Ciò che percepiamo dipende dal contesto: 2D versus 3D

  • In Articoli
  • 22-02-2011
  • di Gianni Sarcone e Marie-Jo Waeber
Senza accorgercene, ogni momento misuriamo distanze, dimensioni, valutiamo differenze, stimiamo capienze e ingombri...
Eppure c’è una bella differenza tra grandezza reale e grandezza relativa di un oggetto! L’esperimento che segue ve lo dimostrerà.

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Osservate bene i tre edifici a forma di “L”. Concentratevi soltanto sulla superficie colorata dei tetti. Ci sono almeno due superfici che sono perfettamente congruenti, cioè esattamente sovrapponibili.

Secondo voi, quali sono:
a) la superficie rossa e quella verde?
b) la rossa e la blu? o...
c) la verde e la blu?

Risposta:


L’80% delle persone interrogate risponde c).
Invece la risposta esatta è a)!

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Cosa succede: I bordi, l’orientamento e la prospettiva degli edifici forniscono spunti visivi che influenzano decisamente il nostro modo di interpretare le forme tridimensionali. In una scena reale, le tre superfici a forma di “L” sarebbero tutte diverse tra loro, mentre su carta la verde e la rossa sono davvero sovrapponibili. Questa illusione dimostra che il nostro cervello va al di là della semplice interpretazione letterale di ciò che vede. Infatti, noi “pensiamo in 3D” anche quando guardiamo delle immagini bidimensionali (come foto o disegni): per esempio, in un disegno due linee convergenti sono sullo stesso piano, ma noi inconsciamente le vediamo come delle parallele in prospettiva, che si allontanano nello spazio.

Questa illusione creata dagli autori è tratta dal loro libro “Amazing Visual Illusions”, ISBN:1848378300.
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