Il cerotto della salute

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  • 26-09-2012
  • di Sofia Lincos
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Archiviata la delusione per la sconfitta della nazionale italiana di calcio a UEFA Euro 2012, a qualcuno sarà rimasta una domanda: cos’erano quegli strani cerotti blu sulla schiena di Mario Balotelli, che il giocatore ha mostrato durante la partita con l’Inghilterra? E perché dal colletto di Gigi Buffon sembravano spuntare le medesime strisce colorate?

La risposta si chiama kinesio taping; un cerotto che, pur senza rilasciare alcun medicamento, dovrebbe servire a trattare disturbi come lombalgie, contratture muscolari, tendiniti, artrosi cervicali, ma anche per aumentare forza e potenza in chi lo indossa e per prevenire gli infortuni.

Inventato dal chiropratico Kenzo Kase negli anni settanta, il cerotto si è diffuso a poco a poco nel mondo della medicina sportiva. Nel tempo si sono sviluppati diversi “stili” per la sua applicazione: da quello coreano (in cui i colori del cerotto seguono i principi della cromoterapia), a quello basato sulla decompressione di particolari punti ideata dall’australiano David Blow.

In Italia, dalle Olimpiadi di Torino del 2006, è stato proprio quest’ultimo a prendere piede. Da allora la “cerottomania” ha invaso studi di fisioterapia e corsi di specializzazione post-laurea, facendo capolino anche in alcune Asl. E non è difficile prevedere che la moda sia destinata a diffondersi, grazie ai testimonial del mondo dello sport, come avvenuto già in passato per il power balance[1].

A differenza del braccialetto dell’equilibrio, però, i produttori del kinesio taping hanno evitato il più possibile di presentare i cerotti come un rimedio magico. Nel sito ufficiale[2] è presente una pagina dedicata agli studi scientifici pubblicati tra il 1998 e il 2010 a supporto del suo funzionamento, e il prodotto è accompagnato dal motto “Tested. Trusted. Effective.” (Testato. Affidabile. Efficace.). Il kinesio taping ridurrebbe il dolore e faciliterebbe il drenaggio linfatico, tramite il microscopico sollevamento della cute; il kinesio tex formerebbe delle convoluzioni sulla pelle, aumentando lo spazio interstiziale e riducendo l’irritazione dei recettori neurali e sensoriali, generando quindi il sollievo dal dolore.

Ottimo, in teoria. Ma funziona? Per rispondere a questa domanda, alcuni ricercatori neozelandesi hanno deciso di compiere una meta-analisi, in altre parole uno studio sul maggior numero possibile di ricerche pubblicate sull’argomento, in modo da “tirare le somme” e cercare di capire la reale efficacia del cerotto nella prevenzione e nel trattamento dei traumi sportivi. L’articolo[3], pubblicato nel 2012 su Sports Med, ha individuato novantasette studi interessanti: fra questi sono stati esclusi quelli meno affidabili, i case report (in genere resoconti aneddotici su particolari pazienti).

Il vero problema è stato quello di trovare ricerche in cui fosse presente un campione di controllo (ad esempio kinesio taping applicato senza tensione, o bendaggio di tipo diverso, o anche assenza di bendaggio): un requisito indispensabile per escludere la possibilità che l’efficacia sia in realtà dovuta a un effetto placebo.

Dei novantasette articoli iniziali, solo dieci hanno superato i criteri di inclusione. Molte ricerche, quindi, ma poche di alta qualità. Questi studi sono stati catalogati sulla base dell’affidabilità, e trattati con mezzi statistici. I dati emersi sono estremamente interessanti.

Per quanto riguarda la riduzione del dolore dopo un infortunio - una delle applicazioni più diffuse del kinesio taping - i risultati sono deludenti: nessun effetto sembra essere evidenziato. Lo stesso dicasi per altre applicazioni meno comuni, come l’ipotetico aumento dell’attività muscolare. Tra le conseguenze effettivamente verificate, invece, potrebbe esserci un aumento di mobilità delle aree colpite da infortuni, favorita forse dall’elasticità del cerotto. Questo dato, però, non può essere considerato certo, a causa del ridotto numero di ricerche a riguardo. Un altro effetto positivo riguarderebbe invece la forza sviluppata da un soggetto trattato: la fasciatura, producendo una compressione del muscolo, potrebbe facilitarne una maggiore contrazione. A questo riguardo, comunque, gli autori della ricerca auspicano nuovi studi.

E uno studio successivo, in effetti, c’è stato, pubblicato sul Clinical Journal of Sport Medicine da un gruppo di ricerca dell'italiana Fondazione Maugeri. Gli autori hanno misurato la forza di un quadricipite sano sottoposto a kinesio taping, utilizzando due diversi metodi di applicazione: una che avrebbe dovuto essere inibente, e una facilitante. Ebbene, nessuna differenza è stata trovata tra i soggetti con cerotto e il gruppo di controllo. Non solo: da un questionario rivolto ai partecipanti, è emerso che alcuni soggetti affermavano di percepire una forza maggiore anche se sottoposti alla tecnica d’inibizione. Anche il teorico aumento della forza, insomma, potrebbe non essere davvero reale[4].

La cosa che più lascia perplessi, però, è che il kinesio taping sia utilizzato anche nel trattamento di una miriade d’infortuni sportivi: tendiniti, lombalgie, contratture muscolari. Ebbene, in questo campo mancano del tutto ricerche affidabili. Per ora, non si può che sospendere il giudizio: per capire se il cerotto possa davvero avere qualche effetto positivo a riguardo, nuovi studi sono necessari. Ma per un prodotto che si fregia del motto “Testato. Affidabile. Efficace.” forse ci si sarebbe aspettati qualche evidenza in più.

Note

3) Whatman, W. S. et al. 2012. “Kinesio taping in treatment and prevention of sports injuries: a meta-analysis of the evidence for its effectiveness”. Sports Med, (42) 2: pp. 153-64. DOI: 10.2165/11594960-000000000-00000
4) Vercelli, S. et al. 2012. “Immediate effects of kinesiotaping on quadriceps muscle strength: a single-blind, placebo-controlled crossover trial”. Clinical Journal of Sport Medicine, (22) 4: pp. 319-326. DOI: 10.1097/JSM.0b013e31824c835d
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