Di psicologi scomparsi e di ritrattazioni: il caso Eysenck

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  • 25-02-2022
  • di Roberto Labanti
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Hans Jurgen Eysenck
Hans Jürgen Eysenck (1916-1997) è stato uno psicologo di origini tedesche formatosi in Gran Bretagna, dove ottenne il dottorato nel 1940 all’University College di Londra, sotto la direzione del controverso professore di psicologia Cyril Lodowic Burt (1883-1971), autore di studi fortemente criticati sull’ereditarietà del quoziente intellettivo. Fra il 1955 e il 1983, quando andò in pensione, Eysenck è stato professore di psicologia all’Institute of Psychiatry di Londra (oggi parte del King’s College, KCL).

Nel 1997, al momento della sua scomparsa a poco più di ottant’anni, era lo psicologo vivente più citato in letteratura. Uno studio di bibliometria dell’economista Njål Andersen e degli psicologi Philip J. Corr (già collaboratore e biografo di Eysenck) e Adrian Furnham uscito nel febbraio 2021 su Personality and Individual Differences[1] ha evidenziato che lo psicologo inglese è autore o co-autore di pubblicazioni in diversi campi dello studio della mente: personalità (comprese le relazioni fra questa e la genetica), motivazione e apprendimento, terapia comportamentale e psicoterapia. Negli ultimi anni della sua carriera, invece, le ricerche si sono concentrate soprattutto su personalità ed intelligenza e su tratti della personalità e risultati sulla salute.

Il nome di Eysenck non è forse però sconosciuto ai lettori di Query. Nel corso della sua lunga carriera, infatti, si è occupato anche di discipline e pratiche parascientifiche, come la grafologia, l’astrologia e la parapsicologia, «con rispettivamente 5, 19 e 12 pubblicazioni».[2]

Lo psicologo inglese si è interessato di ricerca psichica già a partire dagli anni '60. Ma al di là degli articoli pubblicati su riviste scientifiche, Eysenck si è rivolto anche al pubblico non accademico interessato a questi argomenti con una serie di libri pubblicati fra il 1982 e il 1993, scritti in collaborazione con Carl Sargent (1952-2018), dottore di ricerca in parapsicologia presso l’Università di Cambridge nel 1979: in italiano è apparso nel 1984 Le capacità paranormali.[3]

Come ha recentemente ricordato lo psicologo David Francis Marks, fellow del Committee for Skeptical Inquirer (CSI), in un durissimo articolo sulla rivista del Comitato, negli anni in cui Sargent iniziò a collaborare con Eysenck – che non sappiamo se, e, come fosse informato – per questi lavori di divulgazione, il parapsicologo britannico era sottoposto all'attenzione dei colleghi in relazione agli studi che qualche anno prima aveva realizzato a Cambridge, oggetto di critiche da parte di Susan Jane Blackmore, allora dottoranda in parapsicologia presso l’Università del Surrey. Quando nel 1986 la Parapsychological Association (PA), dopo aver inutilmente cercato di contattarlo, concluse che (nella parafrasi di Marks) «nonostante forti riserve sulla tecnica di randomizzazione (da lui) utilizzata non c’erano prove sufficienti del fatto [...] che avesse utilizzato procedure non etiche», Sargent aveva già abbandonato Cambridge e la ricerca psichica in generale e lasciò decadere la propria iscrizione alla PA.[4]

A partire poi dagli anni ’70, Eysenck si era dedicato anche a ricerche sull’astrologia, culminate in un volume scritto nel 1982 con David K. Nias, uno psicologo clinico suo collega all’Institute of Psychiatry: volume poi pubblicato in italiano nel 1983 come Astrologia: Scienza o superstizione[5] e che ebbe un seguito anche in un seminario napoletano del 1988. Eysenck era stato attratto dagli studi dello psicologo e astrologo francese Michel Gauquelin (1928-1991) sul cosiddetto “effetto Marte” (1955), secondo cui un numero statisticamente significativo di atleti era nato con una particolare configurazione del pianeta Marte: un risultato probabilmente dovuto a una selezione del campione utilizzato.[6]

Negli ultimi anni, però, ad essere finiti nel ciclone sono stati gli articoli che mettevano in relazione tratti della personalità, cancro e malattie cardiache, spesso frutto di un lavoro congiunto iniziato alla metà degli anni ’80 con il sociologo medico tedesco Ronald Grossarth-Maticek. Già a metà degli anni ’90 uno psichiatra del Priory Hospital di Glasgow aveva sollevato dubbi sulla metodologia impiegata in questi studi e aveva chiesto un’indagine formale da parte della British Psychological Society (BPS), che, appena uscita dalla controversia sull’antico maestro di Eysenck, Burt, probabilmente sottovalutò la segnalazione.[7]

Diversi anni dopo, nel corso del 2019, Pelosi e Marks hanno risollevato la questione, con un articolo del primo e con una lettera aperta del secondo, entrambi pubblicati sul Journal of Health Psychology (di cui Marks è editor): nella lettera si chiedeva al KCL e alla BPS «un’indagine approfondita sui fatti insieme alla ritrattazione o correzione di 61 pubblicazioni» di Eysenck relative alle ricerche svolte in collaborazione con il sociologo tedesco.[8] Una successiva indagine dello stesso King’s College, peraltro criticata da Marks, ha dichiarato unsafe (non sicuri) 26 articoli di Eysenck e di Grossarth-Maticek (ed eventuali altri co-autori) pubblicati fra il 1988 e il 2000 per due ragioni: a) «la validità dei set di dati, in termini di reclutamento dei partecipanti, amministrazione delle misure, affidabilità dell’accertamento dei risultati, distorsioni nella raccolta dei dati, assenza di covariate rilevanti e selezione dei casi analizzati in ciascun articolo» e b) «in secondo luogo, l’implausibilità dei risultati presentati, molti dei quali mostrano dimensioni dell’effetto praticamente sconosciute nella scienza medica».[9]

Nell’articolo che abbiamo già citato, Andersen et al. hanno cercato di dimostrare «che questi articoli fanno parte di un argomento di ricerca che si distingue dai suoi (di Eysenck, NdA) molti altri contributi seminali alla conoscenza psicologica; e, anche se fossero tutti ritrattati, ciò avrebbe scarso impatto sul corpus principale della sua opera». Forse, chiosano gli autori, Eysenck si era innamorato della propria ipotesi, cosa che aveva portato «ad una mancanza di controllo adeguato dei dati forniti da Grossarth-Maticek»,[10] che - è necessario specificarlo - si è opposto alle ritrattazioni. In realtà, però, si è scoperchiato un letterale vaso di Pandora: ad oggi, salvo errori ed omissioni, i vari editori scientifici hanno ritrattato 21 saggi pubblicati tra il 1988 e il 1995, mentre per altri 71, apparsi fra il 1943(!) e il 1997, è stata pubblicata una expression of concern (“espressione di preoccupazione”) che può, o meno, precedere una eventuale ritrattazione formale.[11]

Il corpus delle pubblicazioni scientifiche «necessita di essere corretto» chiede con forza Marks sullo Skeptical Inquirer, non limitandosi al periodo esaminato dal rapporto del KCL ma tenendo conto dell’intera carriera di Eysenck, su cui lo psicologo e scettico solleva ulteriori dubbi. Se questo succederà, o meno, lo sapremo in un prossimo futuro.

Note

1) Andersen, N., Corr, Philip J., & Furnham, A. 2021. A bibliometric analysis of H. J. Eysenck's research output: Clarifying controversy. “Personality and Individual Differences”, vol. 169, 109935.
2) Dean, G., & Nias, D. 1997. “Correlation”, vol. 16, n. 1, pp. 48-54, disponibile all’url https://bit.ly/339JsjL .
3) Apparso originariamente nel 1983, è stato pubblicato da Sonzogno. Dovrebbe trattarsi della prima edizione di un volume poi ripubblicato da Rizzoli nel 2001 col titolo “Scopri i tuoi poteri paranormali”, basato su una nuova edizione con diverso titolo del 1996.
4) Marks, D. F. 2020. Hans J. Eysenck: The Downfall of a Charlatan. “Skeptical Inquirer”, vol. 44, n. 6, pp. 35-39.
5) Astrolabio, Roma.
6) Su Gauquelin si veda Stefano Bagnasco qui: https://bit.ly/3qizyF3 .
7) Craig, R., Pelosi, A., & Tourist, D. 2021. Research misconduct complaints and institutional logics: The case of Hans Eysenck and the British Psychological Society. “Journal of Health Psychology”, vol. 26, n. 2, pp. 296-311, open access.
8) Marks, D. F. 2019. The Hans Eysenck affair: Time to correct the scientific record. “Journal of Health Psychology”, vol. 24, n. 4, pp. 409-420, open access. Pelosi, A. 2019. Personality and fatal diseases: Revisiting a scientific scandal. Ibidem, pp. 421-439, open access.
9) King’s College London. 2019. King’s College London enquiry into publications authored by Professor Hans Eysenck with Professor Ronald Grossarth-Maticek, disponibile all’url https://bit.ly/3filqFC . La critica di Marks è in: Marks, D. F., & Buchanan, R. D. 2020. King’s College London’s enquiry into Hans J Eysenck’s 'Unsafe’ publications must be properly completed. “Journal of Health Psychology”, vol. 25, n. 1, pp. 3-6, open access.
10) Andersen et. al., 2021, cit.
11) Stima basata sui dati inseriti su The Retraction Watch Database, disponibile all’url https://bit.ly/3HUHl1W , ultimo controllo 14 dicembre 2021.

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