Oltre al materiale conservato presso il museo elvetico, dove ha trovato sede la collezione del pioniere della criptozoologia Bernard Hauvelmans (1916-2001)[2], nei prossimi mesi i due ricercatori valuteranno le segnalazioni di materiale che giungeranno al progetto da altre istituzioni e privati, eventualmente recuperandone un campione. Fra questi saranno selezionati i più promettenti che saranno sottoposti gratuitamente all’esame del DNA. Difficilmente un qualche resto sfuggirà all’identificazione: è innegabile però l’interesse che solleverebbe un improbabile ominide attualmente non descritto[3].
Sappiate però due cose: l’esame è distruttivo, anche se è garantita la restituzione di quanto dovesse rimanere al termine della procedura; e, forse, come tutti, dovrete attendere la pubblicazione dell’articolo su una rivista peer-review per sapere se il racconto dello zio d’America corrispondeva o no alla realtà.