Meno sei religioso, più credi agli alieni: un sondaggio americano

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  • 11-11-2021
  • di Giuseppe Stilo
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È una delle domande classiche della sociologia della credenza negli UFO alieni. Che rapporto c’è fra quella credenza e l’adesione a una fede religiosa? In altri termini: coloro che si dichiarano credenti sono ostili o ben disposti verso l’esistenza degli UFO, intesi come astronavi extraterrestri?

Un ragionamento di senso comune potrebbe spingere a ritenere che le persone convinte dell’esistenza di potenze “metafisiche” (gli individui religiosi, insomma) siano più propense a credere negli UFO alieni. In fondo, questa credenza non ha come caratteristica l’azione sulla Terra di esseri dalla potenza smisurata e che l’umanità non è in grado di controllare? L’evidenza empirica in merito è piuttosto limitata. Tuttavia, per quel che se ne sa, le cose stanno in maniera ben diversa, e un recente sondaggio Usa lo ha confermato.

Nel 1988 il sociologo francese Jean-Bruno Renard, che nella sua carriera si è occupato di credenze nel paranormale e di leggendario contemporaneo, pubblicò Les extra-terrestres. Une nouvelle croyance religieuse (Éditions du Cerf, Parigi)[1]. Provò a schizzare i contorni di una sociologia dei credenti negli extraterrestri. Utilizzò le poche ricerche disponibili al tempo, e in particolare un’analisi demoscopica condotta nel 1981 dalla storica società Sofres (oggi Kantar TNS MB).

Dopo aver considerato i numeri del sondaggio sulla collocazione dei credenti Ufo lungo l’asse politico e per grado d’istruzione formale, Renard passava a ciò che definiva “uno dei dati più notevoli” emergenti: la credenza Ufo risultava inversamente correlata alla pratica religiosa. Il sondaggio aveva forti limiti: non considerava le appartenenze religiose di chi rispondeva in un contesto nazionale come quello francese, in cui già quarant’anni fa la mescolanza fra fedi era importante. Comunque, rispondeva di credere con certezza agli alieni il 18% dei praticanti regolari, il 28% dei praticanti discontinui, il 31% dei credenti non praticanti e il 35% degli “atei e non credenti”.

La credenza negli Ufo, aveva argomentato Renard nella prima parte del suo lavoro, possiede un sostrato filosofico di tipo materialista, ed è stata storicamente determinata dal diffondersi del pensiero razionalista e dal dominio della tecnica. Qualsiasi “religioso”, almeno nel contesto occidentale dei secoli scorsi, di solito la avvertiva come sospetta.

Esiste un altro studio prodotto nello stesso periodo, anche se il punto di vista è più specifico. Fu realizzato a metà anni '80 da Shirley McIver, a completamento di un dottorato di ricerca in sociologia per l’Università di York[2]. McIver studiò non il pubblico generale, ma ufologi e membri di gruppi contattisti Ufo. Per gli ufologi (nel senso di membri di associazioni ufologiche) si chiese anche quale ruolo svolgesse la religione nelle loro vite. Il risultato è che si trattava di persone che in larga misura si erano “allontanate da qualsiasi tipo di chiesa” (40%), proporzione a quel tempo assai superiore rispetto a quella della popolazione generale (l’8% - nel frattempo la Gran Bretagna si è largamente secolarizzata). Il 58% degli ufologi, comunque, non andava “mai” in nessuna chiesa (per la popolazione generale il dato era al 27%). In compenso, in moltissimi credevano nella vita dopo la morte, e il 45% nella reincarnazione, assai di più che il pubblico generale. Diversi ufologi erano legati a fedi religiose orientali, o neo-pagane.

I numeri commentati da McIver e da Renard, però, si riferiscono a quadri che nel frattempo sono del tutto cambiati. Per capire se quelle tendenze generali siano state confermate, giunge in soccorso un’analisi condotta nel giugno 2021 dal Pew Research Center, uno dei più noti think tank americani sull’andamento delle questioni sociali e demografiche di quel Paese[3].

I risultati confermano, con dettagli assai maggiori rispetto ai vecchi lavori europei, che se si è “religiosi” si crede di meno negli extraterrestri, e ancor meno nel fatto che gli extraterrestri siano arrivati fra noi a bordo degli Ufo (intesi come astronavi).

I dati sono piuttosto netti: gli americani cristiani (a prescindere dalla confessione di appartenenza) che ritengono plausibile la presenza di vita intelligente su altri pianeti sono il 57%, mentre quelli che lo credono sono l’80% di coloro che si dichiarano “senza appartenenza religiosa” .

Se poi si prova a misurare questo dato usando la partecipazione ai servizi religiosi (con frequenza almeno settimanale), si trova che coloro che vanno in un luogo di culto di rado o mai credono all’esistenza degli extraterrestri, in una proporzione del 75% contro il 44% dei frequentatori assidui. Il 54% degli adulti che prega tutti i giorni crede alla vita intelligente su altri mondi, mentre tra quelli che pregano di rado o mai la percentuale arriva all’80%!

Se infine si suddividono i rispondenti lungo linee confessionali, i bianchi appartenenti a chiese protestanti di tipo evangelicale, che tendono ad essere altamente religiosi, sono il gruppo in assoluto che crede di meno alla vita sugli altri pianeti (il 40%), mentre assai più propensi sono i protestanti appartenenti a chiese tradizionali di quell’area (65%) e i cattolici (67%).

Ma che dire della presenza di questi extraterrestri sulla Terra, ossia degli avvistamenti Ufo intesi come mezzi alieni? Questa volta le peculiarità confessionali sembrano assai più nette. Crede agli “Ufo alieni” il 31% degli atei e il 35% dei protestanti evangelicali bianchi, e questo dato sale per altri gruppi religiosi specifici: il 49% degli agnostici, il 53% dei protestanti neri, il 53% dei protestanti appartenenti a chiese “classiche” e il 61% dei cattolici.

Si tratta di un aspetto la cui rilevanza va sottolineata: in contesti religiosamente variegati – quello americano da sempre, quelli europei in maniera rapidamente crescente – è plausibile che al dato generale (in Occidente, credenza negli extraterrestri e religiosità sono inversamente proporzionali) vadano affiancati diversi distinguo relativi alla confessione di appartenenza di chi risponde: essere membri di una chiesa protestante o di un’altra, di una chiesa ortodossa oppure di quella cattolica non è indifferente. L’ipotesi che si potrebbe formulare è che il diverso rapporto fra confessioni religiose, scienza, tecnica ed evoluzionismo giochino un peso degno di nota.

Il sondaggio del Pew Research Center ha fornito materiale aggiornato sul quale dibattere, ma conserva anche molti limiti, non ultimo quello del contesto culturale in cui è stato realizzato, cioè quello degli Stati Uniti. A parte il bisogno di numerose e più accurate repliche, occorrerebbero studi analoghi in aree del mondo in cui le fedi abramitiche (Cristianesimo, Islam, Ebraismo) non sono prevalenti, in primo luogo in Asia, area di diffusione dell’Induismo e del Buddhismo. Su un piano generale, è plausibile che le cosmologie di quelle religioni, che postulano da sempre la compresenza di molti mondi e di realtà poste su piani diversi di esistenza, possano offrire un quadro meno conflittuale con le credenze ufologiche.

Note


1) Potrebbe essere interessante notare il fatto che il lavoro di Renard sia stato pubblicato da una casa editrice di area cattolica, la Cerf, e tradotto in italiano nel 1991 per le edizioni Paoline (Gli extraterrestri. Una nuova credenza religiosa?).
2) McIver, Shirley. (1985). The UFO Movement: A Sociological Study of UFO Groups, tesi di dottorato in Sociologia, University of York, Inghilterra.
3) Alper, Becka A; Alvarado, Joshua. Religious Americans less likely to believe intelligent life exists on other planets, 28 luglio 2021. https://tinyurl.com/32mbdn57 (ultimo accesso 9 settembre 2021).
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