Rischiatutto e la nascita del CICAP

Azioni e reazioni circolari

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Il medico Massimo Inardi di Bologna divenne un famoso personaggio televisivo fra il dicembre 1971 e il gennaio 1972 partecipando alla fortunata e famosa trasmissione Rischiatutto condotta da Mike Bongiorno. Vinse oltre 43 milioni di lire in nove puntate e ciò costituì un record per quel tempo. La sua popolarità non fu dovuta solo alle sue abilità di concorrente in grado di rispondere a difficili domande sulla musica classica, ma anche al fatto che Inardi era parapsicologo e presidente del CSP, il Centro Studi Parapsicologici di Bologna. La parapsicologia, come noto, si pone l’obiettivo di studiare con metodi scientifici i presunti poteri attribuibili alla psiche dell’uomo ma non riconducibili alle note leggi fisiche o esperienze sensoriali; un sottoinsieme cioè dell’intera classe dei fenomeni paranormali.

Durante le varie puntate della trasmissione, Inardi ebbe modo di far conoscere al grande pubblico gli argomenti oggetto degli studi parapsicologici, fra cui ad esempio la telepatia. Tutto ciò contribuì al record di ascolti di Rischiatutto in quel periodo, solleticando l’opinione pubblica fino al punto che Mike Bongiorno all’inizio della puntata del 13 gennaio 1972 disse[1] rivolgendosi ai telespettatori e alla sua assistente Sabina Ciuffini: « [...] dunque abbiamo scherzato parecchie volte sulla storia della telepatia, vero, ecco, allora questa cosa è diventata ormai di dominio pubblico. Ne han parlato i telegiornali, il giornale radio, tutti i giornali. Noi siamo lusingati di tutto questo interesse, il dottore dice che nel modo più assoluto non legge nella mia mente, vero dottore, questo non accade. Comunque a scanso di equivoci abbiamo pensato di fare una cosa così tutti saranno contenti, soprattutto le grandi masse che hanno scritto. Perché vi devo dire onestamente, le lettere ormai si contano a migliaia, c’è gente che dice “si vede benissimo che legge nella mente del signor Bongiorno” e allora non ci vuole mica tanto per vedere se questo accade o no. Questa sera, pensate che non mi hanno dato le risposte, io avrò tutte le domande che leggerò al dottor Inardi senza la risposta. Non solo, ma addirittura tutte le domande che io leggerò al tabellone sono senza risposta sul tabellone e quando andremo dall’altra parte dove abbiamo il tabellone con le sei colonne vi spiegherò come faremo per controllare le risposte, vero Sabina?»

In sostanza si era insinuato nell’immaginario degli italiani il dubbio che la bravura di Inardi nel rispondere non fosse dovuta ai suoi studi e alla sua memoria, quanto a una presunta capacità di leggere telepaticamente le risposte alle domande direttamente nella mente di Mike Bongiorno.

Per cercare quindi di smentire in modo non serioso queste dicerie, Mike Bongiorno e la redazione di Rischiatutto misero in campo in occasione della stessa puntata un piccolo e inconcludente protocollo di controllo: Bongiorno avrebbe letto le domande senza conoscere la risposta mentre l’assistente Sabina Ciuffini avrebbe decretato se la risposta data dal concorrente era giusta o meno dal momento che era lei a custodire l’elenco delle risposte esatte.

A dir la verità, prima ancora di ricevere la prima domanda lo stesso Inardi mise in crisi scherzosamente il fallace protocollo di controllo di Mike Bongiorno dicendo «Allora cambiamo trasmittente?»

Se infatti realmente avesse avuto la possibilità di leggere telepaticamente le risposte, Inardi avrebbe potuto sintonizzarsi sulle lunghezze d’onda della mente di Ciuffini oppure, meglio ancora, direttamente su quelle della mente del giudice di gara Ludovico Peregrini, il famoso Signor No.

Sempre nella stessa puntata, quando Bongiorno gli disse che rispondeva correttamente perché aveva un cervello fotografico, Inardi tenne a evidenziare che lui aveva una memoria visiva e precisò inoltre «non parliamo di memoria fotografica o di aggettivo ‘fotografico’ perché volevo presentare stasera un soggetto [...] che ponendosi di fronte a una macchina fotografica di quelle a sviluppo rapidissimo, quelle a strappo diciamo, riesce pensando intensamente ad una cosa a imprimere, a impressionare questa emulsione fotografica.»

Inardi si riferiva all’americano Ted Serios che sosteneva di trasferire delle immagini mentali in modo apparentemente paranormale nelle macchine fotografiche che scattavano le fotografie[2] di fronte al suo volto. In realtà Serios spesso poneva davanti all’obiettivo della fotocamere un piccolo cilindro di cartone o altro materiale, in modo da, diceva, «concentrare meglio le energie mentali». Di fatto diversi studiosi o testimoni avevano scoperto[3] che in questo cilindro, da lui chiamato gizmo, tramite delle manipolazioni da prestigiatore riusciva a volte a inserire dei frammenti di pellicola contenenti le immagini che poi sarebbero apparse dopo lo sviluppo; immagini dunque erroneamente considerate prodotto di poteri paranormali tutti da dimostrare.

Piero Angela spesso cita[4] la partecipazione di Inardi a Rischiatutto come uno degli episodi che lo spinse ad approfondire seriamente lo studio della parapsicologia e del paranormale e questo gli consentì la conoscenza dell’illusionista James Randi che fu una delle pietre miliari delle sue trasmissioni critiche televisive sul paranormale del 1977. In una di quelle puntate si vede in particolare proprio James Randi che mostra la manipolazione del gizmo di Ted Serios in grado di produrre una fotografia paranormale attraverso uno scatto fotografico dello stesso Angela[5]. Nel 1978 Piero Angela riassunse nel suo famoso libro Viaggio nel mondo del paranormale l’inchiesta divulgata attraverso gli schermi televisivi.

Questa visione critica della parapsicologia non fu apprezzata affatto da Inardi che nel 1981 pubblicò un libro dal titolo Parapsicologia realtà contestata - La documentata risposta dei parapsicologi a Piero Angela e ai critici. Successivamente nel 1989 Piero Angela fondò il CICAP e nelle prime trasmissioni televisive in cui gli esponenti del neo-fondato CICAP cominciarono ad apparire, si trovarono con James Randi curiosamente ospiti insieme allo stesso Massimo Inardi[6],[7]. E così il cerchio di azioni e reazioni originatesi davanti alle telecamere di Rischiatutto finì per chiudersi davanti a nuove telecamere.

Note


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