“Strano mostro alato scoperto e ucciso nel deserto di Huachuca”. Con questo titolo l’Epitaph, il giornale di un paesino dell’Arizona, dà notizia il 26 aprile 1890 del ritrovamento di una misteriosa creatura alata. Nell’articolo si parla di un «mostro alato, simile a un enorme alligatore con una coda particolarmente lunga» e un’apertura alare di circa nove metri, trovato da due cowboy a cavallo che, spaventati, gli avrebbero sparato. Essendo il paesino in questione Tombstone, la cittadina di minatori rimasta celebre per la sparatoria all’O.K. Corral verificatasi solo nove anni prima, non sorprende che la prima reazione dei due testimoni alla vista dello strano essere sia stata quella di sfoderare i loro Winchester.
Benché nell’articolo si affermi che i resti dell’animale sarebbero stati «spediti a est per l’esame da parte di importanti scienziati», non risulta che nulla del genere sia accaduto. Tuttavia, si dice esistere una fotografia dello stranissimo uccello.
Il naturalista inglese Ivan T. Sanderson, noto per i suoi saggi di criptozoologia, raccontava di avere ricevuto nel 1966 la fotocopia di una fotografia che ritraeva l’uccello con le ali aperte e inchiodate a un muro, e con sei persone in posa di fronte a esso. Sanderson però prestò la fotocopia a due giovani ricercatori che poi la persero. Da allora, si è cercato di ritrovare la foto originale, che anche altri testimoni sostengono di avere visto in qualche libro o rivista, ma nonostante siano state organizzate accurate ricerche, attraverso intere collezioni delle più diffuse e conosciute riviste dell’ultimo secolo, la misteriosa fotografia dell’uccello gigante non è mai stata trovata.
Mark A. Hall, uno studioso inglese da anni alla ricerca di prove su misteriose creature alate, si mostra scettico: «Non importa quante persone dicano di avere visto la fotografia di un gigantesco uccello morto. Quando una foto del genere non si riesce a trovare può solo significare che la foto non esiste. È noto che i ricordi sono solitamente imprecisi. Magari qualcuno ha visto la fotografia di un uccello morto, con le ali tenute aperte, e i ricordi si sono confusi con la fantasia». Gli esempi di fotografie simili che avrebbero potuto trarre facilmente in errore non mancano.
Ma, ammesso che l’avvistamento fosse autentico, che razza di uccello potrebbero avere incontrato i due cow-boy? Un’ipotesi suggestiva è quella che si trattasse di un thunderbird, l’uccello del tuono, figura della mitologia amerinda, un gigantesco rapace le cui immense ali provocano tempeste e dai cui occhi fuoriescono fulmini.
«Conosciuto con i nomi di ba’a dai Comanche, chequah dai Potawatomi e omaxsapitau (la grande aquila) dai Piedi Neri, era generalmente considerato come una creatura soprannaturale» mi ha spiegato Lorenzo Rossi, divulgatore naturalistico e curatore del sito Criptozoo.com e del relativo canale YouTube. «Per alcune tradizioni, invece, si trattava di un animale reale come l’orso o il bisonte, sebbene molto raro».
L’antropologo Claude Schaeffer compì negli anni Cinquanta accurate ricerche tra le tribù dei Piedi Neri. I suoi informatori raccontarono che sino a cinquant'anni prima era ancora possibile imbattersi in questi giganti dei cieli, il cui ultimo avvistamento risaliva al 1908.
L’episodio più straordinario che gli fu raccontato veniva dal nipote di un cacciatore di aquile chiamato Orso Bianco, morto a circa 83 anni nel 1905. «Stando al racconto, nel 1850 Orso Bianco era appostato in una trappola per aquile (le cui piume avevano un ruolo importante nei cerimoniali) preparata secondo la tradizione locale: una buca profonda all’interno della quale il cacciatore restava in attesa mentre la sommità era mimetizzata e sormontata da un animale impagliato con funzione di esca» spiega Rossi. «Ma al posto di un’aquila, che i trappolatori più esperti riuscivano ad afferrare per le zampe, in cielo apparve un rapace gigantesco, che dopo avere volato in circolo atterrò, costringendo Orso Bianco a una fuga rocambolesca».
Nel 1897, invece, una coppia di sposi di ritorno a casa nell’area meridionale della riserva osservò una figura scura appoggiata al terreno che si rivelò essere «un immenso uccello nero con una gorgiera di piume e una testa calva» che si librò in volo verso le montagne.
«Per spiegare questi e altri racconti simili della tradizione nativa, ma anche episodi di epoca moderna che di tanto in tanto si sono registrati negli States, sempre Hall è ricorso a un’interpretazione tanto affascinante quanto improbabile» continua Rossi. «Stiamo parlando della sopravvivenza sino in epoca moderna di rappresentanti della famiglia dei teratorniti».
Si tratta di giganteschi uccelli rapaci vissuti nel Nord e Sudamerica sino al Pleistocene, i cui rappresentanti più imponenti potevano raggiungere un’apertura alare di sei metri. Diverse specie si estinsero in epoche piuttosto recenti, circa 10.000 anni fa, ed è quindi presumibile che fossero conosciute dai primi uomini giunti in America. «Allo stato attuale dei fatti» dice Rossi «non è però possibile stabilire se questo incontro in epoche remote possa avere dato vita a tradizioni orali sopravvissute in un arco di tempo tanto lungo».
Una spiegazione più plausibile per le testimonianze moderne dei nativi potrebbe essere l’avvistamento di un particolare tipo di condor. «Parliamo del condor della California (Gymnogyps californianus), che con i suoi 3 metri di apertura alare è il più grande uccello del Nord America» spiega Rossi. «Attualmente è una specie in pericolo di estinzione confinata ad alcune zone di California, Arizona e Messico, ma un tempo il suo areale era più vasto e avvistamenti occasionali di alcuni individui potevano essere alla base dei racconti sulla “grande aquila”».
Eppure, nel 1998 comparve una fotografia che sembrava confermare la storia di Sanderson. Antica all’apparenza, rovinata e strappata in alcuni punti, ritraeva un gruppo di soldati dell’esercito unionista americano in posa intorno alla carcassa di un uccello gigantesco. Il suo scopritore, Derek Barnes, curatore di freakylinks.com, un sito dedicato all’insolito, dichiarò che esperti avrebbero identificato le uniformi dei soldati come tipiche del periodo 1861-1862.
Ma, per quanto fatta bene, la foto presentava diversi elementi sospetti. La postura dei soldati era troppo naturale e disinvolta, le uniformi troppo nuove e pulite per essere autentiche, i volti troppo moderni. Le fotografie dell’epoca, infatti, mostrano di solito atteggiamenti ed espressioni completamente diverse nei soggetti fotografati. Ma, soprattutto, i soldati ritratti erano tutti di mezza età e visibilmente sovrappeso, mentre durante la guerra civile americana il tipico soldato era un ragazzo magro sui 19 anni.
Si trattava effettivamente di un falso, realizzato con un moderno gruppo di appassionati di guerra civile, e la conferma arrivò quando si scoprì che Freaky Links era il titolo di una nuova serie televisiva dedicata al mistero e Derek Barnes il nome del personaggio interpretato dall’attore Ethan Embry.
La speranza dei criptozoologi di avere finalmente trovato una prova concreta dell’esistenza in vita nell’era moderna di un esemplare di thunderbird si dissolveva, anche se talvolta capita di vedere la stessa fotografia presentata come “inspiegabile”. Ma, se da qualche parte nel mondo esiste una rivista o un libro che davvero mostra una vecchia fotografia che ritrae un misterioso uccello gigante, prima o poi salterà fuori. «Come molti», conclude Mark Hall, «ho passato tantissime ore a cercarla e continuerò a farlo. Chiunque legga di questa fotografia fantasma, alla fine prova lo stesso desiderio irresistibile di vederla con i propri occhi».
Benché nell’articolo si affermi che i resti dell’animale sarebbero stati «spediti a est per l’esame da parte di importanti scienziati», non risulta che nulla del genere sia accaduto. Tuttavia, si dice esistere una fotografia dello stranissimo uccello.
Il naturalista inglese Ivan T. Sanderson, noto per i suoi saggi di criptozoologia, raccontava di avere ricevuto nel 1966 la fotocopia di una fotografia che ritraeva l’uccello con le ali aperte e inchiodate a un muro, e con sei persone in posa di fronte a esso. Sanderson però prestò la fotocopia a due giovani ricercatori che poi la persero. Da allora, si è cercato di ritrovare la foto originale, che anche altri testimoni sostengono di avere visto in qualche libro o rivista, ma nonostante siano state organizzate accurate ricerche, attraverso intere collezioni delle più diffuse e conosciute riviste dell’ultimo secolo, la misteriosa fotografia dell’uccello gigante non è mai stata trovata.
Mark A. Hall, uno studioso inglese da anni alla ricerca di prove su misteriose creature alate, si mostra scettico: «Non importa quante persone dicano di avere visto la fotografia di un gigantesco uccello morto. Quando una foto del genere non si riesce a trovare può solo significare che la foto non esiste. È noto che i ricordi sono solitamente imprecisi. Magari qualcuno ha visto la fotografia di un uccello morto, con le ali tenute aperte, e i ricordi si sono confusi con la fantasia». Gli esempi di fotografie simili che avrebbero potuto trarre facilmente in errore non mancano.
L’uccello del tuono
Ma, ammesso che l’avvistamento fosse autentico, che razza di uccello potrebbero avere incontrato i due cow-boy? Un’ipotesi suggestiva è quella che si trattasse di un thunderbird, l’uccello del tuono, figura della mitologia amerinda, un gigantesco rapace le cui immense ali provocano tempeste e dai cui occhi fuoriescono fulmini.
«Conosciuto con i nomi di ba’a dai Comanche, chequah dai Potawatomi e omaxsapitau (la grande aquila) dai Piedi Neri, era generalmente considerato come una creatura soprannaturale» mi ha spiegato Lorenzo Rossi, divulgatore naturalistico e curatore del sito Criptozoo.com e del relativo canale YouTube. «Per alcune tradizioni, invece, si trattava di un animale reale come l’orso o il bisonte, sebbene molto raro».
L’antropologo Claude Schaeffer compì negli anni Cinquanta accurate ricerche tra le tribù dei Piedi Neri. I suoi informatori raccontarono che sino a cinquant'anni prima era ancora possibile imbattersi in questi giganti dei cieli, il cui ultimo avvistamento risaliva al 1908.
L’episodio più straordinario che gli fu raccontato veniva dal nipote di un cacciatore di aquile chiamato Orso Bianco, morto a circa 83 anni nel 1905. «Stando al racconto, nel 1850 Orso Bianco era appostato in una trappola per aquile (le cui piume avevano un ruolo importante nei cerimoniali) preparata secondo la tradizione locale: una buca profonda all’interno della quale il cacciatore restava in attesa mentre la sommità era mimetizzata e sormontata da un animale impagliato con funzione di esca» spiega Rossi. «Ma al posto di un’aquila, che i trappolatori più esperti riuscivano ad afferrare per le zampe, in cielo apparve un rapace gigantesco, che dopo avere volato in circolo atterrò, costringendo Orso Bianco a una fuga rocambolesca».
Nel 1897, invece, una coppia di sposi di ritorno a casa nell’area meridionale della riserva osservò una figura scura appoggiata al terreno che si rivelò essere «un immenso uccello nero con una gorgiera di piume e una testa calva» che si librò in volo verso le montagne.
Giganteschi rapaci
«Per spiegare questi e altri racconti simili della tradizione nativa, ma anche episodi di epoca moderna che di tanto in tanto si sono registrati negli States, sempre Hall è ricorso a un’interpretazione tanto affascinante quanto improbabile» continua Rossi. «Stiamo parlando della sopravvivenza sino in epoca moderna di rappresentanti della famiglia dei teratorniti».
Si tratta di giganteschi uccelli rapaci vissuti nel Nord e Sudamerica sino al Pleistocene, i cui rappresentanti più imponenti potevano raggiungere un’apertura alare di sei metri. Diverse specie si estinsero in epoche piuttosto recenti, circa 10.000 anni fa, ed è quindi presumibile che fossero conosciute dai primi uomini giunti in America. «Allo stato attuale dei fatti» dice Rossi «non è però possibile stabilire se questo incontro in epoche remote possa avere dato vita a tradizioni orali sopravvissute in un arco di tempo tanto lungo».
Una spiegazione più plausibile per le testimonianze moderne dei nativi potrebbe essere l’avvistamento di un particolare tipo di condor. «Parliamo del condor della California (Gymnogyps californianus), che con i suoi 3 metri di apertura alare è il più grande uccello del Nord America» spiega Rossi. «Attualmente è una specie in pericolo di estinzione confinata ad alcune zone di California, Arizona e Messico, ma un tempo il suo areale era più vasto e avvistamenti occasionali di alcuni individui potevano essere alla base dei racconti sulla “grande aquila”».
La preda dei nordisti
Eppure, nel 1998 comparve una fotografia che sembrava confermare la storia di Sanderson. Antica all’apparenza, rovinata e strappata in alcuni punti, ritraeva un gruppo di soldati dell’esercito unionista americano in posa intorno alla carcassa di un uccello gigantesco. Il suo scopritore, Derek Barnes, curatore di freakylinks.com, un sito dedicato all’insolito, dichiarò che esperti avrebbero identificato le uniformi dei soldati come tipiche del periodo 1861-1862.
Ma, per quanto fatta bene, la foto presentava diversi elementi sospetti. La postura dei soldati era troppo naturale e disinvolta, le uniformi troppo nuove e pulite per essere autentiche, i volti troppo moderni. Le fotografie dell’epoca, infatti, mostrano di solito atteggiamenti ed espressioni completamente diverse nei soggetti fotografati. Ma, soprattutto, i soldati ritratti erano tutti di mezza età e visibilmente sovrappeso, mentre durante la guerra civile americana il tipico soldato era un ragazzo magro sui 19 anni.
Si trattava effettivamente di un falso, realizzato con un moderno gruppo di appassionati di guerra civile, e la conferma arrivò quando si scoprì che Freaky Links era il titolo di una nuova serie televisiva dedicata al mistero e Derek Barnes il nome del personaggio interpretato dall’attore Ethan Embry.
La speranza dei criptozoologi di avere finalmente trovato una prova concreta dell’esistenza in vita nell’era moderna di un esemplare di thunderbird si dissolveva, anche se talvolta capita di vedere la stessa fotografia presentata come “inspiegabile”. Ma, se da qualche parte nel mondo esiste una rivista o un libro che davvero mostra una vecchia fotografia che ritrae un misterioso uccello gigante, prima o poi salterà fuori. «Come molti», conclude Mark Hall, «ho passato tantissime ore a cercarla e continuerò a farlo. Chiunque legga di questa fotografia fantasma, alla fine prova lo stesso desiderio irresistibile di vederla con i propri occhi».
MASSIMO POLIDORO è il segretario nazionale del CICAP. Il suo ultimo libro si intitola La scienza dell’incredibile (Feltrinelli) ed è in TV a Noos con Alberto Angela per parlare di bufale e disinformazione.