a una visione troppo ottimistica del mondo. È giusto preoccuparci finché intorno a noi continuano a scoppiare guerre, pandemie, finché incontriamo persone che negano il cambiamento climatico, maschilisti, dittatori, e fino a quando esistono giornalisti incarcerati, bambine analfabete, morti infantili, specie in via di estinzione, incidenti aerei e profughi che annegano cercando la salvezza. Però è anche utile saper cogliere i progressi fatti. Anche perché una visione drammatizzante del mondo tende a farci perdere la speranza e quindi a ridurre il nostro stesso impegno per il cambiamento.

Come possiamo orientarci nella vita, come facciamo a scegliere consapevolmente da quale candidato essere rappresentati o a quale programma politico dare priorità, se non conosciamo il mondo attorno a noi? Equivale a navigare privi di una bussola: si rischia di affogare. In questo caso si rischia di cadere nei cliché, come ad esempio quello che ci fa percepire l’immigrazione nel nostro paese come un’invasione, creando tensioni sociali invece di renderci conto delle opportunità che ci offre[1].

Nota:

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