I pericoli del metodo Bates per la cura della vista

Secondo Bates, la maggioranza dei difetti della vista è dovuta ad una “stanchezza” del bulbo oculare, che a lungo andare causa un peggioramento dei movimenti del bulbo. Gli esercizi che egli consigliava avrebbero consentito di superare questa “tensione”, permettendo all’occhio di “riposarsi” e tornare a vedere perfettamente

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  • 04-06-2014
  • di Salvo Di Grazia
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Sunning ©blog.vinilpowerdigital.com
La vista, che come gli altri sensi ci permette di interagire con il mondo, può, per l'invecchiamento o per altre patologie e cause congenite, subire dei danni o peggiorare. Mentre però sensi come l’olfatto o il gusto risentono pochissimo del peggioramento graduale fisiologico dovuto all’avanzare dell’età (perdere leggermente l’olfatto spesso è un avvenimento che nemmeno è avvertito), perdere la possibilità di vedere perfettamente è un problema che può portare a serie conseguenze.
Per ovviare ai vari difetti della vista, il progresso ha sfruttato le proprietà delle lenti e in alcuni casi è possibile anche sottoporsi ad una terapia: esistono tecniche chirurgiche che correggono la miopia, uno dei difetti di vista più diffusi. Ad oggi, non vi sono altri modi validi e testati per migliorare in maniera decisiva i difetti visivi.
Non la pensava così William Horatio Bates, un medico vissuto all’inizio del 1900, che diffuse un suo “metodo” con presunti effetti positivi sulla vista, e che lo descrisse in un libro dedicato appunto al cosiddetto “metodo Bates”. Il metodo si basava (e si basa, dato che viene promosso ancora oggi) fondamentalmente su una serie di esercizi, sia con gli occhi che con altre parti del corpo. Era prevista l’abolizione delle lenti ed era assicurato un recupero pressoché perfetto della vista. Secondo Bates, la maggioranza dei difetti della vista (comprese alcune malattie di cui oggi conosciamo la causa), era dovuta ad una sorta di “stanchezza” del bulbo oculare, una “tensione muscolare” che a lungo andare causava un peggioramento dei movimenti di questo bulbo (che è la parte che forma l’occhio, quella che esternamente appare bianca con un’area circolare colorata, l’iride). Gli esercizi che egli consigliava avrebbero consentito di superare questa “tensione”, permettendo all’occhio di “riposarsi” e tornare a vedere perfettamente.
In realtà è la stessa ipotesi di partenza di Bates ad essere sbagliata (in un certo senso comprensibilmente, visto che alla sua epoca i meccanismi di funzionamento della vista non erano perfettamente conosciuti). La “stanchezza” dei muscoli oculari, l’eccessivo affaticamento dell’occhio, possono certamente causare un peggioramento della vista: basti pensare a chi passa ore davanti ad un monitor ed alla fine della giornata accusa fastidio, lacrimazione, difficoltà a mettere a fuoco, bruciore. Si tratta di uno stato che spesso si supera facilmente, adottando una serie di abitudini corrette e dopo aver riposato la vista. Per Bates invece, a lungo andare, questo affaticamento avrebbe causato la miopia, l’astigmatismo, addirittura il glaucoma o la cecità. Oggi sappiamo che alcuni dei più comuni difetti della vista sono causati da deformazioni del cristallino (è la lente del nostro occhio) che, modificando la sua struttura e secondo il tipo di anomalia, causa il difetto visivo. Il cristallino infatti cambia continuamente la sua forma (il fenomeno si chiama “accomodamento”), ma quando questa non riesce a tornare allo stato di “riposo” iniziale, si determinano i vari difetti di vista.
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Palming ©wikihow.com
Gli esercizi di Bates servirebbero per ripristinare la normale “tensione” dei muscoli oculari, così da restituire al cristallino (ed al globo oculare) la sua forma originale. Questa teoria non ha nessun motivo per essere considerata corretta (e nessuno ne ha mai dimostrato l’attendibilità). Gli esercizi di Bates sono particolarmente curiosi (e secondo me contribuiscono, con una sorta di effetto placebo, al fatto che alcune delle persone che si sottopongono a questo trattamento riferiscano miglioramenti della vista, mai confermati dagli esami clinici). Se fra gli esercizi proposti da Bates troviamo salti sul tappeto elastico, posizioni specifiche per dormire, coordinazioni mano-occhio ed altro, il più noto è il cosiddetto “palming” (palmeggiamento in italiano), che servirebbe a diagnosticare i problemi della vista. Coprendo con una mano gli occhi alternativamente, chi nota una vista assolutamente nera non avrebbe alcun problema, chi invece vede luci, lampi, puntini... ha un problema. In realtà nessuno, in condizioni normali, riesce a vedere “tutto perfettamente nero” e questo metodo non ha alcun significato diagnostico. Lo stesso concetto Bates lo usa per “curare”. Il paziente deve coprire gli occhi e “visualizzare” il nero, immaginare oggetti neri, ma anche “evadere dal corpo” o pensare positivamente. Vengono anche utilizzati degli “occhiali stenopeici”, occhiali speciali forniti di un sorta di piastra piena di fori, che lasciano passare meno luce e quindi danno l’illusione di distinguere meglio certi particolari dell’ambiente (per un noto principio ottico, lo stesso che determina la profondità di campo nelle macchine fotografiche). Si consiglia poi di guardare pannelli con lettere scritte con caratteri piccolissimi, dondolandosi e attuando un atteggiamento mentale vincente. Infine il consiglio più pericoloso, il cosiddetto “sunning”. Si tratta di guardare il sole direttamente e ad occhi aperti. Una procedura che, oltre a non procurare alcun beneficio, è molto pericolosa, e che rischia di causare persino danni irreversibili. Insomma, si tratta di un insieme di ipotesi e pratiche non solo senza alcuna base scientifica ma anche potenzialmente dannose.
Negli anni, le tesi originali del medico americano sono state via via rielaborate, ed ora si trovano decine di metodi, che prendono origine da quello di Bates e che si sono ulteriormente sviluppati senza alcun riscontro scientifico. Bates fu richiamato diverse volte per le sue pratiche fuori da ogni controllo medico e le testimonianze che si trovano, quando parlano di miglioramenti, sono sempre aneddotiche, riportate su siti internet senza attendibilità o completamente inventate. Talvolta sono segnalati casi di vero e proprio plagio mentale: con trucchi opportuni (ad esempio provare la vista con lettere nere su una tabella bianca e dopo gli esercizi ritestarla con una tabella nera e lettere bianche, molto più evidenti, leggibili e “brillanti”) si induce il paziente a credere che dopo gli esercizi la vista sia, in qualche modo, migliorata.
Un altro particolare interessante è che alcuni “centri” che propongono questo metodo sono “centri di affari”, basati sul “multilevel marketing” (una specie di vendita virale nella quale ogni cliente guadagna su altri clienti in un sistema a piramide) senza alcuna validazione medica o controllo scientifico. Bisogna stare quindi attenti: non sarà un esercizio o un pericoloso sguardo al Sole a restituire una vista perfetta. Solo lenti, occhiali ed in certi casi la chirurgia possono infatti risolvere in maniera accettabile i nostri problemi oculistici. Occhi aperti, insomma.
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