Proposta spesso come entità indipendente dalla presenza umana sulla Terra, la “natura” è un’invenzione profondamente culturale, che rappresenta più un ideale che un’idea
Tutti (o quasi) ricordano la beffa delle false teste di Modigliani, ripescate dal Fosso Reale di Livorno nel 1984 e attribuite al grande pittore, mentre erano state in realtà scolpite per scherzo da alcuni ragazzi livornesi. Un caso simile, ma con tutt’altre implicazioni, accadde nei Paesi Bassi
Da un punto di vista tecnico-scientifico, decidere se un contenuto, testuale o di altro tipo, rappresenti una fake news oppure no è assimilabile a un problema di classificazione
Non c’è dubbio che la diffusione di notizie false abbia un impatto negativo sulla società, ma servirebbe davvero regolamentarle o addirittura renderle illegali?
Le fake news vengono lette da tantissime persone, trattano argomenti “attraenti”, eppure molti di quelli che vi entrano in contatto poi non le condividono in rete. Un’apparente contraddizione, segnalata più volte dalla ricerca recente[1]. Perché questo fenomeno? La domanda ha
È nozione comune che dopo le elezioni presidenziali americane del 2016 la preoccupazione per la disinformazione e per le fake news sia assai cresciuta. Le fake news accrescono la polarizzazione politica e diminuiscono la fiducia nelle istituzioni pubbliche e nel ragionamento scientifico, sostengono
Alberto Acerbi è un antropologo particolarmente interessato agli aspetti cognitivi ed evoluzionistici della sua disciplina. Lavora presso la School of Innovation Science della Eindhoven University of Technology, in Olanda. Nel febbraio scorso Acerbi ha pubblicato su Palgrave Communications, rivista
Il professor Joseph J. Ellis, docente di storia americana al prestigioso Mount Holyoke College nel Massachusetts, oltre che vincitore del Premio Pulitzer per una biografia su Thomas Jefferson, sapeva come tenere con il fiato sospeso i suoi studenti. Durante il suo corso dedicato ai rapporti tra Stat