Ma nonostante la popolarità di questi prodotti, molti ricercatori già da tempo ne hanno messo in dubbio i benefici per la salute nella popolazione generale, affermando che gli integratori in determinate circostanze possono essere dannosi. In questo contesto si inserisce il lavoro di Erikka Loftfield e colleghi del National Cancer Institute del Maryland pubblicato di recente su “JAMA Network Open”, in cui sono stati analizzati i dati di tre importanti studi prospettici diversificati geograficamente sulla salute negli Stati Uniti[1]. Avviati negli anni ’90, gli studi hanno raccolto dettagli sull’uso quotidiano di integratori multivitaminici in circa 400.000 adulti sani seguiti per più di vent'anni, con particolare attenzione sulla mortalità complessiva e quella per le malattie cardiovascolari e il cancro. Un campione così numeroso ha consentito di verificare lo studio per una serie di fattori confondenti quali dieta, scolarizzazione, origine etnica o altri, come il fatto che chi fa uso di multivitaminici potrebbe avere stili di vita mediamente più sani ed equilibrati.
Ebbene, al netto di tutti i fattori confondenti considerati, i risultati della ricerca sono stati inequivocabili: non si sono trovate evidenze che i multivitaminici assunti giornalmente riducessero il rischio di morte, e anzi, è stato invece rilevato un rischio di mortalità più elevato del 4% tra gli utilizzatori nei primi anni di follow-up. In quest’ultimo caso, però, il maggior rischio di morte potrebbe riflettere la tendenza delle persone a iniziare ad assumere multivitaminici quando sviluppano una malattia grave. In aggiunta a quanto detto, non sono nemmeno state riscontrate differenze nella mortalità per cancro, malattie cerebrovascolari o malattie cardiache.
Neal Barnard, professore di medicina alla George Washington University e coautore di un articolo di commento pubblicato insieme allo studio[2], ha spiegato che i supplementi vitaminici possono essere utili in casi specifici di deficit, così come per esempio, storicamente, i marinai venivano salvati dallo scorbuto grazie alla vitamina C. «I multivitaminici fanno promesse sproporzionate e non forniscono risultati soddisfacenti. Il punto principale è che non aiutano», ha detto Barnard. Invece di assumere multivitaminici, si dovrebbero mangiare cibi che forniscano, per quanto possibile, un’ampia gamma di micronutrienti, macronutrienti e fibre, limitando i grassi saturi e quelli che aumentano il colesterolo.
Dovremmo cercare di ricordarlo la prossima volta che qualcuno ci proporrà di assumere degli integratori. Solo un medico o uno specialista della nutrizione potrà consigliarcelo, e solo nei casi in cui siano manifesti determinati deficit.